Fiorirà l'aspidistra. 1936 Orwell
Fiorirà il nostro mondo domani. Ne siamo certi, lo vogliamo.
Con Orwell noi vogliamo un socialismo democratico, la libertà di poter scegliere, e con Orwell diciamo:- Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario.-
Caro Orwell ti scrivo così mi distraggo un po' e siccome sei tanto lontano più forte ti scriverò.
L'anno che è arrivato non mi piace nemmeno un po'.
Sento strani discorsi, sento nuovamente folle oceaniche e saluti marziali.
Sembrano solo risate e invece sono scherni.
Mi sono riletta te e la fattoria degli animali, mi sono spaventata perchè tu e tanti altri profetizzate con favole, con film, con canzoni, l'anno che verrà con dettagli minuziosi.
Profetizzate e ci richiamate a svegliarci.
E' Primavera, svegliatevi bambine, alle cascine, che festa di colori...
Possibile che non possiamo svegliarci ed impedire un corso della storia pericoloso?
Possibile che il corso delle cose ci trascini come un fiume inarrestabile travolgendo argini e steccati?
Possibile che risucceda , come Vico , corsi e ricorsi, e tutto venga di nuovo a galla?
Razzismo, fascismo, saluto romano, organizzazioni militarizzate, odio sociale, povertà, spregio della cosa pubblica, irrisione, e urla. Chi urla di più vince?
Fiorirà l'aspidistra in estate, fioriranno altri fiori a primavera, e non vogliamo che i nostri fiori si bagnino di sangue.
Fiorirà ancora una volta negli uomini di buona volontà la speranza di essere forti nella unica certezza di esser deboli, da San Paolo a noi.
Orwell,in quel suo libro, raccontava di quanto fosse stato difficile per lui ribellarsi al conformismo.
Non è facile, infatti, ma alcuni scrittori ci tentano
e oltre a ribellarsi lo scrivono affinchè anche agli altri sappiano
Con Orwell noi vogliamo un socialismo democratico, la libertà di poter scegliere, e con Orwell diciamo:- Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario.-
Caro Orwell ti scrivo così mi distraggo un po' e siccome sei tanto lontano più forte ti scriverò.
L'anno che è arrivato non mi piace nemmeno un po'.
Sento strani discorsi, sento nuovamente folle oceaniche e saluti marziali.
Sembrano solo risate e invece sono scherni.
Mi sono riletta te e la fattoria degli animali, mi sono spaventata perchè tu e tanti altri profetizzate con favole, con film, con canzoni, l'anno che verrà con dettagli minuziosi.
Profetizzate e ci richiamate a svegliarci.
E' Primavera, svegliatevi bambine, alle cascine, che festa di colori...
Possibile che non possiamo svegliarci ed impedire un corso della storia pericoloso?
Possibile che il corso delle cose ci trascini come un fiume inarrestabile travolgendo argini e steccati?
Possibile che risucceda , come Vico , corsi e ricorsi, e tutto venga di nuovo a galla?
Razzismo, fascismo, saluto romano, organizzazioni militarizzate, odio sociale, povertà, spregio della cosa pubblica, irrisione, e urla. Chi urla di più vince?
Fiorirà l'aspidistra in estate, fioriranno altri fiori a primavera, e non vogliamo che i nostri fiori si bagnino di sangue.
Fiorirà ancora una volta negli uomini di buona volontà la speranza di essere forti nella unica certezza di esser deboli, da San Paolo a noi.
Orwell,in quel suo libro, raccontava di quanto fosse stato difficile per lui ribellarsi al conformismo.
Non è facile, infatti, ma alcuni scrittori ci tentano
e oltre a ribellarsi lo scrivono affinchè anche agli altri sappiano
ROSSI
La spiaggia era deserta, ma pareva che vivesse. Non compresi subito perché pareva che vivesse; mi avvicinai ancora. All'improvviso mi arrestai, la spiaggia viveva realmente, aveva come una palpitazione animale.
Erano grossi uccelli, erano migliaia; i più erano flamencos o fenicotteri, i quali parevano di corallo, i loro corpi parevano vasi di corallo rosa posati su canne di bambù. Le canne di bambù erano le gambe; ma stavano quasi tutti su una gamba sola, e intorno si frangeva mollemente il mare. I lunghi colli avevano movimenti serpentini.
Mi avvicinai ancora, camminando adagio, sfiorando appena la spiaggia, trattenendo il respiro. Ma a un tratto fu come quando crolla un pavimento; fu un rombo nell'aria, poi uno scroscio d'ali.
I flamencos a migliaia, s'erano levati, formavano nell'aria una fascia di corallo rosa, era come quando nel cielo nasce l'aurora. Fermo sulla sabbia bianca guardavo, e il cuore mi batteva forte; mi pareva che i flamencos facessero rosso il cielo per me.
Vittorio G. Rossi, 1957
Dopo di noi il dubbio
Sono stata testimone del mio tempo?
Testimone sì, ma senza incarichi di sorta.
Il breve – o lungo – cammino terreno nel tempo concesso,
fino a ora non è stato facile; lascio perdere i problemi personali, in fondo
poca cosa, ma il tempo che manca al traguardo promesso lo vedo buio.
Ho voglia di urlare!
Sì, urlare il mio sdegno, e quel senso di sconfitta che provo verso il genere umano. Uomini senza nessun senso di altruismo - ma l'hanno mai avuto?-
Solo per ragioni di potere personale e da sempre stanno distruggendo questo piccolo paradiso terrestre che vaga per gli infiniti spazi siderali.
Ho voglia di urlare!
Sì, urlare il mio sdegno, e quel senso di sconfitta che provo verso il genere umano. Uomini senza nessun senso di altruismo - ma l'hanno mai avuto?-
Solo per ragioni di potere personale e da sempre stanno distruggendo questo piccolo paradiso terrestre che vaga per gli infiniti spazi siderali.
L'uomo fin dal suo apparire dimostrò una tale
cattiveria da farlo distinguere da qualsiasi altra forma di vita, da farmi
pensare che venisse da altri mondi o anche da progetti diversi.
Da dove viene questa diversità?
Un errore nato da una composizione diversa di una costruzione molecolare, o la nascita di cellule impazzite. Chiamiamolo se vi va: cancro della terra.
Da dove viene questa diversità?
Un errore nato da una composizione diversa di una costruzione molecolare, o la nascita di cellule impazzite. Chiamiamolo se vi va: cancro della terra.
Soliloqui notturni
Ritorno all'infanzia e ricordo le spiegazioni
elementari della mia maestra, attraverso anche temi religiosi, sul nostro
pianeta, e sul sistema solare, sulla via lattea, e per finire sull'universo.
Non volevo capire, avevo paura. Le interessanti spiegazioni mi facevano sentire sospesa in uno spazio temporale e rimasi per sempre influenzata da poche nozioni incredibili allora per un bambino, ma rimaste incredibilmente attraenti e spaventose tutt'ora.
Non ho mai potuto guardare il cielo notturno stellato, sentendomi mio malgrado, attirare in quei spazi infiniti e ignoti.
Ma una sera lontana, già preda di un'insonnia che non mi lascerà, forse collegata a una fatica di vivere; trassi una mia considerazione.
Nel buio della notte creai un'immagine che ancora mi accompagna e mi raccontai una storia:
Non volevo capire, avevo paura. Le interessanti spiegazioni mi facevano sentire sospesa in uno spazio temporale e rimasi per sempre influenzata da poche nozioni incredibili allora per un bambino, ma rimaste incredibilmente attraenti e spaventose tutt'ora.
Non ho mai potuto guardare il cielo notturno stellato, sentendomi mio malgrado, attirare in quei spazi infiniti e ignoti.
Ma una sera lontana, già preda di un'insonnia che non mi lascerà, forse collegata a una fatica di vivere; trassi una mia considerazione.
Nel buio della notte creai un'immagine che ancora mi accompagna e mi raccontai una storia:
C'era una volta un bimbo. Giocava con delle palline, e le
faceva girare come fanno i saltimbanchi nei circhi o per le strade, e dato che
il tempo è relativo, una delle biglie era il nostro globo...
Negli anni un'altra visione si sovrappose:
Guardavo il pulviscolo che chiuso in una lunghissima lancia di Sole, attraversava la mia stanza e finiva a colpire una vecchia fotografia. Pensai che quella polvere vagante nello spazio fosse la Via Lattea e una sua particella vagante fosse la nostra terra.
Capii in un modo empirico ed embrionale, che forse l'universo è formato da forme infinitamente piccole o infinitamente grandi. E noi dove siamo collocati?
Potremmo mai saperlo!
Negli anni un'altra visione si sovrappose:
Guardavo il pulviscolo che chiuso in una lunghissima lancia di Sole, attraversava la mia stanza e finiva a colpire una vecchia fotografia. Pensai che quella polvere vagante nello spazio fosse la Via Lattea e una sua particella vagante fosse la nostra terra.
Capii in un modo empirico ed embrionale, che forse l'universo è formato da forme infinitamente piccole o infinitamente grandi. E noi dove siamo collocati?
Potremmo mai saperlo!
Ne dubito.
