Le nostre poesie
sul blog

Grazie come sempre per la vostra collaborazione,
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L'APPRODO LETTERARIO RAI - 1952 -1977
Tutti i testi della rivista adesso online
La raccolta storica dell'Approdo Letterario, un altro
importante recupero delle Teche Rai messo a disposizione di tutti attraverso la
rete.
L'indirizzo è questo: www.approdoletterario.teche.rai.it
Si tratta di una rivista che per il mondo culturale italiano
ha avuto un peso fondamentale soprattutto nei primi difficili anni dopo la
guerra e il regime fascista. Ad essa sono legate la trasmissione radiofonica,
destinata a consegnare alla storia le voci dei più grandi letterati del
Novecento, e la rubrica televisiva, già proiettata negli anni del boom
economico. Qui potete consultare con il motore di ricerca l'intero archivio
della rivista trimestrale che per 26 anni (fu fondata nel 1952 a Torino e
terminò le pubblicazioni nel 1977) si è occupata principalmente di letteratura
italiana e straniera oltre che di storia, arti figurative, teatro e cinema.
L'Approdo nacque come versione stampata della trasmissione
omonima della RAI che ebbe inizio nel 1945 sotto la direzione di Adriano
Seroni, Giovanni Battista Angioletti e Leone Piccioni. Piccioni fu poi
l’artefice del passaggio de L’Approdo al mezzo televisivo , con la conduzione
di Edmonda Aldini e Giancarlo Sbragia.
Debenedetti sul n.39 nel 1967. Di notevole interesse sono
inoltre i numeri con testi inediti di Ungaretti, la pubblicazione di Xenia di
Eugenio Montale sul n.42 del 1967, oltre alcuni brani della traduzione di
Ungaretti dell'Odissea. Dedicato ad Ungaretti venne pubblicato un numero unico
nel 1972 e nel 1963 un numero interamente dedicato al Manzoni. La raccolta qui
pubblicata rappresenta una rarità e un contributo importante che il servizio
pubblico, attraverso la Direzione Teche, offre ancora una volta alla cultura e
alla memoria del nostro paese.
Ecco qualche esempio di cosa potete trovare e leggere per
intero nel sito dell'Approdo in un paio di pomeriggi di navigazione intensiva.
L'indice del primo numero mette quasi soggezione, tra un Roberto Longhi di là e
un Attilio Bertolucci di qua, passando per l'immancabile Giuseppe Ungaretti.
Correte alle ultime pagine: c'è un calendario poetico dell'anno 1952, appena
iniziato. Ogni mese è descritto da una poesia, un racconto o un elzeviro.
Firmano: Dino Buzzati, Giuseppe Ungaretti, Emilio Cecchi, Salvatore Quasimodo,
Antonio Baldini, Mino Maccari, G.B. Angioletti, Corrado Alvaro, Gianna Manzini,
Vitaliano Brancati, Diego Valeri, Carlo Emilio Gadda. Un buon anno, non c'è che
dire. Nel numero 3 del 1953, c'è un altro assiduo dell'Approdo, Giorgio
Caproni, con l'elzeviro La lepre, poi Danza della lepre, edito in volume nel
2004 da Scheiwiller (Aria celeste. E altri racconti). Nel numero 4 dello stesso
anno, un certo Pier Paolo Pasolini, autore non ancora affermato, anche se alle
prese con l'abbozzo di Ragazzi di vita e Le ceneri di Gramsci, chiarisce che
Carlo Emilio Gadda è il cuore del Novecento...(il Giornale.it)
Gianni CELATI
La fama della sua sapienza s’era diffusa nelle campagne, attraverso voci che parlavano della sua immensa biblioteca, d’una sua prodigiosa cura contro il mal d’orecchi, d’un metodo nuovissimo per irrigare i campi, e delle dodici lingue parlate dal farmacista, il quale, tra l’altro, secondo le voci stava traducendo in tedesco la Divina Commedia.
Il proprietario d’un caseificio nei paraggi ha deciso di stipendiare l’ormai maturo studioso perché si occupasse dell’educazione liceale di sua figlia; quest’ultima infatti, essendo un’ardente sportiva, andava male a scuola e inoltre detestava i libri, il latino e la buona prosa in lingua italiana. Più che altro per passione allo studio e non per necessità di denaro, il farmacista accettava, e per un’intera estate si recava ogni giorno a far lezione alla giovane atleta.
