Sulla terra
Prima di
coricarsi Maria pose accanto alla scatola con il fiocco rosso un piatto colmo
di dolcetti, mandarini, frutta secca e nello spegnere la luce si assicurò che
in cucina tutto fosse in ordine. S’infilò nel letto accanto a suo marito che
dormiva ormai profondamente e chiuse gli occhi cercando d’immaginare il volto
felice di suo figlio, mentre giocava col nuovo trenino elettrico.

Pensò ad
altre cento cose in attesa di prendere sonno: alla spesa da fare, alla bolletta
della luce da pagare, al suo capufficio, a suo marito che russava e alla
lavatrice da riempire. Per la paura di dimenticarlo pensò anche al compleanno
della suocera ma alla fine si addormentò. Era la sera del dodici dicembre e
prima che Santa Lucia bussasse alla porta, il suo cuore cessò improvvisamente
di battere.
Il primo ad
accorgersi della sua morte fu Melhaiel, il suo Angelo custode, che sorpreso e
sconvolto per l’inatteso evento prima si dispiacque poi, incapace per sua
natura di pensare che si trattasse di un'ingiustizia o di un errore del Padreterno,
si domandò suo malgrado perché mai Maria dovesse morire così giovane e proprio
quella notte.
«Santo
cielo!» esclamò l’Angelo custode, spaventato per la gravità dei suoi pensieri e
rivolgendo lo sguardo umile verso le alte sfere celesti, aggiunse: «Sia fatta
la volontà del Signore, ma potrei sapere perché non sono stato avvertito
prima?»
I sette
Arcangeli si sporsero dal coro per vedere da chi arrivasse quell’insolito
appello. Era forse una protesta, si domandarono meravigliati.
«Chi è
quell’Angelo?» chiese Jegudiel a Selaphiel.
«Non è dei
nostri.» rispose Barachiel e tutti e tre, gli Arcangeli prediletti dagli
Ortodossi, volsero lo sguardo verso gli altri.
Uriel,
l’Arcangelo di tradizione ebraica, si chiamò subito fuori alzando le mani:
«Non lo
conosco, ma... Ascoltiamolo, sarà lui stesso a dirci chi è e cosa vuole da
noi.»
«Ve lo dico
io chi è costui.» fece l’Arcangelo Gabriele, «È Melhaiel, messaggero di Cristo
in terra, Angelo custode di lunga esperienza e grande conoscitore di anime.
Dicono sia un elemento instancabile, tenace, battagliero per temperamento ma un
poco, come dire, insomma: una testa calda. Credo sia meglio ascoltare le sue
ragioni.»
Tutti
approvarono la sua proposta senza battere ciglio e volsero lo sguardo
all’unisono verso l’Arcangelo Michele, al quale apparteneva per diritto divino
il privilegio di concedere udienze agli Angeli di altro ordine.
«D’accordo,
sentiamo pure che ha da dire questo Melhaiel,» disse il più grande tra gli
Arcangeli «Ma non fingiamo, almeno tra di noi, di non conoscere il problema.»
Lo sguardo
severo era rivolto a Raffaele il quale, consapevole di essere per tradizione
consolidata nei secoli dei secoli l’Arcangelo della provvidenza, sembrava già
rassegnato a doversi occupare di questo caso particolare.
Era molto
insolito che un Angelo custode non fosse avvisato per tempo della fine del suo
mandato, ma negli ultimi secoli, ahimè, era già successo e di questo gli Angeli
custodi si erano molto dispiaciuti. La colpa di queste morti improvvise, fu
convenientemente attribuita all’incessante attività del demonio, anche se la
vera causa rimaneva ancora avvolta nel mistero.
Melhaiel
sentì che era giunto il momento di salire al cospetto degli Arcangeli, si
raccolse in preghiera e con le ali che gli tremavano per l’emozione, spiccò il
volo verso le nuvole dorate del primo anello sospeso nel cielo. Michele lo
accolse ad ali spiegate e visto da vicino, al povero Angelo custode parve
ancora più grande e imponente della statua di Gabriele in cima a Castel
Sant’Angelo.