Elisa Sala
Elisa Sala
Scusatemi se non sono molto presente sul blog in questi giorni, ma l'influenza di quest'anno che mi costringe a letto, si sta dimostrando alquanto fastidiosa e lunga a passare.
Ciao a tutti.
Non si hanno più notizie di Siddharta! sich, sich...
E' sparito con la stessa rapidità con la quale era apparso... mannaggia. Non risponde nemmeno alle mail, e la faccenda è davvero preoccupante. Voi ne sapete niente? Nessuno di voi ha notizie di Epi? Non vorrei gli fosse successo qualcosa...
Questi gli ultimi "pensieri cinici" che portano la data del 10 febbraio, dopo di che... il buio più fitto.
A) – Montale.
Nel 1973 Eugenio Montale in un'intervista ebbe a confessare:
" A Palazzo Madama non trovo mai un posto per appendere
il cappotto.
Devo sempre cercare un guardaroba che non trovo.
Sono il solo a non avere il mio nome sotto l'attaccapanni.
Non ho mai capito il perchè.
Forse non hanno molto rispetto per me, in quanto Senatore
della Repubblica.
Quel che è peggio, non trovo mai un posto a sedere.
A Palazzo Madama quelli della destra siedono a destra,
quelli della sinistra siedono a sinistra.
Siccome io sono del centro, non so mai dove andare, perchè
al centro c'è la porta... " !.
B) – Tagore.
Tagore ( 1861-1941 ) fu un mistico indiano di grande spessore
culturale e religioso.
La sua produzione letteraria fu sterminata: 150.000 versi,
3.000 canti, 300.000 righe tra romanzi, racconti, articoli.
Uomo di preghiera e d'azione, tracciò un ponte tra Oriente e
Occidente, nel 1913 si ebbe il Nobèl per la letteratura, costruì strade,
ospedali, scuole, università.
Sono andato in bagno perché mi era venuto un attacco di…
Era finita la carta. Mi sono alzato e ho passeggiato con le
mutande alle caviglie fino all’armadietto. Ho iniziato il rotolo nuovo ma l’ho
strappato male. È rimasto un pezzettino attaccato e per pareggiare la carta ho
dovuto srotolarne dei metri. Che nervi. Che notti.
Sono tornato a letto.
Non trovavo una posizione comoda. Ci sono delle volte in cui
ho la sensazione che due braccia siano troppe per dormire bene. C’è un braccio
che non si sa dove mettere.
Senza secondo me si dormirebbe meglio.
Una notte mi sono addormentato sopra quel braccio. Mi sono
svegliato e non lo sentivo più. Era anestetizzato. Che paura! Ho pensato subito
che dovessero amputarmelo.
Il solito ottimista.
(da - È una vita che ti aspetto
– FABIO VOLO – Mondadori )
Finalmente qualcuno ha pensato bene di regalarmi un ereader.
Il Kobo Glo mi è arrivato in una confezione elegante, che
contiene l'ereader e il cavo USB per il collegamento al computer. Più un po' di
carta, ma non le istruzioni. Senza l’aiuto di mio figlio avrei avuto qualche
difficoltà ad installarlo.
Poi è molto facile da usare. Esistono solo due tasti: uno
per l'accensione/stand by/spegnimento e uno per la luce, entrambi posti in
alto, sul lato. Nel lato in basso è presente invece la presa per il cavetto e
sul lato sinistro il vano per l'inserimento della scheda per l'aumento della
memoria.
Non abbiamo riscontrato difficoltà a connetterci col WiFi. Il
touchscreen è un po’ diverso da un tablet di ultima generazione. Ruvido al tatto
non presenta nessun problema, invece, a sfogliare pagine e a usare il menu
dell'ereader: comandi veloci.
Attivazione del Kobo Glo
Abbiamo collegato l'ereader al portatile, scaricando l'applicazione
Kobo Desktop, quindi abbiamo preso i 3 ebook in regalo da scegliere fra una
rosa di 9: Il respiro del drago di Michael Connelly, Il cacciatore di occhi di
Sebastian Fitzek e 1Q84 di Haruki Murakami. L'attivazione è stata semplice e
veloce. Il Kobo si è aggiornato e mi ha scaricato nella libreria i 3 ebook.
Prova di lettura col Kobo Glo
Ho aperto per prova un primo ebook. La lettura è chiara. Lo
sfondo non è bianco, ma non pregiudica la lettura. I testi, anche lasciati con
la formattazione di default, sono leggibili.
Dimensioni del Kobo Glo
Il Kobo si tiene in una mano comodamente. Toccando lo
schermo in mezzo alla pagina si attiva il menu, che permette una serie di
funzioni, come l'ingrandimento del carattere, per esempio. Le pagine si
sfogliando bene, imitando l'azione che si compie coi libri cartacei.
Ho provato il Kobo nella stanza al buio, usando la luce in
dotazione: è come leggere di giorno, una lettura perfetta. Leggere con la
lampada sul comodino spenta, immersi nel buio, è stata una piacevole un’esperienza.
I feticisti del libro cartaceo, inorridiranno di fronte al mio entusiasmo. Mi
sembra già di sentirli. Io adoro l’odore della carta, li voglio vedere in fila
sullo scaffale, mi piace spolverarli eccetera eccetera. I vantaggi del ereader però sono tanti.
Il risparmio prima di tutto, con i prezzi attuali dei libri non ci si ragiona
più e un enorme risparmio anche di spazio. Il peso di una intera biblioteca, milioni
di pagine condensate in 200 grammi che potete infilarvi comodamente in tasca o nella
borsetta.
Carnevale in Piazza del Popolo
Cuore dell'evento diventa l'area cittadina di piazza del Popolo che, abbellita da eleganti lampadari fin de siecle, si trasforma in una grande sala da ballo pronta ad accogliere ed ospitare tutti gli intervenuti. Tutta la zona che circonda la piazza e le strade del centro storico sono, inoltre, addobbate con altri lampadari policromi che, illuminando le vie, creano l'atmosfera di un fastoso teatro all'aperto. Ad Ascoli, il carnevale trova nel suo spirito giocoso la particolarità di coinvolgere tutti i presenti, sia mascherati o sia semplici spettatori. La città si popola di gruppi mascherati e di tante maschere singole, comunemente dette macchiette, che, con pochi mezzi e tanta inventiva, riescono a far vivere con ironia, arguzia e sagacia l'anima e l'essenza surreale della manifestazione, coinvolgendo nelle loro storie, nelle loro rappresentazioni e nei loro racconti anche i presenti che diventano parte integrante della loro mascherata.
Al Carnevale di Ascoli partecipano gruppi mascherati [1] e maschere singole (macchiette); i primi, divisi per categorie in base al numero dei partecipanti, si organizzano con costumi, scenografie dislocate in giro per la città e tutto il necessario per mettere su degli sketch sceneggiati spesso recitati nel dialetto locale.
Le macchiette sono singoli cittadini che, solitamente, imitano personaggi celebri della cultura popolare, della realtà locale o nazionale, come un sindaco, un assessore, o come noti politici, Presidenti del Consiglio o della Repubblica.
Un esempio di mascherata ascolana, presentata in una delle ultime edizioni, aveva come titolo: Meddiola, Pasquale e 'llu Tom de Satèllità, ispirata al navigatore satellitare TomTom e ricamando ironia su di esso, in quanto con la parola tom, in dialetto ascolano, s'intende individuare una persona tonta o di scarsa intelligenza, avendo quindi a che fare con un navigatore (in questo caso era un uomo qualunque) che non sapesse dove andare per le vie della città.
Nuda
di: Cattiva_ragazza
Nuda t’appartengo.
Trattative bloccate
dal sacrificio che mi distoglie
inutilmente,
fuori controllo.
Arbitrio- arbitro- imparziale ormai corrotto
a ferire ciò che resta di illusorio,
di riguardoso
in questo crollo d’amore
e d’anima.
Tutte profondissime le ferite
che non sanano per dispetto.
Ventagli di rovi mossi
con veemenza da mani troppo sudate
per rendersene conto.
Nuda non mi piangi
Non hai maniche di camicia bianche
con cui asciugare lacrime d’occasione e
naso colante.
Nudi per non avere mezzi.
Questo comodo non dover dire cose,
essenze, assenze.
E poi presenze incolte nei campi,
miseri,
dell’ambigua opalescenza dei tuoi ori antichi.
Ma io ti credo lo stesso,
anche quando le tue mani sono troppo calde.
E gli occhi troppo vuoti.
Poi mi copro dei tuoi occhi e ricomincio
a vedermi ossessa ed ossessione.
Ricollocato il calco di questo giorno che ogni tanto torna.
Ripristinati i sensi,
raccolte tra le pieghe delle mie ginocchia
le impressioni inconfessabili di
quei muri incrociati a vie lontane,
mi rivesto.
Dei miei panni questa volta.
E torno ad essere un momento e basta.
Il mio amarti
in tutta la vita che ti ho dato,
in tutta la vita che ti ho preso.
E la rovina nell’attimo in cui
ci siamo ascoltati
fianco a fianco alla pazzia.
Non ci aspetta il senso di questa rete a terra.