E un giorno è accaduto che la giovane atleta s’è innamorata di lui, al punto da abbandonare ogni attività sportiva e mettersi a scrivere poesie, versi in latino e naturalmente lunghe lettere.
Qualcuno parla ancora d’una macchina acquistata dal farmacista per l’occasione, di lunghe scorribande dei due per le campagne, e addirittura di convegni notturni in una stalla.
Ad ogni modo, la prova dei rapporti amorosi tra i due, nell’ultimo scorcio dell’estate, veniva alla luce solo nell’inverno successivo, quando un pacco di lettere era requisito alla ragazza dalle suore del suo collegio, e debitamente trasmesso ai genitori. Il contenuto di quelle lettere appariva tanto rivoltante agli occhi del proprietario del caseificio, che costui decideva di rovinare il farmacista e di cacciarlo per sempre dal paese.
I fratelli della ragazza, allora appartenenti alle squadre fasciste, devastavano più volte la farmacia sulla piazza del paese, e una volta bastonavano duramente il suo proprietario.
Tuttavia questi fatti non sembra abbiano preoccupato molto il farmacista. Per un certo periodo egli continuava a ricevere i clienti nella farmacia devastata, tra vetri rotti, scaffali demoliti, vasi fracassati; poi un bel giorno ha chiuso bottega e s’è ritirato tra i suoi libri, senza più uscire di casa se non occasionalmente.
Tutto il paese lo sapeva immerso nei suoi studi, e lo vedeva di tanto in tanto passare sulla piazza sorridente, diretto all’ufficio postale per ritirare nuovi libri che gli erano arrivati.
In seguito è stato ricoverato all’ospedale e di qui trasferito in un sanatorio. Restava per lunghi anni nel sanatorio e nessuno sapeva più niente di lui.
Al ritorno dal sanatorio il vecchio studioso era magrissimo. Un’anziana donna di servizio che era tornata a prendersi cura di lui, si lamentava con tutti perché lui non voleva mai mangiare: diceva che mangiare non gli piaceva e restava tutto il giorno tra i suoi libri.
Sempre più magro l’uomo usciva di casa molto raramente e mostrava di non riconoscere più nessuno in paese, nemmeno la figlia del defunto proprietario del caseificio, incontrata qualche volta sulla piazza. Però sorrideva a tutti, e si dice che salutasse i cani che vedeva levandosi il cappello.
Avendo evidentemente smesso del tutto di nutrirsi dopo la morte dell’anziana donna di servizio, e prolungato il digiuno per settimane, quando veniva ritrovato morto nella sua biblioteca (da un idraulico) era già identico a uno scheletro: di lui restava solo pelle incartapecorita attaccata alle ossa.
Era chino sull’ultima pagina d’un libro, dove stava applicando una striscia di carta.
Anni dopo la sua grande biblioteca veniva assegnata in eredità a una nipote, e questa frugando tra i libri ha creduto di capire come il vecchio studioso avesse trascorso l’ultima parte della sua vita.
Per quest’uomo tutti i racconti, i romanzi, i poemi epici dovevano andare a finir bene. Evidentemente non tollerava le conclusioni tragiche, le conclusioni melanconiche o deprimenti d’una storia. Perciò nel corso degli anni s’era dedicato a riscrivere il finale d’un centinaio di libri in tutte le lingue; inserendo nei punti riscritti dei foglietti o strisce di carta, ne trasformava le conclusioni, portandole sempre ad un lieto fine.
Molti dei suoi ultimi giorni di vita devono essere stati consacrati alla riscrittura dell’ottavo capitolo della terza parte di Madame Bovary, quello in cui Emma muore. Nella nuova versione Emma guarisce e si riconcilia col marito.
L’ultimissimo suo lavoro è però quella striscia di carta che aveva tra le dita e che, già ormai morto di fame, stava applicando sull’ultima riga d’un romanzo russo in traduzione francese. Questo è forse anche il suo lavoro più perfetto; qui, cambiando solo tre parole, ha trasformato una tragedia in una buona soluzione di vita.
Qualcuno parla ancora d’una macchina acquistata dal farmacista per l’occasione, di lunghe scorribande dei due per le campagne, e addirittura di convegni notturni in una stalla.
