… al vino ci penso io!
(
monologo)
di
Franco
Melzi
Sono
stanco!
Sì,
sono proprio stanco di trovare il telefono sempre occupato. E non ne posso più
di sentire il tu-tu nelle orecchie, e quella voce di plastica che dice, il numero da lei chiamato potrebbe essere
occupato in questo momento…
Ho
capito!
Non
sono uno stupido, lo so che la linea non c’è, non è necessario che lo ripeti
tutte le volte!
Chiunque
tu sia, maledetta, dimmelo ogni tanto, magari una volta la settimana, anche una
sola volta al giorno, ma non c’è bisogno che parli… forse lo fai per non farmi
sentire cosa sta dicendo quella là. Dimmi piuttosto con chi sta parlando, così
ti rendi utile e perlomeno giustifichi la tua presenza nel mio telefono.
Una
cosa è certa, io le donne in generale e in modo particolare le casalinghe,
proprio non le capisco.
Ma
come fanno? Mi domando sempre inutilmente.
Passano
tutto il giorno a stendere i panni e a stirarli, mentre la lavatrice va a ciclo
continuo e prepara la scorta per il giorno dopo.
Contemporaneamente
sono davanti ai fornelli, poi impiegano ore e ore per fare i mestieri. Lavano
il pavimento, passano l’aspirapolvere, sbattono i tappeti.
Senza
contare le docce, il trucco e la messaimpiega… ma come fanno, dico io, dove lo
trovano il tempo per fare tutte queste cose, se sono sempre al telefono?
Oppure,
nella remota eventualità che il telefono sia libero, ebbene, in quelle
rarissime occasioni, le probabilità che non siano in casa sono altissime.
Anche
in quel caso sono organizzatissime e subito dopo senti la loro voce registrata
sulla segreteria declamare: «…sono momentaneamente assente, lasciate un
messaggio, parlate dopo il segnale.»
Hanno
pensato proprio a tutto.
E
no, cara mia! Io non aspetto il segnale per mandarti a… ma questo è un altro argomento
delicato che per il momento non voglio affrontare.
Se
diversamente le trovi a casa, stai tranquillo che ti rispondono con un tono
disinvolto:
«Pronto?
Ah sei tu?» Non aggiungono altro, ma non lasciatevi ingannare, sicuramente
stanno pensando: «Brutta bestia, era ora che ti facevi sentire!»
Ma
tu fai finta di nulla, hai deciso di fare il signore e con le buone maniere
domandi, Cara, dove sei stata? Ti ho cercato tutto il giorno, e…
Ecco
che loro si meravigliano, ti mettono in stand by, ci pensano un po’ su e con un
linguaggio semplice, adatto anche a un ritardato mentale, scandendo bene la
voce, affinché tu possa capire bene, esclamano:
«Ma
quando mai? Se sono andata a fare la spesa e sono stata fuori solo due minuti!»
Oppure e altrettanto candidamente, «Sarò stata fuori con il cane, forse stavo
sul terrazzo a stendere i panni, magari ero dalla vicina di casa che mi mancava
il sale… Ma tu perché, scusa, non mi chiami al cellulare?»
Al
cellulare? In questi casi io rispondo sempre no, grazie!
Tanto
è lo stesso, la situazione non cambia perché state sicuri che non rispondono.
“Non c’è campo!” Quando le chiami non hanno mai uno straccio di tacca a
disposizione.
Oppure
il loro telefonino ha la batteria scarica, e molto più probabilmente sono al
volante della loro automobile, o magari sono in chiesa, o dal dentista e non
possono parlare perché sono sotto l’effetto dell’anestetico. Forse sono dalla
parrucchiera, sotto il casco, oppure si stanno facendo lo shampoo, le unghie,
la ceretta, la lampada e perché no, adesso che vanno tutte in palestra, c’è il
rischio che le trovi sul tapis-roulant e rispondono con la lingua di fuori,
come un labrador.
Forse
si parlava del “Mio cellulare?”
Anche
in questo caso rispondo ancora no, grazie!
Non
sono pazzo fino a questo punto!
Io
chiamo solo dal telefono dell’ufficio, dove non pago; perché se per caso mi
lascio commuovere e in casi eccezionali uso il mio portatile… allora mi gioco
in una volta sola tutti gli straordinari della settimana e se mi capita di
litigare, e poi sono costretto a numerose chiamate per fare la pace, allora mi
fotto anche le ferie non godute.
