Analisi estrema
di
Daniela Fontana
DOSTY
Sento i suoi occhi puntati su di me
come zavorra, come punteruoli che scavano fino alle ossa.
Non lo vedo eppure saprei dire con
esattezza quale espressione aleggia sul suo volto e con quale sguardo mi
osserva dall’alto della sua poltrona in vera pelle, di quelle che solo uno
studio importante può avere.
Incombe alle mie spalle come un gufo
sul giorno e come l’alba sulla notte; il suo respiro al biancospino tuona in
questa stanza di pochi metri quadri e la sua voce è calda e forte come un caffè
ristretto.
L’età non saprei dirla: l’aspetto
giovanile urta con la sua aria da uomo vissuto. Quarant’anni di certo e forse
una moglie nevrotica, da curare anche lei con le sue sedute. Figli, chissà… ma
se ne avesse, sarebbero sicuramente di quelli da complesso edipico perché con
una madre nevrotica non ti puoi aspettare altro e in aggiunta, poverini,
soffrirebbero di anaffettività paterna.