I sette
saggi lo ascoltarono in silenzio religioso e quando Melhaiel ebbe finito di
spiegare le sue ragioni, si levò un coro di disapprovazione che per potenza e
intensità era molto simile al rumore sordo del tuono di un temporale.
Ancora prima
che il boato si dileguasse completamente, il primo anello fu invaso da scariche
di luce che nel culmine dello splendore assumevano la sagoma di esseri angelici
dall’aspetto forte, fiero e minaccioso. Melhaiel abbassò il capo per ripararsi
gli occhi dalla luce accecante come il sole e pregò che gli Angeli della
guerra, non lo fulminassero all’istante.
«Calma, per
l'amor del cielo, state calmi, non è nulla!» Tuonò l’Arcangelo Gabriele nel
tentativo di placare gli animi dei Principati. Questo corpo speciale di Angeli
guerrieri, dallo spirito irrequieto e battagliero, era stato creato da Dio per
combattere le forze del male, decidere le sorti delle guerre e procurare una
pace duratura tra gli uomini. Col passare dei secoli però, in considerazione
dei pessimi risultati ottenuti, gli Angeli erano stati relegati a un compito di
natura più spirituale, anche se altrettanto importante. In buona sostanza
dovevano limitarsi a garantire un conforto e un sostegno spirituale adeguato
alle anime dei caduti in guerra. Tuttavia la cosa era stata vissuta come una
grande umiliazione e forse per questo motivo non perdevano mai occasione, al
minimo accenno di pericolo, di manifestare il loro desiderio di ritornare a
combattere.
Ma cosa
aveva detto mai di tanto grave il povero Melhaiel, per scatenare un tale
putiferio? Aveva forse costui la pretesa di conoscere il destino degli uomini
sin dalla nascita? Mormorò qualcuno tra i presenti.
«Se ho ben
capito,» domandò l’Arcangelo Raffaele, una volta ottenuta un poco di calma,
«Non ti lamenti solo di non essere stato avvisato, ma pretenderesti persino che
Maria non morisse questa notte! E perché mai? Forse perché sulla terra si
festeggia Santa Lucia? E non sai tu che si muore perfino la notte di Natale? E
poi, che centra in tutto questo il trenino elettrico?»
«Sì, lo so!»
sussurrò Melhaiel intimidito, ma facendosi forza e con un filo di voce
aggiunse: «Ma voi, sapreste dirmi perché mai Maria deve morire proprio questa
notte e non fra cent’anni? C’è forse qualcuno tra di voi che possa spiegarmelo?
È sin troppo evidente che tutti devono morire sulla terra, nessuno è immortale,
ma scusate se insisto, perché proprio oggi?»
Gli
Arcangeli rumoreggiarono nervosamente, alcuni tra i Principati s’illuminarono
fugacemente e si udì, al di sopra del brusio generale, la voce stentorea di
Michele scandire a chiare lettere:
«Se cerchi
in cielo una risposta, l’avrai… Ma non da noi. Rivolgiti agli Angeli di grado
superiore al nostro, che certamente saranno in grado di dare una risposta alle
tue domande.»
La proposta
dell’Arcangelo Michele arrivò al cuore ferito di Melhaiel come una minaccia, il
quale si rese conto immediatamente di non avere altra scelta e senza perdere
tempo dispiegò le ali e volò verso quella parte di cielo dove non era mai
arrivato. Più in alto degli Arcangeli e dei Principati, così vicino a Dio,
Melhaiel non era mai andato, ma tutti sapevano nelle alte sfere celesti che se
volevi arrivare ai Cherubini e perfino ai Serafini, dovevi necessariamente
superare prima un altro anello, dove dimoravano i rappresentanti della seconda
gerarchia degli Angeli.
Gli Angeli
delle Virtù furono i primi a vederlo arrivare. Questi erano molto simili ai
Principati e come loro s’illuminavano di luce divina, ma sembravano più miti e
certamente meno interessati alla sua presenza. Alcuni erano completamente
assorti nella lettura delle sacre scritture, mentre altri, che sostavano in
contemplazione davanti a meravigliose immagini sacre, gli rivolsero appena uno
sguardo e con molta fermezza, quasi volessero liberarsi in fretta di lui, gli
indicarono un sentiero, al termine del quale Melhaiel vedeva solo nuvole multicolori
in frenetico movimento.