Ad ogni modo, la prova dei rapporti amorosi tra i due, nell’ultimo scorcio dell’estate, veniva alla luce solo nell’inverno successivo, quando un pacco di lettere era requisito alla ragazza dalle suore del suo collegio, e debitamente trasmesso ai genitori. Il contenuto di quelle lettere appariva tanto rivoltante agli occhi del proprietario del caseificio, che costui decideva di rovinare il farmacista e di cacciarlo per sempre dal paese.
I fratelli della ragazza, allora appartenenti alle squadre fasciste, devastavano più volte la farmacia sulla piazza del paese, e una volta bastonavano duramente il suo proprietario.
Tuttavia questi fatti non sembra abbiano preoccupato molto il farmacista. Per un certo periodo egli continuava a ricevere i clienti nella farmacia devastata, tra vetri rotti, scaffali demoliti, vasi fracassati; poi un bel giorno ha chiuso bottega e s’è ritirato tra i suoi libri, senza più uscire di casa se non occasionalmente.
Tutto il paese lo sapeva immerso nei suoi studi, e lo vedeva di tanto in tanto passare sulla piazza sorridente, diretto all’ufficio postale per ritirare nuovi libri che gli erano arrivati.
In seguito è stato ricoverato all’ospedale e di qui trasferito in un sanatorio. Restava per lunghi anni nel sanatorio e nessuno sapeva più niente di lui.
Al ritorno dal sanatorio il vecchio studioso era magrissimo. Un’anziana donna di servizio che era tornata a prendersi cura di lui, si lamentava con tutti perché lui non voleva mai mangiare: diceva che mangiare non gli piaceva e restava tutto il giorno tra i suoi libri.
Sempre più magro l’uomo usciva di casa molto raramente e mostrava di non riconoscere più nessuno in paese, nemmeno la figlia del defunto proprietario del caseificio, incontrata qualche volta sulla piazza. Però sorrideva a tutti, e si dice che salutasse i cani che vedeva levandosi il cappello.
Avendo evidentemente smesso del tutto di nutrirsi dopo la morte dell’anziana donna di servizio, e prolungato il digiuno per settimane, quando veniva ritrovato morto nella sua biblioteca (da un idraulico) era già identico a uno scheletro: di lui restava solo pelle incartapecorita attaccata alle ossa.
Era chino sull’ultima pagina d’un libro, dove stava applicando una striscia di carta.
Anni dopo la sua grande biblioteca veniva assegnata in eredità a una nipote, e questa frugando tra i libri ha creduto di capire come il vecchio studioso avesse trascorso l’ultima parte della sua vita.
Per quest’uomo tutti i racconti, i romanzi, i poemi epici dovevano andare a finir bene. Evidentemente non tollerava le conclusioni tragiche, le conclusioni melanconiche o deprimenti d’una storia. Perciò nel corso degli anni s’era dedicato a riscrivere il finale d’un centinaio di libri in tutte le lingue; inserendo nei punti riscritti dei foglietti o strisce di carta, ne trasformava le conclusioni, portandole sempre ad un lieto fine.
Molti dei suoi ultimi giorni di vita devono essere stati consacrati alla riscrittura dell’ottavo capitolo della terza parte di Madame Bovary, quello in cui Emma muore. Nella nuova versione Emma guarisce e si riconcilia col marito.
L’ultimissimo suo lavoro è però quella striscia di carta che aveva tra le dita e che, già ormai morto di fame, stava applicando sull’ultima riga d’un romanzo russo in traduzione francese. Questo è forse anche il suo lavoro più perfetto; qui, cambiando solo tre parole, ha trasformato una tragedia in una buona soluzione di vita.
font: Collège Sismondi
Gruppo di italiano
Mr. & Mrs. JOB
-Ciao, Tutto
bene e tu?
-Sono
stanchissimo, Non sai che giornata!
-Perché,
com’è andata?
-Beh,come al
solito per colmare alcuni Gap di Sales Process ero l’owner del kick-off di un
briefing crossfunzionale per una overview di performance business-oriented.
Pensa che ho finito solo mezz'ora fa!