E se n’è andato pure l’unico rumoreggiare,
l’acqua di quel lavandino incontinente.
(da il club dei poeti)
Trattative bloccate
dal sacrificio che mi distoglie
inutilmente,
fuori controllo.
Arbitrio- arbitro- imparziale ormai corrotto
a ferire ciò che resta di illusorio,
di riguardoso
in questo crollo d’amore
e d’anima.
Tutte profondissime le ferite
che non sanano per dispetto.
Ventagli di rovi mossi
con veemenza da mani troppo sudate
per rendersene conto.
Nuda non mi piangi
Non hai maniche di camicia bianche
con cui asciugare lacrime d’occasione e
naso colante.
Nudi per non avere mezzi.
Questo comodo non dover dire cose,
essenze, assenze.
E poi presenze incolte nei campi,
miseri,
dell’ambigua opalescenza dei tuoi ori antichi.
Ma io ti credo lo stesso,
anche quando le tue mani sono troppo calde.
E gli occhi troppo vuoti.
Poi mi copro dei tuoi occhi e ricomincio
a vedermi ossessa ed ossessione.
Ricollocato il calco di questo giorno che ogni tanto torna.
Ripristinati i sensi,
raccolte tra le pieghe delle mie ginocchia
le impressioni inconfessabili di
quei muri incrociati a vie lontane,
mi rivesto.
Dei miei panni questa volta.
E torno ad essere un momento e basta.
Il mio amarti
in tutta la vita che ti ho dato,
in tutta la vita che ti ho preso.
E la rovina nell’attimo in cui
ci siamo ascoltati
fianco a fianco alla pazzia.
Non ci aspetta il senso di questa rete a terra.
E se n’è andato pure l’unico rumoreggiare,
l’acqua di quel lavandino incontinente.
(da il club dei poeti)
Tacchino Maiakovskij
Non sembra, ma sotto l'ubertosa e frondosa
foresta tropicale di colori apparentemente vegani, nella calma argentea di un
raffinato vassoio d’alluminio Kuki da forno, giaceva un tacchino, morto. Sotto
peperoni, pomodori, limoni, relative scorze, ginepro, maggiorana, papavero,
coriandolo, prezzemolo, cipolla, aglio, e chissà quali altre frattaglie di
ussari e cosacchi. Lo facevo, dicendomi: "Non sono stato Mai a Kovskij,
cittadina sulle alture presso Gorkij. Vi avrei dovuto incontrare Spasskij e
Bulgakov (o Spaskij e Hutch? Ora non ricordo bene). Ma un improvviso vento
dalla taiga aveva bloccato per due giorni le nostre slitte ad Arkangelsk.
Ezio Falcomer
Due settimane fa ho compiuto 50 anni. La mattina del mio compleanno mi sono
alzato ed ero un po' giù di morale. Sono andato a fare colazione sperando che
mia moglie mi dicesse "Buon Compleanno!" e mi facesse una sorpresa
dandomi un regalo. Invece mi ha detto solamente: "Buongiorno." I miei
figli si sono seduti a tavola e l'unica cosa che mi hanno detto è stata:
"Abbiamo bisogno di un aumento della paghetta mensile!"
Così sono andato a lavorare ancora più depresso, però, appena entrato in ufficio, la mia segretaria mi è venuta incontro esclamando:
"Buon Compleanno!". Mi sono sentito subito meglio: per lo meno qualcuno si era ricordato! Ho lavorato normalmente fino a mezzogiorno quando la segretaria mi ha chiamato proponendomi di andare a mangiare insieme; ho accettato dicendole che era la proposta migliore che potesse farmi. Abbiamo scelto un ristorante molto accogliente, abbiamo mangiato con calma e poi siamo andati da un'altra parte a bere un drink. E' stato tutto molto bello e mentre tornavamo in ufficio la segretaria mi ha detto: "Visto che oggi è un giorno molto importante, perché anziché tornare subito al lavoro non andiamo a casa mia a rilassarci un po'?"
Le ho risposto che era un'ottima idea e che così potevamo bere ancora qualcosa insieme. Appena entrati nel suo appartamento, lei mi ha detto: "Se non le dispiace desidererei mettermi qualcosa di più comodo.", ed io le ho risposto che non c'era alcun problema... così è entrata in camera sua. Dopo un minuto ne è uscita...
...con una grande torta di compleanno seguita da mia moglie e dai miei figli con i quali cantava in coro: "Tanti auguri a te, tanti auguri a te!", mentre io ero in piedi in mezzo al salotto con addosso solo un paio di calzini corti.
Adesso ditemi: "ho fatto bene a licenziare quella stronza della mia segretaria?"
(http://www.4yougratis.it/gratis/racconti_gratis.html)
Così sono andato a lavorare ancora più depresso, però, appena entrato in ufficio, la mia segretaria mi è venuta incontro esclamando:
"Buon Compleanno!". Mi sono sentito subito meglio: per lo meno qualcuno si era ricordato! Ho lavorato normalmente fino a mezzogiorno quando la segretaria mi ha chiamato proponendomi di andare a mangiare insieme; ho accettato dicendole che era la proposta migliore che potesse farmi. Abbiamo scelto un ristorante molto accogliente, abbiamo mangiato con calma e poi siamo andati da un'altra parte a bere un drink. E' stato tutto molto bello e mentre tornavamo in ufficio la segretaria mi ha detto: "Visto che oggi è un giorno molto importante, perché anziché tornare subito al lavoro non andiamo a casa mia a rilassarci un po'?"
Le ho risposto che era un'ottima idea e che così potevamo bere ancora qualcosa insieme. Appena entrati nel suo appartamento, lei mi ha detto: "Se non le dispiace desidererei mettermi qualcosa di più comodo.", ed io le ho risposto che non c'era alcun problema... così è entrata in camera sua. Dopo un minuto ne è uscita...
...con una grande torta di compleanno seguita da mia moglie e dai miei figli con i quali cantava in coro: "Tanti auguri a te, tanti auguri a te!", mentre io ero in piedi in mezzo al salotto con addosso solo un paio di calzini corti.
Adesso ditemi: "ho fatto bene a licenziare quella stronza della mia segretaria?"
(http://www.4yougratis.it/gratis/racconti_gratis.html)
L’età cortese
Alla Corte Cortese di Cortès, veniva
servito un Cortese con ghiaccio. C'era pure Corto Maltese e proiettavano un
Corto di sei ore, di Kieslowski. I giorni erano foschi, Montezuma era di Corte
vedute, politicamente parlando. Corto era anche il modo di giocare delle
squadre di calcio. Tanto pressing, tanto forcing, fuori gioco sulla trequarti,
discese sulle fasce e fulminee ripartenze, probabilmente in direzione di Yuma,
che Montezuma non aveva mai veduto, pur abitandoci a uno sputo. Corte erano le
ore con Cortès. Cortès, che tipo bizzarro! Come suo cugino Pizarro, da non
confondersi coll’imbianchino Pissarro, che pissava pissava come un ramarro.
Corto era il pomeriggio e Azzurro; il pomeriggio era troppo Azzurro, e lungo,
per me. Quasi quasi prendevo il treno, il treno dei miei pensieri, dei
desideri, che all'incontrario va (da Yuma a qua). Anche alle Azzorre era così.
Che palle! "Azz", esclamavo. 'Sto Azzurro ‘Azz..., ‘Azz..., Azteco,
Corto e Bizzarro, Maltese, senza neanche uno Scotch Doppio Malto, Zio Tolteco,
Porco di quel Maya! Non c'erano i Bourbon sul trono, Madonna rotaia! Dominavano
gli Asburgo. Non c'era neanche un chirurgo. Mancava pure il Demiurgo, il Deus
ex Machina. Anche il Mexico era più Corto del Messsico di adesss. In fondo era
tutto uno stresss stare alla Corte, alla Corte con Montezuma e Cortèsss.
Ezio Falcomer
KIPLING
Non c'è persona, per quanto ottusa, che possa veder questo spettacolo ora per ora durante lunghi giorni, senza rimaner colpita, e siccome Harvey era tutt'altro che ottuso, finì per comprendere e godere profondamente il fascino dell'aspro coro delle onde le cui cime si frangono l'una dietro l'altra in un susseguirsi incessante di colpi secchi come uno schianto; la fretta del vento che si precipita fischiando entro ogni spazio vuoto, e aduna in greggi le ombre azzurre e porporine delle nuvole; lo splendido levarsi del sole nell'aurora di fiamma; il ripiegarsi e il graduale scomparire delle brume mattinali, come muraglie che si ritirino l'una dietro l'altra sulla bianca distesa; lo scintillio salmastro e abbagliante del meriggio, il bacio della pioggia su miglia e miglia di acque piatte e senza vita; il freddoloso oscurarsi di ogni cosa al calar della sera, e l'infinito tremolio del mare sotto i raggi della luna, quando il bompresso puntava solennemente la cima aguzza contro le stelle basse dell'orizzonte e Harvey scendeva dal cuoco a farsi dare un tortello.