Si fece
coraggio e volò verso quell’enorme cumulo nebbioso instabile, dove la
turbolenza era provocata dal volo incessante di esseri angelici con ali
maestose di uno stupendo piumaggio variopinto, che spostandosi velocemente da
un crocchio all’altro, lasciavano dietro di se una scia altrettanto colorata.
Erano i Potestà, gli Angeli della sapienza, che passavano gran parte del loro
tempo in profonde e sottili dispute filosofiche. Il brusio delle loro voci
creava un sottofondo sonoro molto simile al ronzio di un nugolo di cavallette.
Melhaiel, benché intimidito da tanta saggezza e impressionato da tale
eloquenza, non si lasciò scoraggiare da quella confusione di colori e dalla
babele di parole dal significato misterioso; era certo di essere arrivato al
posto giusto, dove finalmente avrebbe ottenuto una risposta alle sue domande.
Un Angelo
infine si accorse della sua presenza e gli si fece incontro:
«Tu sei
Melhaiel, senza dubbio!» disse librandosi nell’aria, appena al di sopra la sua
testa, «La tua fama ti ha preceduto e tutto questo trambusto che vedi intorno a
te, è la conseguenza delle tue sciocche domande. Hai scatenato un dibattito di
enormi proporzioni con i tuoi perché, e non sarà facile trovare una risposta
che metta d’accordo tutte le correnti di pensiero qui altamente rappresentate.»
«Vattene
figliolo, allontanati da questo posto…» lo ammonì, «Prima che si accorgano
della tua presenza. Vogliono interrogarti e non tutti sono d’accordo sulla tua
buona fede. Alcuni sostengono che tu sia solamente un Angelo ribelle, un
sobillatore, perfino un satanello.»
«Guardati
anche dalle Dominazioni!» aggiunse voltandogli le spalle e indicando un punto
non molto lontano, dove nuvole basse e scure avanzavano minacciose. Poi,
incurante di lui si rituffò a capofitto nel fiume di parole degli Angeli
sapienti, in preda ad un vero delirio di magniloquenza.
Melhaiel era
sbigottito, il suo nome era sulla bocca di tutti e stentava a credere alle
proprie orecchie. Temeva inoltre che i
suoi guai non fossero ancora finiti. La nuvola nera avanzava troppo velocemente
verso di lui e prima che potesse in qualche modo reagire, si trovò immerso
nella nube e al cospetto di quattro cavalieri alati, minacciosi, che montavano
altrettanti cavalli dall’aspetto possente e dai colori insoliti.
Adesso
dubitava persino dei propri occhi, ma quelli che aveva di fronte dovevano
essere proprio i quattro cavalieri dell’apocalisse.
«Sei tu
Melhaiel?» domandò minaccioso l’Angelo che montava il cavallo dal manto rosso
fuoco. Dalla sua armatura Melhaiel capì che doveva essere l’Angelo della
guerra.
«Devi
partire immediatamente!» fece con tono altrettanto autoritario, quello sul
cavallo bianco come la neve, certamente colui che rappresentava il disordine,
il caos, la disubbidienza.
«I Cherubini
vogliono parlare con te!» gridò il cavaliere della carestia dal cavallo nero
come la pece.
Nulla
aggiunse invece l’Angelo della morte, che in sella al cavallo verde marcio, gli
indicava la direzione. Il braccio volto verso l’alto era teso contro il cielo.
Verso l’Eden
Melhaiel non
si fece pregare nemmeno questa volta. Si alzò in volo con il terrore negli
occhi e nel cuore una tenue speranza. Doveva raggiungere l’ultimo dei cori
angelici, dove sapeva di trovare gli Angeli della prima gerarchia: i Serafini,
i Cherubini e i Troni. Finalmente avrebbe visto l’Eden, il paradiso che Dio
aveva creato per l’uomo e che adesso era la sede degli Angeli a lui più cari.