-Uhm…
-Ho dovuto
poi strutturare un write up con notebook relativamente allo speach del dry run
erogato ai PAM new hired, RFT Champion,TACA, HBM, BTI, RFTM, ARFT, AM, RSD ecc.
ed alcuni clinical monitor. Sai, era una sorta di Train The Trainer. Non
credevo che l’output potesse influenzare la review del MRBP, generando così,
nel topmanagement, l’esigenza di un brainstorming per il cascading dei
knowledge ai fini dell’empowerment della field force (Retail e Specialties) con
tanto di field assignment! Non so ancora se lo startup sarà di default oppure
on demand ma sicuramente è una big chance per il mio team, alimenterà la group
efficacy! Il mio supervisor non è d’accordo, a volte mi chiedo:” l’assessment
come avrà valutato la sua leadership?”
Comunque,alla
session work era presente tutto l'entourage, così la customerizzazione
presentava numerosi soft stretch e qualche hard obstacle, per non parlare poi
dei rumors dell’ enviroment e del rischio dell’overlapping di skills!
Altri miei
colleghi invece erano impegnati come al solito in una operazione di networking
on going tesa alla brandizzazione del franchising e, come comprenderai,
certamente un task meno hard del mio!!!
Comunque,
alla fine del workshop abbiamo definito l’update activities, degli obiettivi
che fossero Smart, i drivers, i tools, KPI e i relativi rating, ma sul budget,
come al solito, non si è trovato un agreement.
Allora
abbiamo deciso di fare un piccolo coffee-break, sai, giusto il tempo di un
croissant non certo un lunch! Poi è ripreso il meeting, alla fine della
riunione mi è stato richiesto come al solito di compilare un form oltre che un
feedback on line su quanto deciso, ma quando mi sono connesso al PC non era
possibile effettuare il download, così ho inviato una e-mail al Sales Call
Center che mi ha risposto di accedere all’area Sharing Self Service della
piattaforma e-learning nella struttura “core curriculum” e di fleggare sul link
“login” per il debug di backup, ma invece sai cosa ho fatto?
-No, cosa?
-C’è stato
un misunderstanding e accedendo a People Soft sono entrato nell’Electronic
Customer Management System, in pratica un ambiente integrato per l’effectiveness
dei Sales Process, comune a tutte le country, per rafforzare i Key Behaviours
così che l’economia di scala che sta alla base di Adapting To Scale ne possa
beneficiare. Comunque ho sbagliato link perché non ho effettuato il prereading,
certo non è una news per me e deve essere un warning!!
-Certo,
certo...
-Amore, sai
che è stato lanciato anche un contest? Il premio è uncocktail lounge con il top
management, con consegna di stock option ed una salary review. Devo
assolutamente vincerlo!
-Uhm...
-Sono
stanchissimo. E’ calata la mia QoL! Non vedo l'ora arrivi il weekend!
-Uhm...
-E tu oggi
che hai fatto?
-Ho lavato,
stirato, cucinato, rassettato ecc. per tutto il giorno...
(silenzio)
-Pronto...
Teresa, tesoro, ci sei?
-Si amore,
sono qui... e te la posso chiedere una cosa?
-Ma certo,
dimmi pure!
-Amore...ma
non me lo potevi dire semplicemente in italiano che non hai fatto un cazzo
tutto il giorno?!
UN GIORNO A MILANO : AA.VV.
Offerta speciale
1 Birra + 1 Libro = 10 €
In un birrificio di Lambrate (Milano), durante la presentazione del libro, si poteva approfittare di un’offerta speciale: una birra + una copia del libro a soli dieci euro. Un modo simpatico di incentivare la lettura... o la birra? Non nascondo di aver avuto anch'io questo dubbio, ma la cosa sicura è che l'operazione ha avuto successo.
Questa la notizia di contorno, leggendo la prefazione col sigillo di qualità di Andrea G. Pinketts, saltano fuori nomi noti agli appassionati del genere, e sui quali spicca quello di Roversi.
La seconda notizia, altrettanto curiosa, è la storia che c’è dietro questo libro di racconti e che ho sfruculiato su finzioni .

La seconda notizia, altrettanto curiosa, è la storia che c’è dietro questo libro di racconti e che ho sfruculiato su finzioni .
In breve è andata così: Paolo Roversi (che ha avuto l'idea), Andrea Carlo Cappi (che ha curato il progetto) e altri scrittori noir milanesi erano fuori a bersi le birrine da qualche parte e chiacchieravano. A un certo punto viene fuori l'idea: ma perché non facciamo un libro di racconti su Milano, diviso per zone, che si svolgono tutti nello stesso giorno dalle prime ore del mattino fino a notte fonda?