A
proposito di soldi, adesso mi sono ricordato che stasera devo andare a cena da
lei e… cosa le porto? Non posso presentarmi a mani vuote.
Io
lo so che per questa cenetta al lume di candela, lei si aspetta un bel mazzo di
rose. È il nostro primo anniversario: sono dodici mesi esatti dalla prima
volta. Mi sono messo anche i pantaloni e la camicia che mi ha regalato lei, ma
io non scendo conciato così dalla macchina. Davanti al suo condominio? Mai e
poi mai! Con la gente alla finestra che mi guarda come un alieno, mentre io sto
lì a fare l’indiano con il mazzo di fiori in mano? Impossibile. Escluso.
E
nemmeno da morto passo con l’incarto davanti alla portinaia che, chissà perché,
già mi guarda col sorrisetto strano.
«Eccolo
qua il pirla che va al terzo piano, da quella col cane… guarda la faccia che
ha!» Sono sicuro che pensi qualcosa del genere, mentre mi saluta con un cenno
d’intesa.
«Brutta
stronza! Dovresti vedere quando esco… la faccia che ho!» Mi dico, cercando di
farmi coraggio. Per fortuna vado via tardi: verso la una o le due e anche alle
tre, ma grazie al cielo a quell’ora non ci sei più a fare la guardia in quella
cuccia di vetro e legno.
Poi
sulle scale sono sicuro di scontrarmi con l’inquilino del secondo piano.
Ma
sì, quello con i baffetti, quello che abita proprio sotto di lei e tutte le
volte che mi guarda, sembra mi voglia dire:
«Ma
quando lo aggiusti ‘sto letto del cazzo, ma perché non fate meno casino, oppure
perché non lo fate sulla lavatrice che già fa rumore e così non vi sento?!»
Va
bene, va bene… basta così!
Ci
penserò per strada cosa portare, ma… adesso, è ora che la chiami, prima che
cambi idea e m’inventi una scusa per non andare da lei:
«Pronto?
Ah, sono io, cara. A che ora arrivo? Ma tra una mezz’ora, amore mio, forse
anche meno e tu, fatti bella, preparati, mi raccomando che stasera…Come dici?
Ma nooooo. Dai che non sono solo… dai che mi vergogno… e va bene, va bene… Sì,
bacino, bacino, bacino…Contenta? Non ti preoccupare, sì, amore mio… al vino ci
penso io!».
Ma come? ma i fiori poi li compra? ma dì ... ma lui è avaro ...poco ...poco.
RispondiEliminaMa come?
iopensavo fosse solo il telefono del fu mio marito che era sempre momentaneamente irraggiungibile ed invece ...
guarda guarda ... menomaleche vi leggo e mal comune mezzo gaudio.
Racconto molto carino e mi ha RICONCILIATO ... non col fu marito ...ma col telefono fissoe con il cell.
Ippolita...sono
Fai buon viaggio e poi ci racconterai
Li compra, li compra i fiori, quello è un falso duro, non è un uomo Denim, uno che non deve chiedere mai, non vedi che sta sempre appiccicato al telefono anche lui?
EliminaCiao...
ehehh... carino assai.
RispondiEliminaIn genere a te questi raccontini leggerotti non è che piacciano poi molto, lo so, ma nemmeno a me moltissimo, ma ogni tanto mi va di fare il cretinotto.
EliminaCiao
no, ti sbagli...ma non mi conosci?! Ne ho scritte pure io di cose simili...
EliminaIl Frame scanzonato è muy simpatico;-)
RispondiEliminaVa beh, ma poi la serata com'è andata?;-) L'avranno fatto sulla lavatrice per non disturbare l'inquilino del piano di sotto?
Insomma, ci faccia sapere! :-D
Eh... non lo so se questo monologo avrà un seguito, vedremo, in tal caso saprai come è andata a finire, su queste pagine.
EliminaGrazie neh...
Scusa eeeeh, ma è un racconto, non è una storia vera! :-P
EliminaAh siamo nella suite.
RispondiEliminaIl bello è che molte signore si lamentano pure della loro agenda piena, mentre non potrebbero sopportare un "buco" di un minuto...
Cmq, anche se non parli di iperspazio estraniazione morte distruzione conflitti interiori duepuntozero, miei argomenti prediletti del periodo, ti trovo assai simpatico, rilassante e sempre amico della nostra lingua
Frizzante, come un buon frinzantino ghiacciato per una cena d'estate. Va giù che è una meraviglia.