Forse i
Serafini, Angeli che secondo il libro di Isaia sono molto simili all’uomo e
possiedono sei ali – Il primo paio sul il viso, il secondo ai piedi e l’ultimo
sulle spalle ‒ non gli avrebbero concesso il privilegio di farsi ammirare,
perché solo occhi divini possono vederli in tutto il loro splendore, ma si
sarebbe accontentato di ascoltare le melodie celesti che intonano per la gloria
del Signore. Intorno a lui c’era solo silenzio e si domandava se il famoso
concerto delle sfere celesti esistesse davvero. La sublime musica delle stelle,
il canto melodioso che avvolge tutto l’universo e che nessun Angelo di grado
inferiore poteva percepire.
Forse
neppure i Troni si sarebbero palesati a lui, povero Angelo custode assurto in
circostanze straordinarie in quella parte di cielo. Questi esseri angelici con mille occhi e
infiniti colori, custodi del trono di Dio, non entrano quasi mai in contatto
con gerarchie subalterne, ma i Cherubini era sicuro che lo stessero aspettando.
Aveva la
certezza che li avrebbe potuti ammirare in tutto il loro splendore e non
dubitava che fossero ancora più belli e grandiosi di quelli dipinti da
Raffaello nella cappella Sistina e dal Mantegna.
Lui non aveva mai creduto a quanto si raccontava in terra sul loro conto, al fatto che possedessero l’innocenza e la purezza dei bambini e che come loro talvolta, fossero dispettosi e anche molto impietosi.
Non poteva
credere a queste dicerie e dubitava anche fortemente del profeta Ezechiele, che
li descriveva come spiriti con quattro ali e quattro facce: la prima umana, la
seconda di mucca, l’altra di leone e l’ultima di aquila.
Sapeva molte
altre cose sui cherubini, sul loro mondo e sul giardino dell’Eden, ma ciò che
non poteva immaginare in quel momento, era che neppure a un Angelo bastava
salire nell’alto del cielo per incontrare il Paradiso. I suoi dubbi, le sue
domande, le sue assurde pretese gli avevano fatto perdere la via maestra e si
trovò ben presto a volare nel buio più assoluto. Avvolto dalle tenebre perse
prima l’orientamento, poi la capacità di volare e infine, incapace anche di
reagire, si lasciò precipitare sempre più velocemente nel vuoto. Provò allora a
rivolgere un’ultima preghiera al Signore, offrendo la propria vita in cambio di
quella di Maria.
Aveva la
morte nel cuore, già udiva distintamente il suono della musica celestiale e
nello stesso istante in cui il suo corpo si dissolveva sulla terra con un
soffio, Dio accoglieva la sua preghiera.
Maria
spalancò improvvisamente gli occhi nel buio della stanza, e seppe come muoiono
gli Angeli del cielo.
Per prima cosa, complimenti per le tue conoscenze bibliche: prendo tutto per buono, essendo io totalmente digiuno in materia.
RispondiEliminaA quanto ci racconti, nemmeno lassù tutto fila per il giusto verso – quello che vorremmo albergasse perennemente dalle nostre parti.
Ci sono le gerarchie, il chiacchiericcio, le rimostranze e la supponenza, seppure in forma più tenue.
Insomma, la pace cui tutti noi aneliamo, a quanto pare, è solo un’invenzione del nostro cuore.
Che non esista il riposo eterno? E poi, tutte le anime che dimorano da quelle parti, come si comportano?
Continuano a far capolino fra esse le insoddisfazioni d’un tempo?
Tranquillo, non ti chiedo lumi, sarebbe troppo.
Mi è piaciuta l’invenzione di non rendere manifesta la presenza del Creatore, come a dire che, a quei livelli, il mistero è talmente profondo che sarebbe presuntuoso offrire una soluzione.
La parte finale del racconto, la morte dell’angelo per far tornare in vita un essere umano, è una chicca poetica che ridà senso alla speranza che alberga nel cuore di ognuno di noi.
In effetti la parte finale è quella a cui tengo particolarmente.
EliminaTi ringrazio Salvo per la tua bella disamina.
Quanta fantasmagoria hai saputo descrivere. Complimenti sinceri: è un bellissimo racconto, fantasioso, fantastico, mirabolante vorrei aggiungere.
RispondiEliminaMi è piaciuto molto.
Sei partito in sordina per assurgere alla volta celeste in maniera avvincente, sapendo creare una visione di grande attrazione.