Ecco, questo è uno di quei casi in cui non si deve chiedersi "perché", ma piuttosto "perché no?". E infatti l'hanno fatto. Ora, non resta che leggere il libro, sempre che piaccia quel noir lì. In ogni caso la storia più bella resta quella che, un po' di amici al bar, mezzi ubriachi, decidono di fare una raccolta di racconti e poi la fanno davvero.
Se sia andata veramente così non lo so. È molto più probabile che sia il frutto di una operazione editoriale ben studiata, ma una cosa è certa. Io lo leggerò di sicuro, poi se sarà il caso, vi saprò dire.
Ennio FLAIANO
Se sia andata veramente così non lo so. È molto più probabile che sia il frutto di una operazione editoriale ben studiata, ma una cosa è certa. Io lo leggerò di sicuro, poi se sarà il caso, vi saprò dire.
Ennio FLAIANO
(Favola arguta)
Ora, insinuare che i ladri fossero ladri sembrò assurdo. Il tempo trascorse, i furti aumentavano, un anno dopo erano già imponenti e si vide che non era possibile farli senza l’aiuto di una grossa organizzazione. E si capì che i ladri avevano quest’organizzazione. Una mattina, per esempio ci si accorgeva che era scomparso un palazzo del centro della città. Nessuno sapeva darne notizia. Poi sparirono piazze, alberi, monumenti, gallerie coi loro quadri e le loro statue, officine coi loro operai treni coi loro viaggiatori, intere aziende, piccole città. La stampa, dapprima timida, insorse: sparirono allora i giornali coi loro redattori e anche gli strilloni, e quando i ladri ebbero fatto sparire ogni cosa, cominciarono a derubarsi tra di loro e la cosa continuò finché non furono derubati dai loro figli e dai loro nipotini. Ma vissero sempre felici e contenti.
Nota. I compilatori di un libro di lettura per le scuole elementari mi avevano chiesto una favola arguta per bambini dai sette ai dieci anni. Ho inviato loto questa favola, l’hanno respinta cortesemente, dicendo che « non era adatta ». Forse non è una favola arguta. O forse non è nemmeno una favola.
NEFELOMANZIA
[...]
- Sarebbe?, chiese Isabella
- È lungo da spiegare, gli effetti sono
effetti e per capire i risultati non c’è altro che aspettarli.
- Li devi aspettare per molto?
- Ormai non moltissimo, penso, un mesetto, forse anche meno.
- E nel frattempo cosa fai tutto il giorno qui
sotto l’ombrellone, non ti annoi?
- Niente affatto, disse l’uomo, esercito l’arte
della nefelomanzia.
La ragazzina
sgranò gli occhi, fece una smorfia e poi sorrise. Era la prima volta che
sorrideva davvero, mostrando quei piccoli denti bianchi sui quali correva un
filo di metallo.
- È un’invenzione nuova?
- Oh no, disse lui, è una cosa molto antica,
figurati che ne parla Strabone, riguarda la geografia, ma Strabone lo studierai
solo al ginnasio, alle medie al massimo si studia un po’ di Erodoto come hai
fatto quest’anno con la professoressa di geografia, la geografia è una cosa
molto antica, cara Isabèl, esiste da sempre.
Isabella lo
guardava dubbiosa.
- E in cosa consisterebbe questa roba qui,
come si chiama?
-
Nefelomanzia, rispose l’uomo, è una parola greca, nefelos vuol dire nuvola, e
manzìa indovinare, la nefelomanzia è l’arte di indovinare il futuro osservando
le nuvole, o meglio, la forma delle nuvole, perché in quest’arte la forma è la
sostanza, ed è per questo che sono venuto in vacanza su questa spiaggia, perché
un amico dell’aeronautica militare che si occupa di meteorologia mi ha
assicurato che nel Mediterraneo non c’è altra costa come questa dove le nuvole
si formano all’orizzonte in un attimo. E così come si sono formate, in un
attimo si dissolvono, ed è proprio in quell’attimo che un vero nefelomante deve
esercitare la propria arte, per capire cosa predice la forma di una certa
nuvola prima che il vento la dissolva, prima che si trasformi in aria
trasparente e diventi cielo.