Ma il divertimento più grande era quando i due mozzi si mettevano insieme alla barra, con Tom Platt a portata di voce, e la goletta col fianco sottovento abbracciato alle onde fragorose, manteneva fermo sull'argano un piccolo arcobaleno casalingo. Allora i picchi gemevano contro l'albero, le scotte scricchiolavano, e le vele si empivano di muggiti, e la Wère Here scivolava in un avvallamento traballando come una donna che inciampi nel proprio abito di seta, per uscirne col fiocco bagnato fino a metà, cercando ansiosa gli alti fari gemelli di Thatcher Island.
Rudyard Kipling, 1897
Un giorno, mentre tornavamo a sera dall'ultimo giro, mi fu possibile osservare lo strano comportamento di due labroni. Sotto di me, tra le ombre lunghe ed indecise che il sole bassissimo tracciava sul fondo, quasi confusi nella foschia di quel crepuscolo sottomarino, due grandi esemplari nuotavano lentamente con i corpi a contatto. D'improvviso, come se un'ignota visione li avesse spaventati, con un guizzo gli animali fuggirono lontano l'uno dall'altro in direzioni opposte. Ma presto si arrestarono, girarono su se stessi e si corsero incontro con altrettanta rapidità. Giunti a breve distanza, si levarono dal fondo quasi verticalmente e poi si unirono, a qualche metro dalla superficie, davanti a me. Con forza, ma senza violenza, congiunsero, in una sorta di lungo bacio, le loro labbra tumide ed espanse: cosi affettuosamente serrati restarono stretti per qualche secondo. Poi, come imbarazzati, si tirarono indietro, esitarono un attimo, si affiancarono, strofinandosi ancora come quando li avevo avvistati. Non volendo perderli di vista, li seguii in quella loro romantica passeggiata. Di lì a poco si ripeté la scena affettuosa di prima, e così ancora per due o tre volte, finché riuscirono a sparire dalla mia vista. Quale interpretazione dare a quella scena? Era un gioco? Erano espansioni amorose? 0 era una lotta? Non ebbi più occasione di assistere ad un simile comportamento ma non potei facilmente dimenticare i "baci" dei due labroni. Forse avevo per caso assistito al segreto rito di una vita tanto diversa dalla nostra, ma pur così palpitante e contrastante con le silenziose profondità del mare.
Franco Prosperi, 1953
STEINBECK
Non siamo mai stati in acque così densamente popolate. Il
fascio di luce che fendeva la superficie mostrava un mare denso di pesce
brulicante, affamato, frenetico e incredibilmente vorace. I banchi nuotavano
ordinati, in pattuglie. Cambiavano rotta e s'immergevano come se fossero stati
un tutt'uno. A milioni seguivano un minuzioso schema di direzione, profondità e
velocità. Commettiamo un errore quando pensiamo a questi pesci come ad
individui singoli. Le loro funzioni nel banco sono controllate, e in modo ancora
sconosciuto, come se il banco fosse un'unica entità. Non coglieremo questa
complessità fino a quando non riusciremo a pensare al banco come ad un animale
di per se stesso, che reagisce con tutte le sue cellule a stimoli cui i pesci
singoli non risponderebbero affatto. E questo animale più grande, il banco,
sembra avere una natura, impulsi e fini tutti suoi. È superiore e diverso dalla
somma degli animali che lo compongono. Se riusciamo a vederlo in questo modo,
non risulterà poi tanto incredibile il fatto che ogni pesce vada nella medesima
direzione, che la distanza tra pesce e pesce sia esattamente la stessa per ogni
individuo, e che pare vi sia un'unica intelligenza a governarlo. Trattandosi di
un unico animale, perché non dovrebbe reagire in quanto tale? Forse questa è la
più incredibile delle considerazioni, ma noi pensiamo che se si studiasse il
banco come un animale a sé stante piuttosto che come una somma di pesci, si
verrebbe a scoprire che determinati individui hanno particolari mansioni da svolgere;
che individui più deboli o più lenti possono avere la funzione di placare la
fame di predatori che mettono a repentaglio la salute del banco nella sua
integrità. Nella piccola Baia di San Carlos, ove coesistevano molti banchi di
specie diversa, si aveva la sensazione (e la parola "sensazione" è
usata a ragion veduta) dell'esistenza di un'unità superiore, della correlazione
cioè tra specie e specie, dell'interdipendenza per il cibo, anche se in effetti
gli uni erano il cibo degli altri. Un animale più grande, dal funzionamento
perfetto, dotato di un'esistenza del tutto indipendente - dalle larve di
gamberetti, al pesce piccolo, al pesce più grande, al pesce gigante - un unico
meccanismo funzionante. E forse questa unità di sopravvivenza si inserisce in
quell'animale più grande che è la vita di tutto il mare, e questa a sua volta
in quello ancora più grande del mondo intero. Sembra che per gli esseri viventi
ci sia un unico comandamento: Sopravvivere!
John Steinbeck, 1941
Le regole del branco
Pare che ci sia un’analogia tra il comportamento degli
uccelli in stormo, dei pesci in banco, e degli animali in branco in genere, con l’andamento della borsa. Gli
scienziati pensano che studiando il comportamento degli animali in gruppo si possa arrivare a scoprire le leggi che regolano l’andamento ondivago, altalenante e schizofrenico
degli scambi commerciali.
Una volta scoperto il meccanismo che regola l’andamento del
mercato, che succederà? Molto probabilmente nulla, per quel tempo avranno già
provveduto a cambiare le regole.
IL VOSTRO AMICO
Gibran
Il vostro
amico è il vostro bisogno saziato.
E' il campo
che seminate con amore e che mietete ringraziando.
Egli è la
vostra mensa e la vostra dimora perchè, affamati, vi rifugiate in lui e lo
cercate per la vostra pace.
Se l'amico
vi confida il suo pensiero non nascondetegli il vostro.
Quando lui
tace il vostro cuore non smette di ascoltarlo, perchè nell'amicizia ogni
pensiero, desiderio, speranza nasce in silenzio e si partecipa con gioia.
Se vi
separate dall'amico non addoloratevi, perchè la sua assenza v'ìllumina su ciò
che più in lui amate.
E non vi sia
nell'amicizia altro intento che scavarsi nello spirito a vicenda.
Condividetevi
le gioie sorridendo nella dolcezza amica, perchè nella rugiada delle piccole
cose il cuore scopre il suo mattino e si conforta.
Khalil
Gibran (1883 - 1931) è stato un poeta, filosofo e pittore libanese. Fra le
opere più diffuse di Khalil Gibran si ricordano Il Profeta e Massime
spirituali.
La Batracomiomachia- La guerra dei topi e delle rane
Da Pigrete Di Alicarnasso a noi, passando attraverso Leopardi.
Il re delle rane si offre di portare sulle spalle
per un giro sul lago il figlio del re dei topi.
Durante la passeggiata un pericolo immediato costringe il re delle rane ad immergersi, causando così l'annegamento del topo. La guerra è inevitabile.
Il poema lascia i topi sconfitti, proprio quando erano vittoriosi, sconfitti dall'intervento di Zeus e dai granchi che li fanno a pezzi.
Leopardi riprende in mano la storia dalla sconfitta dei topi, che per lui sono i liberali napoletani, contro le rane, i borboni, aiutati dai granchi, gli austriaci.
La satira offre al poeta un divertimento ed insieme la libertà di dire la sua, da intellettuale, su quanto sia ridicolo l'agitarsi di tutti se il luogo non è più lo stesso.
Se dal nostro mondo precipitiamo in uno stagno e come le rane nello stagno di Esopo continuiamo a chiedere a Zeus un governatore saggio e giusto,
ricordiamoci che Zeus mandò fra le rane un dittatore che le beccò e se le mangiò.
Ricordiamoci che Zeus, nella guerra fra i topi e le rane, fulminò i topi.
Nessuno riprende ora queste due favolette
eppure sarebbe divertente vedere chi sarebbero i topi ora
e chi le rane e i granchi
Forse sarebbe utile riflettere, spostandoci nello stagno e dallo stagno
osservare, prendere appunti e studiare le rane fare solo cra cra cra
e i topi sulla riva, senza un traghettatore
mentre i granchi organizzano taglienti chele per fare a pezzi e uccidere la democrazia
Sarebbe un insegnamento per tutti, ma nessuno ascolta la classicità
Il re delle rane si offre di portare sulle spalle
per un giro sul lago il figlio del re dei topi.
Durante la passeggiata un pericolo immediato costringe il re delle rane ad immergersi, causando così l'annegamento del topo. La guerra è inevitabile.
Il poema lascia i topi sconfitti, proprio quando erano vittoriosi, sconfitti dall'intervento di Zeus e dai granchi che li fanno a pezzi.
Leopardi riprende in mano la storia dalla sconfitta dei topi, che per lui sono i liberali napoletani, contro le rane, i borboni, aiutati dai granchi, gli austriaci.
La satira offre al poeta un divertimento ed insieme la libertà di dire la sua, da intellettuale, su quanto sia ridicolo l'agitarsi di tutti se il luogo non è più lo stesso.
Se dal nostro mondo precipitiamo in uno stagno e come le rane nello stagno di Esopo continuiamo a chiedere a Zeus un governatore saggio e giusto,
ricordiamoci che Zeus mandò fra le rane un dittatore che le beccò e se le mangiò.