Be' sono contento che non ti sia annoiata, forse sono stato didascalico in qualche passaggio, ma come dici tu in un altro commento, quel mondo astratto è molto complesso, e difficile da liquidare con poche battute, meglio sarebbe stato non affrontarlo. Grazie
Elimina< Antropomorfizzando >, il racconto percorre tutta la presunzione umana.
RispondiEliminaDella quale gli sciamani dello spirito sono talmente ripieni, fieri con tracotanza,
da costituire un pericolo costante e immediato per l'individuo, fedele e non.
Nelle gerarchie angeliche ritroviamo puntualmente quelle religiose in terra, in scala nobiliare rigida e agguerrita fino al sovrano assoluto.
Il quale riesce dominante attraverso l'infinita schiera di vassalli, valvassini e valvassori che opprimono il popolo ignorante, pauroso e pecorone.
Sì, la mia adorata Santippe dice che ogni tanto esiste un angelo terreno umile e isolato.
Che riesce a dare la vita con la sua vita.
Ma guardate questa massa di operatori delle spirito d'ogni credo.
Ne individuate l'alterigia già dal solo abbigliamento: sontuoso, appariscente, l'uno diverso dall'altro in ridicola distinzione.
Cielo e terra accomunati dagli stessi vizi in dispregio delle anime.
E allora via le gerarchie angeliche, via quelle sacerdotali, in rivolta di forconi.
Lassù, per chi ci crede, v'è solo clemenza e misericordia, in una parola Amore.
La narrazione in lettura schiera in campo tutta la conoscenza celeste possibile, ma conchiude emotivamente con l'unica possibilità di riscatto: l'abbraccio santificante degli umili.
Questa di frame è una voce fuori dal coro, solitamente stucchevole, del < volemose bene > natalizio.
Ottima/mente.
Siddharta.
La mia adorata Santippe, credente a prova di bomba, ha letto e si è commossa.
EliminaPoi mi ha recitato la sottostante preghiera dell'Angelo Custode:
" Angioletto del buon Dio
cosa fai vicino a me?
Sono l'Angel del Signore,
son l'amico del tuo cuore.
Quando dormi e quando vegli,
sempre sempre
son con te! "".
Sid
I miei omaggi alla Signora :-)
EliminaGrazie, Santippe.
EliminaHai ragione Sid, questo mondo angelico l'ho immaginato a misura d'uomo. Il mio angelo custode, se esiste davvero, deve essere un povero diavolo come me che si arrabatta tra molti dubbi e poche certezze. Anche un rompipalle, però un tipo molto generoso e sincero.
EliminaGrazie per l'attenzione.
ciao Franco, l'ho trovato prolisso, per celebrare la coreografia si perde un po' l'essenza, che comunque fa capolino a ogni risalita.
RispondiEliminaSai scrivere, è fuori dubbio, ma lascia perdere l'apparato, ne guadagna la narrazione.
Aiuto, adesso magari arrivano schiere di alati a bacchettarmi (in un altro sito mi è successo, invece di offendersi il diretto interessato, sono insorti tutti gli altri) ,
dai sto anche un po' scherzando, superbi questi angeli, proprio il contrario di quello che si spera, si proprio un'allegoria del genere umano, supponente e arrogante.
In questo ci hai preso.
Il lieto fine ne fa una gradevole favola per bimbi, e creduloni, omioddio!! ma il cinico non era un altro.
E dai siamo a Natale, ogni scherzo vale!
Lola
Stavolta ce la faccio, non ho sbagliato, speriamo
era una domanda: 'ma il cinico non era un altro?'
RispondiEliminaciao
Lola
Tranquilla, qui nessuno si scandalizza per una critica, per altro ben motivata, e nessuno ti metterà in croce per aver espresso la tua opinione, tuttavia stai parlando con un agnostico convinto che ha molto rispetto per quelli che tu definisci in modo spiccio,creduloni.