RispondiEliminaPerò, come siete fragili voi uomini: lasciarsi condizionare da una portinaia; sarebbe bastato comprare due mazzi di fiori, uno per la lei di turno :-))) e uno per la portinaia. L'avresti conquistata.
No, i fiori alla portinaia era troppo, una bella mancia a Natale in genere è il miglior rimedio a tutti questi mali di pancia.
EliminaCiao e grazie, non pensavo ti sarebbe piaciuto.
Un Franco così disinvolto è la prima volta che mi capita di leggerlo! :-) Il racconto ha il vago sapore del monologo di cabaret, è fresco e spiritoso, ma senza le forzature del caso.
RispondiEliminaIl primo paragrafo, e la domanda: "Ma come fanno?", mi hanno fatto pensare al film quasi omonimo "Ma come fa a far tutto?", quello con Sarah Jessica Parker. A dire il vero non l'ho visto, ma forse potrà rispondere a molti dei tuoi quesiti! :-)
Bravo sciùr Franco, tu sei un portento a cambiar genere come i calzini, hai il gusto dell'esploratore... e resti sempre genuino, coinvolgente e soprattutto ironico. E l'ironia mica s'impara, bisogna averla nei polpastrelli! Continua così, nè, e prenditi una stanza un po' più spesso, che il padrone di casa è indispensabile per far rigare tutti dritti! :-)
Ciao!
Uè Dutùr, tu lo sai che dalle nostre parti uno disinvolto l'è un facia de tola, e in questo senso credo di sì, che tu abbia ragione. A ma tu intendevi dire poliedrico e non faciòn ah ha ha ha ha.
EliminaDai, disinvolto è la parola giusta, perchè tanto tanto divertente, e diciamolo, soprattutto per una donna non lo è. Certo quando l'ho scritto pensavo a Joele Dix. Non è un simpaticone, strappa dei sorrisi più che delle risate sonore, ma i suoi testi sono sempre ben scritti. E poi lui ci mette del suo, naturalmente.
Ciao
Piacevole lettura che esula, mi pare, dal Franco che conosciamo.
RispondiEliminaIronico, spensierato, sorprendente.
Un viaggio nel mondo femminile che risponde in parte alla verità anche se, personalmente, non mi ci riconosco affatto. Sono disorganizzata, incasinata, ma rispondo sempre al cellulare.
Lui fa tenerezza e mi ha fatto sorridere.
Insomma, mi hai allietato la giornata e mi ha fatto piacere scoprirti in questa nuova veste.
A presto Daniela
Si è vero, al club indosso l'abito classico, mi metto il tait. Anche perchè qualcuno mi chiama freim all'inglese che fa ancora più chic, mentre a casa mia giro anche in ciabatte e mi metto comodo... ma niente paura, molto più in là vado solo di fantasia. La penna si arresta prima.
EliminaCiao Franco.
Frame,Frame, mica sono solo le donne che non rispondono e che non chiamano mai, anche voi simpatici maschietti.
RispondiEliminaChe dire di questo testo così fresco, si Franco la considero una scrittura frizzante con tante bollicine, così da tenerti allegra per un pò.
Piaciuto molto.
Ciao
Ma sì hai ragione, si poteva invertire il discorso e sarebbe filato ugualmente. Al telefono le differenze di sesso e le abitudini si assottigliano. Però ridiamoci sopra.
EliminaGrazie donna del sabato, ma per caso sei in ferie?
Ma non mi dire... divertiti allora.
Ciao Franco
Racconto ironico e brillante, nel solco degli altri tuoi che già ho letto.
RispondiEliminaP.s. ma quello nella foto sei tu?
Grazie Francesco, anche tu sei sempre ironico e brillante, però lo sai benissimo che quello della fotografia non mi assomiglia per niente, anzi, io sono molto più bello! ;-)
EliminaCiao
Ehi, Franco, perché non metti una tua fotografia giovanile? una signora di nostra conoscenza mi ha detto che eri molto bello da giovane... Con questo non voglio dire che tu oggi non lo sia.... però...
EliminaUn monologo che cavalca lo stereotipo, ma lo fa in modo brillante, sciolto e freschissimo.
RispondiEliminaL'ho letto in un fiato e con molto piacere. Ciao Franco, bello il tuo blog!