14/02/2013
etichetta: racconti AA.VV.
Per ore giace nel piccolo cesto di vimini, confusa fra mollette,
fermagli, sigarette e accendino. In questi periodi di frustrante inazione,
prova a muoversi, ma il cesto la contiene appena: stirandosi, finisce per
sbattere contro la parete circolare. Il cesto non ha l’aria cattiva, non sembra
avercela con lei, eppure il ricorrente desiderio è stare stretta fra le dita
della mano destra di lui, per scrivere lunghe frasi, d’amore o di rammarico non
importa.
Pure consapevole che l’anima che la percorre all’interno,
l’inchiostro, non durerà a lungo, vorrebbe agire di continuo, godere nel
riempire il foglio di carta, abbracciarlo in una stretta duratura.
I rumori della casa - il battito del ventilatore al soffitto, il
ticchettio della sveglia, la voce del presentatore alla Tv, lo squillo del
cellulare - le risultano incomprensibili e fastidiosi; mai ha provato a
chiedersi il significato, a scambiare con loro qualche frase, seppure di
circostanza.
La sua voglia, quella di sentirsi sfregata dai polpastrelli, di
avvertirsi necessaria nell’articolazione delle dita, di agire all’unisono nel
respiro e nei movimenti insieme a lui. E quando succede, non nota che la palma
della mano è sudaticcia, non le importa se talvolta, con una linea a malapena
retta, cancella parte di quanto lui ha scritto. Si innamora di quanto ode,
quando lui poi rilegge, riempito il foglio, a bassa voce.
Lui non prova la medesima passione, non è amante fedele, spesso la
tradisce con la tastiera del pc, dove si limita a sfiorare i tasti, come avesse
timore di farle male, con una delicatezza che a lei è negata.
Nel compilare la lista della spesa, lui torna a cercarla: poche righe
vergate in fretta, la calligrafia sbilenca e disordinata, i nomi dei prodotti
da comprare strani. Allora si sente come una donna di strada che in poco tempo
fornisce un servizio squallido, consumato velocemente, senza piacere reciproco.
Depressa, torna con la mente a quando stava a stretto contatto,
eretta, insieme alle sue sorelle, in scatole di cartone, prima che fosse scelta
da chi aveva fatto intendere che mai l’avrebbe abbandonata nel corso della sua
breve vita.
E se pure ha coscienza che la sua esistenza è stata avara di gioie,
dopo aver intravisto progetti esaltanti di unione e di affetto perenni, scrolla
il cappuccio mordicchiato dai denti di lui, si consola pensando che la felicità
duratura non è di questo mondo, dove abbondano le speranze e scarseggiano le
soddisfazioni.
In questo, senza rendersene conto, avviene il miracolo di una perfetta
intesa – d’anima e di corpo – con il suo lui, pervaso anch’egli dalla
sensazione di come sia inutile lottare contro un destino che si presenta
soltanto nemico.
Benvenuto Salvo a casa di frame. Una presenza la tua che mi fa molto piacere, e non solo per il tuo indubbio valore come scrittore e poeta, ma per la stima e la simpatia che ci lega da tempo.
RispondiEliminaSpero ti troverai bene in questa casa, e come diceva sempre Troisi, piccola ma onesta. :-)
A proposito, quasi me ne dimenticavo, complimenti per il racconto, una chicca.
Per San Valentino, in un blog di lettura e scrittura, questo tua storia amorosa con una penna è deliziosa.
RispondiEliminaLa leggerezza e l'eleganza del raccontare rendono viva la penna che mi parla e che si lagna del tuo distratto uso.
Ma oggi no, oggi tu la prenderai, la cullerai e le offrirai una rosa... ahahah
come ad una donna
beh
Salvo, piacere di averti letto.
scrivi di lei e scrivi con lei
noi tastanti non abbiamo che lui, il tasto
Ciao
Una gradevolissima lettura.
RispondiEliminaLe penne sono oggetti particolari, molto personali, ma ci vuole sensibilità a ricordarsi di loro in maniera così partecipe.
Viene da ricordare le penne regalate per la prima comunione: quanta importanza rivestivano, erano oggetti preziosi, dei quali si teneva particolarmente conto.
Ognuno di noi penso abbia ancora una penna del cuore, quella da tenere sempre a portata di mano nel taschino o, per le signore, nella borsa.
Così, nella vita: paragonati ad una penna, che può essere dimenticata oppure trovare intesa preziosa.
Sono molto contenta di trovarti qui.
Il fatto stesso di parlare di "penna" come oggetto principale di scrittura - come del resto tutti facciamo, io per primo - dà un'aria vagamente retrò, malinconica.
RispondiEliminaRacconti su tastiere o Ipad, ancora, non se ne sono visti e chissà se mai se ne vedranno.
Forse quando verranno sostituti da altri strumenti di scrittura.
Ringrazio Franco per l'invito rivoltomi d'essere presente con i miei scritti.
RispondiEliminaBontà sua, non ritiene che il livello qualitativo del suo blog ne soffrirà :-))
Che mi è parso, a una prima occhiata, variegato negli interventi e, soprattutto, non autoreferenziale.