EliminaQuando si scrive un fantasy non si ha bisogno di dimostrare nulla, è solo un lavoro di fantasia. Se leggo Harry Potter, mi diverto o mi annoio, dipende dai gusti, anche se non si crede alla magia e non penso si debba credere all'esistenza degli alieni per gustare un film di fantascienza. Bastava il prolisso a spiegare il tuo punto di vista. E in fondo non hai torto, tant'è vero che in questa versione integrale non l'avevo mai pubblicato, sospettando appunto che fosse un polpettone. :-)
Io non la trovo affatto un polpettone, e trovo giusto sia prolissa, proprio a dimostrazione della complessità della cerchia celeste: Dante insegna. ;-))
EliminaCaro Franco permettimi di motivare meglio il mio commento (spero di andare in porto xke sto usando l'ipad che i pc, figuriamoci, ce li ha il figlio in camera sua). I creduloni che tu dici io abbia definito in modo spiccio ritengo siano persone che portano avanti una scelta di vita, più o meno consapevolmente, li rispetto quando non sono bigotti e hanno la mente aperta. Ho frequentato la chiesa molto da vicino x diversi anni xke svolgevo un servizio come tanti altri volontari nella comunità, paradossalmente mi sono sempre più allontanata da una fede che non ha soddisfatto la mia necessità di alimentare la mia dimensione spirituale. Ok sono fatti miei, ma era per spiegare che ci sono motivazioni e sempre alla base di un inciso, anke se uno non le spiega o non le sa o le puó dire.
RispondiEliminaSenza nulla togliere al valore letterario ed etico della Bibbia, alla bellezza dei contenuti, ai principi universali dei Libri e Vangeli che la compongono, sono arrivata a concepire 'un mio vangelo' (é un mio verso) che si basa sul buon senso, o sulla coscienza mia personale, di persona razionale ma in costante contatto con la sfera dello spirito che esula da qualunque religione, x il momento, da imposizioni bigotte e falsi moralismi.
Su questo mi sembra d'aver capito che andiamo perfettamente d'accordo.
Il racconto é solo da prosciugare e se Dante docet, Dante é Dante anche se non é Dio, io comune mortale non mi associo mai e poi mai a certi monoliti incorruttibili. :)) :))
Spero che il tono risulti rilassato, come rilassato e sereno é il mio pensiero in linea di massima, ciao e buona domenica
Lola
Ricordo d'aver pubblicato questo racconto tanto tempo fa e in una versione molto ridotta, era lungo meno della metà eppure un commentatore molto simpatico mi scrisse che c'erano in giro ancora troppe piume secondo lui.
EliminaQuindi figurati se non ti capisco :)))
Buona domenica anche a te e a tutti...??? Insomma a quei pochi che di domenica mattina girano da 'ste parti ahha haha
Cara Lola, pare che oggi non sia giornata...
EliminaNella ricerca spirituale mi sembra di essere assai vicino alle tue posizioni.
Come andrò a spiegare nel prossimo pensiero cinico.
Fraterna/mente, Siddharta.
Credo che al giorno d'oggi vi siano più scettici che bigotti in giro.
EliminaPerò qui si parla se essere prolissi o asciutti in un racconto di fantasia attinente alle sfere celesti.
Beh, certo che "Dante insegna" voleva essere una battuta (se uno è scettico deve esserlo su tutto), però del fatto che il racconto per me non sia da giudicare prolisso, sono pienamente convinta.
E' proprio all'ironia del racconto (Salvo ha colto in pieno, sono d'accordo con lui) che bisogna riallacciare la sua dettagliata descrizione dell'affollamento e del relativo apparente caos del cielo: la burbanza dei sapienti, la bellicosità degli angeli dell'apocalisse e, poi, i cherubini e i serafini, insomma, tanta maestosità non poteva essere svolta sbrigativamente senza togliere all'effetto d'insieme. E' proprio il dilungarsi che produce quell'effetto ironico, anima del racconto.
Concordo.
EliminaAnche perchè in tema di prolissità Dantre sarebbe il primo da buttare nel cestino...
Sid
Corrige: Dante.
EliminaOggi la vista non mi sostiene...
Sid
Un racconto fantasy davvero scritto molto bene, che oltretutto mi ha insegnato cose che non conoscevo proprio (tutta la gerarchia degli angeli), svolto con fluidità ed ironia.
RispondiEliminaColgo anch'io qualche lungaggine o meglio, forse la sproporzione con cui l'intero testo è levigato e l'epilogo che invece arriva improvviso e si compie in poche righe.
Immagino sia un effetto voluto.