Tabucchi (Nuvole - Il tempo invecchia presto)
Leggendo questi racconti di Tabucchi, un po' particolari a dire il vero, ieri sera pensavo che mi piacerebbe pubblicarne almeno uno sul blog. Giusto per sentire anche il vostro parere. Oggi non sono più tanto sicuro che la cosa possa interessare. Magari si potrebbe postare a puntate sul Salotto, visto che sono abbastanza lunghi. Be', intanto vediamo se riesco a trovarlo sul web, altrimenti mi tocca ricopiarlo... sich, sich!
anche se si parla di "Nefelomanzia" lascio un commento "terra terra": se non pubblichi anche la fine non si può valutare, se non si può valutare, non si può neanche decidere sulla opportunità di pubblicarlo o no. Sulle puntate, però, sono scettico. L'autore, mi pare di capire, l'ha scritto come se dovesse essere letto tutto di seguito. Spezzettarlo falsa, secondo me, l'impressione e quindi la valutazione del lettore.
RispondiEliminaNon è questo il racconto che vorrei pubblicare a puntate.
EliminaEra solo un assaggio di un altro racconto e mi piaceva il termine "Nefelomanzia", ma soprattutto l'ho trovato già pronto all'uso.
Sul risultato e l'opportunità di pubblicare racconti a puntate sono scettico anch'io.
Ma provare costa poco.
Il titolo del racconto in questione sarebbe: "Clof, clop, cloffete, cloppete"
Carino vero?
pubblicali. per piacere.
RispondiEliminaSono con Claud. Se li metti giornalmente non si perde il filo e rimane il piacere dell'attesa. In fondo anche quando si legge un libro di tanto in tanto ci si interrompe, no?
RispondiEliminaSi si, anch'io d'accordo. Sono rimasta col desiderio di leggerlo per intero! Per me che singhiozzo sempre nelle mie letture non sarà un problema se verranno postati ad intervalli.
RispondiEliminaSara
"I ladri" di Flaiano, forse troppo arguta per gli adulti questa favola, ma sono sicura che i bambini, con la loro passione per l'iperbolico, sarebbero stati in grado di apprezzarla.
RispondiEliminaTemo purtroppo che i bambini non l'abbiano letta, gli adulti non l'hanno ritenuta idonea Così mi pare d'aver capito dalla nota. :-))
EliminaI bambini se ne saranno fatta una ragione.
Il racconto dei ladri non l'ho capito molto anche se mi sembra d'aver captato una sottile analogia con i politici che ci governano (o forse no, forse detta analogia non esiste e me la sto inventando). Il racconto Nefelomanzia, invece, m'è piaciuto moltissimo, o, almeno, l'argomento. E sì, perchè avevo appena iniziato a leggerlo, questo racconto, quando ... tzack! Finisce. Anche a me sarebbe piaciuto poter leggere il resto, sapere come andava a finire ... ripeto, bellissimo argomento, leggere il futuro utilizzando le nuvole. Vamos, che ci si può scrivere un racconto!
RispondiEliminaOfferta speciale
RispondiElimina1 Birra + 1 Libro = 10 €
Le cose estemporanee alla fine risultano le meglio riuscite.
Io spero che non si sia trattato di una operazione editoriale, perché l'incontro di amici al bar che fa nascere un'idea così mi piace.
Mr. & Mrs. JOB
RispondiEliminaUn linguaggio chiaro e univocamente definito quello di Teresa. Ahahah!
Mr e Mrs. JOB
RispondiEliminaDa crepare dal ridere!
Non c'ho capito una mazza. Povera lingua italiana :-(((((
Saluti EtaBeta
www.approdoletterario.teche.rai.it:
RispondiEliminaEccezzziunale... veramente!
Siddharta
I LADRI -FAVOLA ARGUTA:
RispondiEliminaNon so, ci sto pensando... di
che tipo di ladri si tratta, se quelli dei nostri tempi moderni o quelli del tempo delle Due Sicilie, dei Piemontesi, Garibaldi ecc. - Ma siamo li!!!!!
Quella di una poesia al giorno mi sembra un'ottima iniziativa per confrontarsi e unirsi in un panorama così affascinante quale è il mondo poetico. Sarà un bel percorso, di arricchimento e riflessione. Non vedo l'ora di leggere i testi che arriveranno, e goderne :-)
RispondiElimina