Ricordiamoci che Zeus, nella guerra fra i topi e le rane, fulminò i topi.
Nessuno riprende ora queste due favolette
eppure sarebbe divertente vedere chi sarebbero i topi ora
e chi le rane e i granchi
Forse sarebbe utile riflettere, spostandoci nello stagno e dallo stagno
osservare, prendere appunti e studiare le rane fare solo cra cra cra
e i topi sulla riva, senza un traghettatore
mentre i granchi organizzano taglienti chele per fare a pezzi e uccidere la democrazia
Sarebbe un insegnamento per tutti, ma nessuno ascolta la classicità
Ippolita Luzzo
Ho iniziato il salotto di febbraio “dando i numeri” e qualcuno dirà che tutto va bene, che tutto è normale.
Cosa dicono le statistiche di interessante? Poco o nulla, sono d’accordo anch’io,
tuttavia spulciando con attenzione si possono trarre alcune interessanti
indicazioni. Per esempio, dalle visualizzazioni giornaliere si capisce che il
sabato e la domenica sono i giorni di minor ascolto, tanto per usare un termine
radiofonico. Il lunedì invece è la giornata con i picchi più alti. Dopo la
flessione di novembre e dicembre, con gennaio siamo ritornati al nostro livello
che è intorno alle 8000 visualizzazioni mensili. Sono molti? Sono pochi? Non lo
so, giudicate voi. Per me sono sempre troppo pochi, ma come dicevo all’inizio,
sovente vado fuori giri e da quando ho aperto il blog sono persino peggiorato. I commenti invece sono moltissimi, se si
considera che a farli sono quasi sempre i soliti quattro gatti, che poverini si
sottopongono ai doppi e tripli turni per timbrare tutte le opere pubblicate, e
che non mi stancherò mai di ringraziare. I racconti degli autori di casa sono
sempre al centro dell’attenzione. Sono sempre loro a fare la parte dei leoni in
casa frame, mentre gli articoli, le recensioni le rubriche et similia,
praticamente non se li caca quasi nisciuno, tanto per essere chiari. Ma anche
questo rientra nella normalità.
E passiamo ad altro.
Oggi finalmente posso proporvi un bel racconto di un nuovo
autore che ci è stato segnalato da Elisa Sala e che tra i tanti pregi, io l’ho
letto, ha quello fondamentale di essere un maschietto. Ebbene sì, signore/i,
avete capito bene, trattasi di un ometto e anche giovane, dicono le cronache.
Quindi trattamelo bene e non me lo fate scappare subito. Il trattamento di
riguardo però non vi esime dall’esprimere un parere in tutta franchezza. Lo so
che non sempre è facile dire ciò che si pensa, e soprattutto è ancora più difficile
formulare anche la più velata e timida critica, ma santa polenta, diamoci una
regolata e cerchiamo di essere meno per – ma- lo - si. In ogni caso, contro
questo virus che deprime e abbatte anche fisicamente, è in arrivo una nuova ed
efficace cura, si chiama complimentoterapia. Una mia amica l’ha sperimentata e
dice che funziona meglio della proverbiale mela, infatti sostiene che un
complimento al giorno, tolga davvero tutti i mali di torno. Dove si trova, dove
si acquista? Un po’ dovunque, ma mi dicono che nei siti e nei blog di
letteratura la merce abbondi, anzi, la regalano pure. Quanto costa? Nulla, a
volte basta un sorriso.
Vedo che hai ripristinato il vecchio salotto, bene, a me piace. Lo trovo intimo e accogliente.
RispondiEliminaPer le statistiche non ho commenti, lascio lo spazio ad altri. :-)
Non ricordo di averlo mai veduto, parlo del salotto, forse allora non c'ero.
RispondiEliminaIo non posso dar giudizi di sorta, mi sembra che ci stato un aumento costante, specialmente nelle visualizzazioni.
ciao ciao ;)
Vorrei poter dire che è così, ma non c'è stato nessun incremento rispetto al primo mese completo, cioè settembre scorso. Molti mi dicono che è già un successo esser arrivati al sesto mese di vita. Di solito i blog si spengono prima. Infatti le piattaforme che offrono pubblicità nella rete prendono in considerazione soltanto siti esistenti da un minimo di sei mesi. Se avrà un futuro questa esperienza è ancora presto per dirlo, non dipende soltanto da me. O forse sì? Boh, ci sto pensando seriamente in questi giorni. vedremo.
RispondiEliminaIppolitaaaaaaaa! Abbia pazienza!
RispondiEliminaLa batra...comecacchio...si chiama ???
Che significa? Aiuto proff, non ho capito un'acca. Vorrebbe essere così gentile da ripetere la lezione, perchè ero assente alla spiegazione.
"La satira offre al poeta un divertimento ed insieme la libertà di dire la sua, da intellettuale, su quanto sia ridicolo l'agitarsi di tutti se il luogo non è più lo stesso."
Ma di quale luogo stiamo parlando?
:-))))
Franco, è fisiologico tutto questo.
RispondiEliminaCi si ferma un po' per riprendere
oppure no
insomma ogni blog, ogni gruppo, poi deve assestarsi.
Ed ha un suo destino indipendente dai singoli individui.
Il mio blog ha sette mesi...
ora dovrà essere svezzato
se vuole vivere.
Non è così?
Stai tranquillo, vivila come una bella esperienza e non guardare troppo i numeri.
A volte basta un solo numero per farci contenti.
A me basta che, stamattina, tu abbia postato il mio Ippipensiero
che,su Tiscali, poi continua così...aggiungi tu
Da Pigrete Di Alicarnasso a noi, passando attraverso Leopardi.
Il re delle rane si offre di portare sulle spalle
per un giro sul lago il figlio del re dei topi.
Durante la passeggiata un pericolo immediato costringe il re delle rane ad immergersi, causando così l'annegamento del topo. La guerra è inevitabile.
Il poema lascia i topi sconfitti, proprio quando erano certi della vittoria, sconfitti dall'intervento di Zeus che li incenerisce e dai granchi che li fanno a pezzi.
Nel poemetto I Paralipomeni della Bartracomiomachia Leopardi riprende in mano la storia nel momento finale, dalla sconfitta dei topi, che per lui sono i liberali napoletani, contro le rane, i borboni, aiutati dai granchi, gli austriaci.
La satira offre al poeta un divertimento ed insieme la libertà di dire la sua, da intellettuale, su quanto sia ridicolo l'agitarsi di tutti se il luogo del contendere si sposta dall'agone politicoad uno stagno.
Continuiamo con Esopo
Se dal nostro mondo precipitiamo in uno stagno e, come le rane nello stagno di Esopo, continuiamo a chiedere a Zeus un governatore saggio e giusto,
ricordiamoci che Zeus mandò fra le rane un dittatore che le beccò e se le mangiò tutte.
Rammentiamo che Zeus, nella guerra fra i topi e le rane, fulminò i topi, che, sempre secondo Leopardi, erano i liberali di allora.
Nessuno riprende ora queste due favolette
eppure sarebbe divertente vedere chi sarebbero i topi ora
e chi le rane e i granchi
Forse sarebbe utile riflettere, spostandoci nello stagno e dallo stagno
osservare, prendere appunti e studiare, sentire le rane fare solo cra cra cra
e guardare i topi sulla riva, senza un traghettatore
e dovremmo arginare i granchi che organizzano taglienti chele per fare a pezzi e uccidere la democrazia
Sarebbe un insegnamento per tutti, ma nessuno ascolta la classicità.
Suoni troppi lontani o troppo vicini per essere uditi nel rumore della contemporaneità
Gli aedi suonarono e cantarono ma i rapsodi per riportare i loro canti a noi devono ancora giungere... dal V secolo a.C.
Insomma. Non che adesso sia molto più chiaro, tuttavia la colpa è soltanto mia. In quel periodo studiavo poco e male e poi mi ero innamorato della proff di tecnologia e studiavo solo quella materia. Pertanto in zucca mi sono rimasi soltanto trucioli ;-) A parte gli schezi, stringi stringi, non essere vaga, E facciamoli questi nomi e cognomi, fai un esempio pratico. Chi sencondo te potrebbero essere i topi? I Montiani? I Berluscones? I Gargammellas E le rane chi sono, i figli delle stelle? ;-)))))
EliminaA me sembrano risultati lusinghieri, in così poco tempo.
RispondiEliminaCol tempo e con la paglia le nespole maturano...
Buona giornata.
Siddharta.
Per restare sull'argomento "numeri e statistiche", il tuo pensiero cinico quotidiano, per esempio, ha già fatto 166 visualizzazioni. Anche se per il momento i tuoi lettori preferisco tacere, forse vogliono sapere il seguito della storia. Che ne dici?
EliminaPer Ippolita.
RispondiEliminaRiassumendo... ?
Siddharta.
I riferimenti sono importanti per capirsi.Ok
EliminaRiassumendo io credo che ogni civiltà, ogni momento culturale, abbia rimasticato e riflettuto su temi simili.
Serenella Mi cita il Giusti, Tu Siddharta.