Globalmente una dimostrazione di bravura, Franco, sei un bel prosatore.
Franco "Pale"
Te la sei cavata bene caro Franco ;-) Salomonicamente perfetto il tuo commento.
EliminaSì è vero, la parte centrale è un po' pesante, ma non c'era altro modo se non tagliare di netto alcune parti. Per il finale non sono molto d'accordo, non arriva inatteso, anzi era persino sospirato, e per dirla tutta se moriva anche prima era meglio ;-)
Grazie per averlo letto e commentato, è sempre un piacere conoscere il parere di gente in gamba.
Ciao Franco
Franco Complimenti! Non mi sono chiesta se fantasy o biblico perchè letto d'un fiato e totalmente presa.
RispondiEliminaUna descrizione ricca di particolari e gradevole specie quando descrivi i colori delle piume! ma che carino!
Oddio biblico proprio no. Mi sono documentato per questo coso, c'è stato un periodo in cui gli angeli e tutto l'armamentario intorno mi interesssavano, tuttavia non sono sicuro delle mie affermazioni e in molti punti sono andato letteralmente di fantasia. Non vorrei si prendesse per oro colato quanto scritto.
EliminaGrazie per averlo e sono contento ti sia piaciuto.
Le storie di angeli sono più rare di quelle di diavoli - forse perchè sentiamo i diavoli più vicini a noi di quanto non accada con gli angeli o forse perchè fa più rumore un albero che cade ecc ecc. In ogni caso, una lodevole eccezione. Dal punto di vista antropologico, per quel poco che ne so, non vedo inciampi. Teologicamente, credo che la caratteristica fondamentale degli angeli sia di non avere il libero arbitrio, che è quello che è caratteristica umana (e il diavolo, mi dirai? beh di lui nell'Antico Testamento si parla pochissimo ed in modo non sempre coerente; se prendi il libro di Giobbe - che è quello dove compare più a lungo - appare chiaramente che è soggetto alla volontà di Dio, che gli lascia svolgere la sua funzione di tentatore ed agente provocatore).
RispondiEliminaTornando al racconto, se parti dal presupposto che gli angeli non abbiano facoltà di scelta - non più di quanta ne possano avere la forza di gravità o quella elettromagnetica - dal punto di vista dottrinario e teologico il racconto non regge. Non è questo però l'importante.
Regge, invece, come racconto in sè, cioè come interrogativo circa la imperfezione (varianti: morte, male, sofferenza etc.) del mondo. Essendo interrogativo tipicamente umano, non lo si poteva porre se non umanizzando gli angeli (cioè non angelicandoli) e negando una risposta. Insomma, quel finale era l'unico possibile.
Effettivamente trovo anche io qualche compiacimento descrittivo al di là delle esigenze del registro e della storia.
Esempio: "religioso" silenzio... beh siamo in Paradiso, quindi...
Secondo: il profeta Ezechiele aveva descritto ecc ecc. Ora: si suppone che un angelo, anche di "basso rango" possa contare su fonti più "di prima mano" che neanche un profeta o un pittore. Secondo me, cioè, la nozione, se la si vuole inserire, va rovesciata come un guanto. Ipotesi: si diceva che i Cherubini erano fatti così e cosà. Melahel ignorava come la notizia fosse trapelata fin sulla Terra, dove Raffaello li aveva dipinti. Lui, Melahel, i cherubini non li aveva mai visti, ma.. Oppure si potrebbe togliere il riferimento a Raffaello ecc. e rendere il tutto più "naturale" (del resto è solo dal tardo cristianesimo che ci si è preoccupati di dipingere gli angeli con le ali. Prima li si raffigurava atteri per non confonderli con Iris, Mercurio ecc).
Occhio: è un'ipotesi.
Ad ogni buon conto il racconto mi è piaciuto.
Intanto grazie per la disamina così puntigliosa, segno di lettura attenta e occhio clinico. Non mi sono fatto tutte queste domande mentre lo scrivevo, per me il racconto è la descrizione di un sogno ed è possibile che i fatti non reggano se esaminati con una logica ferrea. Tutto avviene tra le nuvole, anche per questo è una storia non realistica e diciamolo pure "campata in aria".
RispondiEliminaGrazie