Ringrazio anche chi mi ha commentato per la cordiale accoglienza. Salvo
Hai ragione Salvo, sono troppo modesto!
RispondiEliminaMa prima o poi presenterò il conto a tutti i mie ospiti: li costringerò a leggere l'opera omnia del sottoscritto,
in ginocchio sui ceci. Poi li interrogo tutti e chi non sa rispondere lo metto dietro la lavagna. Vedrai che lo faccio, prima o poi... ahhh se lo faccio.
E tu non credere di cavartela così a buon mercato, tra non molto verrò ancora a battere cassa, quindi preparatati a sganciare un altro racconto.:-)))
Ciao, franco
ciao Salvo, un piacere leggerti ma povera penna mi ha fatto tenerezza ;-)
RispondiEliminaCiao Salvo
RispondiEliminaSiamo abituati nel lungo percorso della vita, ad attorniarci di oggetti che diventano importanti e senza volerlo - io qui sarei per il surreale - prendono vita. La penna, una volta era un intoccabile: guai venisse adoperata da altre mani. Il rito del caricamento dell'inchiostro la pulizia e ora, La poverella sta guardando il suo padrone che vola sui tasti e gli errori? Tac spariti! senza segnacci brutti e lei passata di uno scalino ora serve solo per fare la nota delle spesa. Se potesse parlare quante cose verremo a sapere del suo padrone. Forse se ci alziamo in piena notte, potremmo trovarla a far due chiacchiere con le matite colorate e soprattutto piangere per l'amico perduto.
Bravo e ora non scappare
Notte o meglio buon caffè
Ma che bello ritrovarsi tutti qui! Ciao Salvo, un pezzo che ho letto volentieri.
RispondiEliminaHo apprezzato il tuo aver antropomorfizzato la tanto ormai bistrattata penna, scavalcata quasi del tutto dalla tastiera, perché così si avverte di più la nostalgia e l’attaccamento che hai nei confronti di questo affascinante strumento.
Però, vogliamo mettere quanto sia comodo scrivere al computer? Da tale punto di vista mi sento più figlia di questi tempi.
Vedo che l'elite della vetrina si è trasferita qui in blocco, o quasi.
RispondiEliminaSpero non ci abbandoniate, se no come facciamo noi poveri allievi a migliorarci...
Ciao mauri, ci conosciamo?
EliminaE’ probabile di sì, se per vetrina intendi quella che penso io.
In ogni caso tranquillizzati, la presenza in questo blog non preclude la partecipazione attiva al sito di appartenenza e viceversa. Questo blog non ha la presunzione di sostituire il classico sito di letteratura, ma molto più modestamente offrire una sponda, uno spazio a tutti quelli che amano la prosa, senza trascurare la poesia naturalmente. Della qualità dei miei colleghi è una cosa di cui vado fiero. Spero non sia considerato un reato. ;-)
Assolutamente no. Sono solo un po' preoccupato, avendo letto nomi del calibro di Scollo, Daniela, Siddharta ed altri e visto il recente andamento di quella che "pensi tu", non vorrei che "questa" mi venisse a mancare. Comunque, nessun reato, e scusa per l'intrusione. Sono Maurizio coi riccioli. Ciaaooo
RispondiEliminaOllahh Maurizio con i riccioli. Ma stai tranquillo, quelli che hai nominato e gli altri mi risultano tra i più attivi sul club, io stesso partecipo attivamente, semmai le cause dello scadimento del settore della narrativa sono diverse e altre. Tuttavia non mi pare opportuno discuterne in questo spazio dedicato al racconto di Salvo e non voglio approfittare. Caso mai ci sentiamo in privato, mi farebbe piacere, il mio indirizzo mail lo trovi sulla home page.
EliminaIl ghiaccio è rotto, il dado è tratto...
EliminaEd ora i duelli letterari!
Sid
Quanti ricordi suscita questa bella prosa lirica ora in lettura!
RispondiEliminaLa penna nella storia della mia vita.
Perchè per antonomasia essa incarna tutte le consorelle che si sono avvicendate tra le mie dita.
L'antico pennino legato al calamaio del banco di scuola ed alla rigida gomma da cancellare, le sorprendenti biro a colori del dopoguerra regalatemi da amici abbienti, i pennini intinti nei vasetti colorati della china, la Parker d'oro dono della mia fidanzata rubatami dalla scrivania ( oh che dolore! ),
La penna da scrivere, la cazzuola dell'intellettuale che tramuta in scrittura i suoi pensieri.
Sì, un rapporto indefinibile d'amorosi sensi, una presenza perenne sulla scrivania, l'amica di tante emozioni nelle varie età della vita.
Impugnata con noncuranza dai professionisti del ramo, con fragilità e sospetto dagli analfabeti di ritorno.
Ed eccola ora, mentre scrivo, scorrere fedele, convinta e sicura in modalità chiara sul foglio.
E per niente permalosa, pur intuendo che dovrò abbandonarla qualche tempo per affidarmi alla fredda rigida tastiera del p.c.
Pezzo d'ingegno letterario, questo in lettura.
Siddharta