Franco vuole sapere chi siano i topi
per me è elementare
i topi sono la sinistra, in generale,che persero, nel momento in cui vinsero,quando al governo c'era Prodi e qualcuno pensò male di affondarlo.
Le rane, mi sembra il centro, un centro ondivago che un momento si offre di traghettare il figlio del topo e dopo lo annega
e i granchi, pericolosissimi, sono tutti gli agitatori violenti che faranno a pezzi la nostra democrazia.
Chapeau...
EliminaTenerissimo ometto
Eliminatenerissimo autore
tenerissimo fiorentino
lo so lo so
una volta gli uomini, al cospetto di una donna, si toglievano il cappello.
in segno di deferenza ahahah
e tu, educatamente, da gentiluomo, mi saluti.
Come Renzi ahahah
Ometto- mi riferisco solo alla fotografia del piccolo biondo e dolce-
Eliminaspecifico
Sai Ippolita, mi hai ricordato la poesia del Giusti: "I più tirano i meno".
RispondiEliminaChe i più tirano i meno è verità,
posto che sia nei più senno e virtù;
ma i meno, caro mio, tirano i più,
se i più trattiene inerzia o asinità.
Quando un intero popolo ti dà
sostegno di parole e nulla più,
non impedisce che ti butti giù
di pochi impronti la temerità.
Fingi che quattro mi bastonin qui,
e lì ci sien dugento a dire: ohibò!
senza scrollarsi, o muoversi di lì;
e poi sappimi dir come starò
con quattro indiavolati a far di sì,
con dugento citrulli a dir di no.
Come a dire che spesso la chiassosa decisione di pochi ha la meglio sull'irresolutezza di molti.
Grande Gibran!
RispondiEliminaPrendo spunto dalla frase di Khalil Gibran qui riportata:
RispondiElimina"E non vi sia nell'amicizia altro intento che scavarsi nello spirito a vicenda"
per riportare a mia volta un proverbio orientale che ho letto recentemente e che mi ha colpita per la sua grazia:
“Un amico è colui al quale puoi rivelare i contenuti del tuo cuore, ogni grano e granello, sapendo che le mani piu’ gentili li passeranno al setaccio e che solo le cose di valore verrano conservate, tutto il resto verrà scartato con un soffio gentile”.
(Proverbio arabo).
"Gli scienziati pensano che studiando il comportamento degli animali in gruppo si possa arrivare a scoprire le leggi che regolano l’andamento ondivago, altalenante e schizofrenico degli scambi commerciali".
RispondiEliminaMa che ondivago e schizofrenico, qui si tratta di speculatori, grandi società finanziarie che, mettendo su dei cartelli d'intesa, vendono e acquistano drenando denaro dai piccoli risparmiatori e dai paesi con elevato debito pubblico che non riescono a difendersi.
Il Giappone, ad esempio, pur avendo un elevatissimo debito pubblico non è soggetto a queste speculazioni perché ha la possibilità di battere moneta, al contrario dei paesi europei, che si mostrano così più vulnerabili.
Si tratta di grandi movimenti finanziari che, senza rischi, col solo movimento di denaro arricchiscono poche imprese finanziarie.
Non solo Serenella, non solo. Funziona come dici tu, ma ci sono dei comportamenti di massa che non sempre sono spiegabili e riconducibili a un controllo guidato. Esistono degli spostamenti di massa che sorprendono perfino i grandi investitori, ed a questi che mi riferivo.
EliminaSarà il passa-parola. :-)
EliminaIl bacio dei cefali-labroni.
RispondiEliminaCerto non abbiamo studiato così bene i pesci come i mammiferi, ma certo non è da escludere che anche i pesci abbiano delle pulsioni amorose, non solo per la riproduzione.
Pero, che bella scena. C'è sentimento in mare.
Kipling.
RispondiEliminaUn bellissimo brano sul mare. Attraverso questo pezzo è tangibile il senso di libertà provato dai due mozzi.
Da ragazza avevo letto "Capitani coraggiosi" ed ho anche visto il bel film, un vecchio film, interpretato da Spancer Tracy. Peccato che sia stato dimenticato: è da tanto tempo che non viene più trasmesso sui circuiti televisivi.
Ho trovato un sito delizioso, anzi sarà opportuno citarlo in prima pagina, che si occupa di attività marinare. Insomma appassionati di nautica e del mare in genere, dove pubblicano questi brani di prosa poetica che trovo davvero deliziosi. Il tema come puoi ben capire è sempre e solo il mare.
Eliminaciao
Il fascino del mare non stanca mai, te lo posso affermare e riconfermare. ;-)
EliminaSarà piacevole leggere che cosa ne hanno scritto i grandi autori-estimatori.
Brava, è bellissimo il libro, kipling era una passione di mia madre, avevano in casa una gatta che si chiamava Kipling!
EliminaSe vi va, io proporrei una lettura più recente: "Come il Mare" di Wilbur Smith, e inoltre il Grande Conrad.
Bellissima idea.
"Alla Corte Cortese di Cortès, veniva servito un Cortese con ghiaccio".
RispondiEliminaGià l'inizio è divertentissimo.
E' bello giocare con i falsi derivati. Ovviamente per farlo bisogna avere anche un buon bagaglio alle spalle.
RispondiEliminaMi sono divertita. Bravo!
Grazie
Ezio Falcomer ci sa giocare bene con le parole. Sono anche scioglilingua che lui, da bravo attore quale è, interpreta benissimo.
RispondiEliminaNe ho altri di questi gioiellini.
Divertentissimo il racconto sulla segretaria. Spero Franco che la cosa non ti riguardi; comunque sia, senz'altro, vista l'esperienza, oggi non ti succederà.
RispondiEliminaTANTI AUGURI DI BUON COMPLEANNO FRANCO!
e così posso anche aggiungere 100 di questi giorni:
Grazie grazie... no, non mi riguarda, ma mi sembrava divertente, soprattutto oggi.
EliminaCiaooooooo
Auguri auguri auguri webbici a te, Franco, acquario, acquario, acquario
RispondiEliminaAuguri auguri auguri
Cinquanta?
Sessanta?
Non ha importanza
Basta essere entusiasti e tu lo sei
Grazie grazie Ippolita, sì è vero un po' di entusiasmo mi è rimasto ancora in corpo.
EliminaGrazie
Scusate per l'intrusione ma volevo fare gli auguri di BUON COMPLEANNO al MIO PAPA' BLOGGER :ti mando un bacio virtuale prima di quello reale !!!
RispondiEliminaauguri Marta
Ma che bella sorpresa Marta, dopo vengo a prendere il bacio reale, ma intanto mi gusto quello virtuale.
EliminaGrazie.
Come non essere presente, ovviamente nello spirito...
RispondiEliminaCi sono anch'io a farti tutti gli auguri del mondo. http://2.bp.blogspot.com/-iOXYccaUGbY/UJAUHHCJJgI/AAAAAAAAAsk/kby2woHTXpE/s200/cuore.gif
Un baciotto
E volevo ben vedere se non mi facevi gli auguri.
EliminaGrazie Elisa per la gif e per tutto.
Ciao
http://youtu.be/znBKX_9rk9I
RispondiEliminaAuguri "storici" al nostro...Presidente;-)
Grazie grazie
EliminaDalla Mariline gli auguri diventano speciali. Uè, quel presidente là ha fatto una brutta fine poveretto, ma dicono che nella vita se la sia spassata mica male;-) Io decisamente ho fatto meno carriera, in tutti i sensi.
Ciao
Ho letto, e quindi mi associo agli auguri.
RispondiEliminaE approfitto dello spazio, per non sprecarne ( siamo in tempo di ristrettezze... ).
Bravo ragazzo, il nostro Gibran.
Dove poi abbia trovato tutti questi amici, non riesco a capacitarmi.
E sì che son vissuto a lungo.
Io non ne ho alcuno, di nessun calibro.
In verità ne avevo avuto uno: stesso lavoro, stessi studi, famiglie interattive, ecc.
Poi per una manciata di lenticchie mi ha venduto.
Un tradimento che mi ha fatto scadere ogni altra relazione a livello di semplice conoscenza.
Con in più gli aculei sulla pelle.
Non ascoltate Kahlil, credete a me!
Siddharta.
Sulla < Segretaria >.
RispondiEliminaHo la sgradevole sensazione di averla già letta da qualche parte...
Comunque sulla mia segretaria del tempo una storia vera.
Dopo aver pranzato insieme in un ristorante cinese ed avere pazientato sui suoi dotti consigli su come mangiare le portate, in Ufficio ella ebbe a pretendere di baciarmi appassionatamente.
Ma nel suo sorriso a 32 denti intravvidi un residuo di insalata in un interstizio.
Va da sè che non se ne fece niente, ma da allora presi a girare con spazzolino e dentifricio al seguito...
Siddharta.
Grazie per gli auguri.
EliminaLa storiella non è mia naturalmente e non sarà nemmeno nuova, forse l'avremo trovata sullo stesso sito http://www.4yougratis.it/gratis/racconti_gratis.html,
il quale l'avrà estrapolata da un altro ancora e infine chi sa chi l'avrà scritta per primo? Infatti l'origine delle barzellette è sempre ignoto.
Io la conoscevo sotto forma di barzelletta!
