Nanni Cagnone è nato in Liguria nel 1939. Vive a Bomarzo. Tra l’altro, è stato
giornalista, editore, direttore creativo di agenzie di pubblicità, consulente
aziendale per la Company Image e docente di Estetica.
Intorno alla
propria poesia, Cagnone scrive: «Poesia è questo intervallo fra noi e le cose,
questo sentimento interrotto, l’oggetto perduto in casa del desiderio. Poesia è
un’opera estranea, cosa che il sonno insegnerebbe al risveglio. Essa richiede
un sentimento passivo, un pensiero ricettivo, e desideri imparati rispondendo.
Poesia non è l’atto di raccogliere il mondo come soccorritori del senso o
adulatori del linguaggio, ma il culto senza scopo d’una soverchia figura e
l’esperienza d'una fedeltà: quella di un Dire che non vorrà mai lasciare il suo
Taciturno amante. Poesia è agire inoltre, oltre quel che si riesce a pensare».
Quando un
attimo si scioglie
dai doni del
tempo
per una
tregua, una luce
non
rassomigliante,
noi, perduti
senza desiderio
nel concavo
dialetto
dell’infanzia,
in venerati
nascondigli,
nel pettine
dai denti
disuguali,
ingannati
sappiamo
di avere
diritto.
da : Anima
del vuoto, Bari, Palomar, 199
*
Vieni
scorrere accanto,
mia diletta,
e non esser mai
de la stirpe
dei ricordi.
Conosci gli
sposi della rugiada
e, nella
silenziosa chimica
dei boschi,
coloro che
concedono il
mondo.
Non nominare
la scure.
*
Fine. Parola
breve
piú di sé
stessa,
pensato
brivido,
ma si
diletta nel dirsi
si dà un
contegno
come
chiunque
ultimamente
precipiti.
Senza
contare i passi,
si cerchino
germogli
si vada dove
rovi
contendono
con rovi,
si vada nel
chiunque—
sí, nel
mormorante
tiepido
qualunque.
Da “Penombradella lingua” di Nanni Cagnone (XXVIII, p. 34)
"Anni
invernali"
Anni
invernali, da cui
per
falsamento di luce
non si vede
la soglia.
Uno di noi
cullato
e già
rimpianto
da dolenti
stridule parole,
riconosce
infangate
le sue
scarpe.
da: Poesia268, Crocetti, febbraio 2012
T’incantano
le strade
che si
girano, che sciupano
la
prospettiva, le rime
stravaganti
e l’asfalto
che non
segue la luna,
il funicolo
torto che spinge
verso
carezze barocche.
Nessuno
accanto a nessuno.
Da IL POPOLODELLE COSE, 1996
Su < Cagnone Nanni > e la sua poesia.
RispondiEliminaHo letto quanto pensa della poesia, financo le poesie proposte.
In verità avrei voluto-dovuto fermarmi alla prima parte, senza ulteriormente rischiare...
Che dire, mi è sembrato di risentire il Massimo Cacciari della TV o di rileggere i tanti filosofi che oggi vanno per la maggiore.
Dall'eloquio forbito, sostenuto, misterico, tra iniziati.
Ma di cui alla fine ci si domanda < cosa mai avrà inteso dire? >.
Siddharta
EliminaIo scelgo tra i viventi soprattutto e in base alle notizie che trovo sul web. La biografia, le ospitate sui blog e siti letterari famosi, gli articoli su testate e riviste specializzate, il numero delle opere pubblicate e le case editrici mi danno la misura dell'importanza del poeta.
Poi, se sia un poeta valido in assoluto io sono l'ultimo a poterlo giudicare. Mi accontento di includerlo nella mia carrellata dei poeti contemporanei.
Tu però fai bene ad esprimere il tuo parere, per carità e continua sempre così.
Volevo solo precisare che di questi inserimenti non ho nessun merito, diciamo che mi limito a catalogare. E' pur sempre un modo per fare informazione.
A me non dispiacciono le poesie di Cagnone Nanni, hanno un che di sospeso che ti coinvolge.
RispondiEliminaNaturalmente non c'entri per niente con la scelta e meno che mai col contenuto.
EliminaE' un problema mio: quando non capisco entro in paranoia.
Sid