RispondiEliminaIAh... ecco, adesso sono più tranquillo. E io che pensavo d'aver pubblicato un classico della letteratura d'evasione.:-)
Eliminatanti auguri al mio nonnone da Valerio
RispondiEliminaMa che dolce!!
EliminaTutto suo nonno!
EliminaGrazie neh...
Hai avuto tante piacevoli sorprese sul web.
EliminaAnche Valerio ama scrivere?
Ama soprattutto leggere :-)
EliminaFranco, se aggiungi Bella senza anima di Cocciante,
RispondiEliminacioè la mia citazione di oggi nel mio blogghetto, fai il servizio completo...
non come Full Monty, però!
Ciao a tutti e buona domenica
oggi teatro
Sabina Impacciatore- E' Stato così-
Come i racconti di Stefania Convalle
Amo leggere in qualsiasi forma, su qualsiasi superficie, in cartaceo e sul web
RispondiEliminac'est la meme chose
quel che importa è che la qualità della lettura sia da me riconosciuta
e che non mi annoi
insomma io leggo per divertirmi, per imparare, per riflettere e
scrivo per parlarne
Mi sa che siamo tutti d'accordo,vero?
Mi spiegherai perchè io,col mio tablet, un Android della vodafone, non riesca a scaricare book?
Perchè non sei capace!
EliminaTuttavia se vai sullo store del tuo Android troverai l'elenco degli ebook da scaricare, sia gratis che a pagamento. Basta seguire le istruzioni.
Mannaggia, Franco, mi hai fatto venire voglia di comprare sto' coso, Kobo Glo, o come si chiama. Costa molto? perché, sai, di questi tempi montiani....
RispondiElimina129€ il kobo glo il migliore, altrimenti si parte da 79€.
EliminaLo voglio.
EliminaBUON SAN VALENTINO a tutti gli innamorati e, per chi non ce l'ha, che gli porti l'anima gemella (su un piatto d'argento... tanto per facilitare le cose).
RispondiElimina:-))
Mi associo agli auguri a tutti gli innamorati, allargando però il concetto all'amore in generale, non solo quello di coppia. Ieri mattina, per esempio, sono uscita con una mia cara amica e ho visto che le piaceva un pupazzetto molto tenero, così gliel'ho regalato per amicizia, perché mi ha fatto piacere fare un gesto carino per lei, sorprenderla;-) A volte basta davvero poco per far sentire ad una persona quanto teniamo a lei.
Elimina:-)
Saranno pure ricorrenze di carattere commerciale, ma insomma ci sono cose peggiori da cui guardarsi. Tuttavia mi associo domani al club del volemese bbene, anzi, dopodomani ancora meglio.
RispondiEliminaCiao neh
Bravo! Approvo!
EliminaIstituiamo la giornata del
Io amo il mondo... nonostante tutto!
Sì, sì, dai!!! Cuoricini a tutti e abbracci a tutti :-D (a parte a quelli che mi stanno potentemente sulle balle;-) ancora non sono diventata "santa" ;-)...)
EliminaCmq S. Valentino sarà pure una festa commerciale, ma a me piace e dipende poi da come ognuno di noi la festeggia;-)
Per esempio, oltre che regalare pupazzetti alle mie amiche del cuooooore;-), ho ordinato una torta per stasera a forma di cuore, con crema pasticcera e fragole: sarà pure una festa commerciale, ma almeno ho la scusa per mangiarmi un dolce!! :-))
In effetti non vale il farsi trascinare nel carattere commerciale, però, visto che la ricorrenza è ormai consolidata, perché non fare un gesto d'amore, o d'affetto, o d'amicizia, o di partecipazione? Anche un semplice gesto, che non costa nulla ma che spesso riesce a dare una spinta ad un umore migliore: a chi lo riceve e a chi lo dà.
EliminaSono d'accordo, Serenella:-)
EliminaUn cuoricino per te:-)))
Buona giornata d'amore a tutti!!!...ma non solo questa, vi auguro per ogni giorno un mini-valentino in tasca.........anche un pò diavoletto va bene!
RispondiEliminacinzia
Fabio Volo non l'ho mai letto e, quindi, non conoscendolo, non posso dire nulla su di lui: però, se quanto riportato lo rappresenta non rimpiango certo di non averlo letto.
RispondiEliminaLui scrive così, e forse non è nemmeno lui. Infatti non è casuale il linguaggio e nemmeno povero, è solo studiato per far presa su un certo tipo di lettore. Che dire, se non piace basta non spendere soldi inutilmente.
EliminaIo ho letto un paio di libri e devo dire che uno un particolare mi è piaciuto, "Il giorno in più" mi pare di ricordare.
EliminaCara Stefania, io, da Fabio Volo, imparai che , dopo aver spremuto l'arancia, bisogna sciacquare lo spremiagrumi.
EliminaUn gesto facilissimo, fatto subito.
Se fai passare tempo invece diventa complicato pulire.
Come nella vita.
Se elimini subito un nick, un rapporto, una conoscenza, basta solo un getto d'acqua.
Se lo lasci sul tuo vissuto, dovrai lavorare per scrostarlo.
Grazie, Fabio Volo!
Da allora sciacquo celermente il mio spremiagrumi!
permesso?
RispondiEliminason di passaggio. son solo un viandante che sfiora le case e chiede, a volte, ospitalità...
non ho nulla, se non la bisaccia colma di paroloni.
Che devo fare per chiedere ospitalità?
danke
Siamo tutti di passaggio in questo mondo, pellegrino.
EliminaDimmi che vuoi fare, ma fallo con parole semplici, cerca di essere convincente... e poi vedremo.Di parolone ne abbiamo da vendere.
bitte
Parliamo di Fabio volo? Bene! Io lessi un solo libro "il giorno in più" non male, ma a parte una scena in una doccia a New York, ora ricordo la storia in grande vagamente.
RispondiEliminaQuello che mi chiedo come fa a vendere milioni di copie se nessuno lo compra! Forse a Mercato Nero? Tempo fa, moltissime donne riportarono su FB le frasi celebri di questo povero scrittore.
Vedo che tutti noi viaggiamo col bugiardino in tasca. Quando ci comoda lo leggiamo.
Buona serata
Ma stai tranqui;-) si sarà spaventato per il Magazine;-) Poi torna:-D
RispondiEliminaGrande Montale! Arguto e geniale aveva già capito tutto.
RispondiEliminaAllora Franco cerca di rimetterti presto, sentiamo la tua mancanza.
RispondiEliminaAbbasso l'influenza!
Ciao.
Forse anche Siddharta ha l'influenza, ecco perché è sparito.
EliminaAuguri di pronta guarigione anche a lui se è così.
Ossignur...Non hai il fisico!!! Ti ci vuole un po' di aria milanese neh;-) (infatti io ho sempre l'influenza :-\ )
RispondiEliminaci manchi, siamo alla deriva, per fortuna c'è bonaccia... abbiamo bloccato il timone...
RispondiEliminapausa salutare...
Ciao
Auguri di pronta guarigione, dunque.
RispondiEliminaLa tua assenza si fa sentire...
Un buon brodo di gallina, allora.
RispondiEliminaNon eri tu che avevi ancora, nel tuo racconto, galline vecchie che fanno buon brodo?
Auguri di guarigione immediata. Siamo tutti raffreddati. ciao
Grazie a tutti voi. Niente di grave, ma che disdetta.
EliminaDopo il Barcellona,se domenica non perdiamo il derby con l'inter, sono sicuro che per lunedì sarò di nuovo in pista vispo come un galletto. ;-))))
Derby?? FORZA M.I.L.A.N.!!!
RispondiEliminaCià, niente scuse, torna in pista prima di lunedì... e ke kezzo! Sono già in crisi di astinenza!!
Ciao Franco,
RispondiEliminatanti auguri di buona ripresa, approfitto per farti i complimenti per questo blog speciale.
cinzia
Sto molto meglio Cinzia, mi fa Piacere ritrovarti tra queste pareti.
EliminaCiao
Dopo di noi il dubbio. Una domandina da niente la tua, una cosetta da risolvere tra un'olivetta e uno spritz. Ma santa polenza, quando mai il mondo è stato un angolo di paradiso? E se quello che stiamo vivendo fosse tutto sommato il meno peggio? Insomma chi l'ha inventata la cattiveria? Ci sarà in giro qualche filosofo con la rispostina pronta.Molto più distensive e condivisibile le altra considerazioni. Poetica la visione dell'universo attraverso il turbinio del pulviscolo contro luce. Un classico.
RispondiEliminaMeno male, ti vedo agguerrito!
RispondiEliminaTi è passata "la Grippe?
Mi ha sempre fatto paura l'uomo come essere superiore.
Bentornato!
Sì, decisamente meglio oggi. Grazie
EliminaDopo di noi il dubbio: tutto sommato, nonostante i tanti MA e i tanti PERO', nonostante l'uomo abbia dimostrato alla grande la sua stupidità ed "ignoranza" e portato il Pianeta ad un passo dalla distruzione... beh, nonostante tutto io ci credo ancora nell'essere umano, nelle nuove generazioni e in quelle come le nostre che comprendono tante persone che hanno fatto un cammino spirituale che ha risvegliato le coscienze.
RispondiEliminaLa storia si ripete mille e mille volte, anche se non in maniera uguale, ma le nostre storie, così come i nostri dubbi e le nostre domande, rimangono simili e tornano a ripetersi nel corso dei millenni.
RispondiEliminaIn fondo, oltre ad essere piccola cosa rispetto all'universo, siamo ancora degli infanti rispetto all'evoluzione e l'uomo è progredito poco rispetto a sé stesso (esistono ancora le guerre).
Psicologicamente parlando, naturalmente, perché non si discute che scienza e tecnica siano andate molto avanti e ancora andranno in maniera esponenziale.
Finché c'è vita c'è speranza, quindi, facciamoci coraggio.
E poi ci penserà il sole... (non ricordo fra quanti miliardi di anni) che si farà troppo, troppo caldo, perché la terra possa resistere.
Ma a quel punto, o l'uomo si sarà già autodistrutto, oppure avranno già provveduto a rimediare.
in realtà dal punto di vista evoluzionistico la teoria che reputo più calzante e che spiega meglio il comportamento umano è quella del c.d. "gene egoista".
RispondiEliminaSiccome è più facile sopravvivere in gruppo che da soli, ciò che aiuta la sopravvivenza del gruppo è bene, ciò che la compromette è male.
La consapevolezza, a livello inconscio, della nostra mortalità, ci fa preferire i comportamenti che garantiscono la nostra sopravvivenza indirettamente, cioè attraverso quella parte di geni che trasmettiamo alla prole.
Pertanto, siamo disposti a sacrificare tutto per essa.
In questa scala di valori, o meglio, di priorità ai fini della sopravvivenza genetica, vengono prima l'individuo e i suoi figli, poi i parenti, poi il clan etc. fino ad arrivare a chi è totalmente estraneo.
Un comportamento che consenta la sopravvivenza mia e dei miei figli sarà quindi preferito ad un comportamento che garantisca la sopravvivenza del gruppo.
L'intelligenza sta sostanzialmente nella capacità di individuare a lungo termine gli effetti dei comportamenti rispetto a questa scala di priorità.
Quindi, per esempio, oggi non adotto un comportamento che sarebbe immediatamente gratificante perché so che, a lungo termine, si rivelerà dannoso o inutile.
Noi siamo il risultato di un'evoluzione naturale che nasce in modo del tutto casuale: originariamente i comportamenti istintivi erano casuali, ma, nel tempo, di generazione in generazione, solo i comportamenti positivi hanno portato al proseguimento della specie e quei comportamenti sono diventati il bagaglio istintivo della specie.
EliminaFacciamo un esempio: se una madre ha coraggio difenderà i propri figli dal pericolo; abbandonandoli non farebbe proseguire la specie, essi morirebbero.
Ecco allora che proseguirà solo la specie della madre coraggiosa, i cui figli tenderanno ad assomigliare alla madre, e quelli che non avranno ereditato quell'istinto protettivo, non difendendo la prole, non potranno diffondere la loro caratteristica negativa.
Ed anche: da un animale potrebbero nascere più figli, diversi gli uni dagli altri. Ecco che ci sarà quello che seguendo l'insegnamento della madre imparerà a non fare rumore quando lei è assente, e un altro che, invece, uscirà dalla tana. Quest'ultimo avrà minori probabilità di trasmettere il comportamento dannoso perché andrà incontro ai pericoli (molti documentari ci hanno mostrato scene di cuccioli uccisi a causa del loro comportamento imprudente).
Io non lo so cosa avverrà dopo la mia dipartita, mi dispiacerebbe che tutto finisse, forse mi potrai capire. Ti ricordi il primo libro delle Torre Nera? Quella spiaggia? Non vorrei che finisse così perché l'uomo ha delle capacità incredibili, ma non le sa usare.
RispondiEliminaPrendi il Clan delle civiltà fredde confrontala con la nostra civiltà piramidale: cambia molto per la sopravvivenza della specie...basta altrimenti scrivo un librooooooooooooo
Ciao Rob
Buona serata
V.G.Rossi, lo scrittore ligure del mare? Penso sia lui.
RispondiEliminaSa descrivere il mare e certe situazioni con maestria.
Una curiosità, sempre ché mi sia permessa.
I fenicotteri rosa sono una meraviglia, nascono bianchi e assumono quel colore mangiando i gamberetti rosa.
Purtroppo nelle valli del delta del Po, si stanno decimando mangiando i pallini di schioppo dei cacciatori, quintalate di pallini di piombo.
Ho letto i suoi articoli su Epoca, era un poeta. Il poeta del mare.
RispondiEliminaRicordo che aveva delle belle espressioni simpatiche nelle sue fotografie. Gli ridevano gli occhi.
Sono molto preoccupata, miei cari.
RispondiEliminaSi evince dal blog, vero?
Domani parlerò in una manifestazione in ricordo di Gaber
E leggerò un mio blog
Destra e sinistra.
Poi se lo vorrete leggere, sarò felice di postarlo qui e parlarne un po'.
Vi leggo con affetto e sono contenta di essere letta da voi
questi sono i piaceri della vita...
Ciao e grazie come sempre dell'ospitalità!
Che dire, a volte mi meravigli. Forse sei troppo io, io ,io; per i miei gusti, però, ti arrabatti bene.
RispondiEliminaPensa che Horwell lo scoprii negli anni sessanta e anche "quando fiorirà l'aspidistra", allora mi colpirono i suoi libri, lo definii un sensitivo del futuro, e lo è stato davvero.
.
L'aspidistra fiorirà, e meno che mai in una stagione definita. Prima dico a chi legge che pianta è l'aspidistra così poco conosciuta con il suo vero e. Tutti noi abbiamo avuto in casa questa pianta, pianta che regge ogni tempo e non molla la sua voglia di vivere anche in scarsità di luce. Io ricordo queste piante poste sopra degli sgabelloni negli angoli bui degli ingressi o nei pianerottoli delle scale, chiamata comunemente "lingua di Suocera". Si crede non fiorisca mai, ma se viene accudita con cura e posta in un luogo luminoso, Fa il suo fiorellino: un lungo filo simile al mughetto, a differenza i suoi fiorellini sono simili alla cera.
Ovviamente il buon vecchio Horwell voleva intendere proprio questo. E ora? Che Dio c'aiuti!
ciao
Ma, io penso che l'importante sia mantenersi nei limiti del rispetto. Su fb ultimamente si era data la stura ad ogni insulto e ad ogni intolleranza (un po' come quell'incapace tedesco che si è permesso di intromettersi negli affari italiani senza alcun riguardo verso un voto democraticamente espresso in un Paese straniero).
RispondiEliminaLa cosa mi ha dato fastidio, tanto che ho messo una dedica rivolta a tutti gli intolleranti:
http://www.youtube.com/watch?v=qAdPL1u2z3A
Mamma mia, certe volte noi siamo bravissimi a renderci ridicoli, ma questa tendenza a lasciarci prendere a pesci in faccia non la sopporto. Non ne faccio una questione di razza, ma tanta indignazione per lo scivolone tedesco non l'ho percepita. Ce lo meritiamo?. Me lo domando seriamente, forse sì, ma certo fa male.
RispondiEliminaBisogna riconoscere che Napolitano si è comportato molto bene, sia nella risposta dignitosa e sdegnata rivolta a quell'imbecille, sia nel fare annullare il pranzo ufficiale che si doveva tenere a Berlino, proprio perché era prevista anche la partecipazione di quell'incapace politico.
EliminaBel pezzo Ippi; purtroppo le crisi economiche tirano fuori il peggio dall'umanità, e, veramente, nessuno impara mai niente, speriamo che, almeno questa volta, le voci degli intellettuali si leveranno alte (buona questa), come tu auspichi (ma io dubito assai, sono i peggiori servi)
RispondiEliminaPatti, felice che ti sia piaciuto, saluto anche Serenella,Elisa e Franco,e oggi lo rileggo, in una associazione che si chiama Altrove e si occupa dei carcerati. La presidente insegna nel carcere e lo sappiamo tutti, ma forse no, che il carcere, in Italia, è solo abiezione, non redenzione.
EliminaOgnuno fa quel che può
ciao a tutti
Brave, Ippi.
EliminaI Radicali Italiani continuano con le loro battaglie non violente a mettere in evidenza la drammatica situazione delle carceri italiane, dove vi sono sempre più detenuti, e in condizioni sempre peggiori, nonostante anche i richiami fatti all'Italia dalle competenti autorità europee.
Serenella, sono appena tornata, è stata una bella SERATA.
Eliminal'associazione Altrove si occupa anche di teatro nelle carceri, molti sono insegnanti in un carcere, e sì, ci sono realtà terribili.
Mah, siamo impotenti, però possiamo raccogliere il disagio sia dei carcerati che dei carcerieri.
Abbiamo guardie carcerarie, con noi, molto sensibili al problema.
Ciao a tutti voi
Buona notte
Con stima vi mando il mio ultimo blog
RispondiEliminahttp://trollipp.blogspot.it/2013/03/un-gesuita-papa.html
saluti da Ippolita