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Elisabetta Dami & Geronimo Stilton |
Geronimo Stilton, tradotto in 35 lingue e presente in 180 paesi, è il vero fenomeno global dell'editoria made in Italy degli ultimi anni.
Se scorri le classifiche dei libri più venduti in Italia ti accorgi che più della metà degli autori sono stranieri, e la domanda sorge spontanea, come vanno all’estero gli scrittori italiani?
Tra il 2001 e il 2007, pare che il numero dei nostri libri venduti all'estero sia aumentato del 93,9 per cento, passando da 1.800 a 3.490 titoli. Oggi, circa il 9 per cento delle novità editoriali viene tradotto in un'altra lingua. L'Europa, con il 77 per cento, resta la principale area di vendita dei diritti. Se i rapporti di scambio migliori sono ancora nell'ordine con Spagna, Francia e Germania, cresce l'interesse dei paesi dell'est per gli scrittori italiani. Dal 2003, la Polonia è uno dei principali acquirenti e, nel 2007, nella sola Ungheria sono stati venduti i diritti di 150 titoli, ovvero il 4 per cento dell'export totale. Ma la nuova frontiera della letteratura italiana è l'Asia: nel 2001 assorbiva il 5,8 per cento delle opere cedute all'estero e nel 2007 l'11,5. Non è un caso che le ultime traduzioni di Gomorra battano bandiera cinese, thailandese e vietnamita.
Ma quali sono i generi che diventano bestseller oltreconfine? L'autore più diffuso, intanto, non è uno scrittore in carne e ossa, ma un topo di carta. Geronimo Stilton di Elisabetta Dami, tradotto in 35 lingue e presente in 180 paesi, è il vero fenomeno global dell'editoria made in Italy degli ultimi anni. Ed è infatti il capofila del genere più esportato: la letteratura per ragazzi (29 per cento dell'intero mercato). Seguono: saggistica (28), narrativa per adulti (17), editoria illustrata (17) e libri d'arte (12).
Font: repubblica.it e varie dal web.
Se scorri le classifiche dei libri più venduti in Italia ti accorgi che più della metà degli autori sono stranieri, e la domanda sorge spontanea, come vanno all’estero gli scrittori italiani?
Tra il 2001 e il 2007, pare che il numero dei nostri libri venduti all'estero sia aumentato del 93,9 per cento, passando da 1.800 a 3.490 titoli. Oggi, circa il 9 per cento delle novità editoriali viene tradotto in un'altra lingua. L'Europa, con il 77 per cento, resta la principale area di vendita dei diritti. Se i rapporti di scambio migliori sono ancora nell'ordine con Spagna, Francia e Germania, cresce l'interesse dei paesi dell'est per gli scrittori italiani. Dal 2003, la Polonia è uno dei principali acquirenti e, nel 2007, nella sola Ungheria sono stati venduti i diritti di 150 titoli, ovvero il 4 per cento dell'export totale. Ma la nuova frontiera della letteratura italiana è l'Asia: nel 2001 assorbiva il 5,8 per cento delle opere cedute all'estero e nel 2007 l'11,5. Non è un caso che le ultime traduzioni di Gomorra battano bandiera cinese, thailandese e vietnamita.
Ma quali sono i generi che diventano bestseller oltreconfine? L'autore più diffuso, intanto, non è uno scrittore in carne e ossa, ma un topo di carta. Geronimo Stilton di Elisabetta Dami, tradotto in 35 lingue e presente in 180 paesi, è il vero fenomeno global dell'editoria made in Italy degli ultimi anni. Ed è infatti il capofila del genere più esportato: la letteratura per ragazzi (29 per cento dell'intero mercato). Seguono: saggistica (28), narrativa per adulti (17), editoria illustrata (17) e libri d'arte (12).
Font: repubblica.it e varie dal web.
§§§§
Raduno dei poeti
Cari amici,
il 5 luglio è la data fissata per il prossimo
raduno dei poeti che si terrà alle 20,30 presso l’Accademia del bridge, via
Mangili 28, Roma.
Il programma della serata prevede cena, poesia, giochi a
premio e tanto altro!
Il menù dell’evento a voi riservato è:
1) Prosciutto
e melone
2) Risottino
ai funghi porcini
3) Mousse di
tonno
4) Insalatina
di stagione
5) Fragole
al Porto
6) Bevande e
caffè inclusi
Il costo della serata è di 20,00 euro.
Per motivi organizzativi si richiede di confermare la
propria presenza entro il 30/6 chiamando il numero: 392 5906876
Ciascun poeta è invitato a portare una propria poesia in
forma anonima scritta in stampatello o stampata al pc ; durante la serata
verranno premiate le migliori. Vi aspettiamo numerosi per una serata divertente
e ricca di sorprese!!
(SaraP.)
“Nello scenario italiano in cui a leggere almeno un libro
all’anno è meno della metà della popolazione, il ruolo dell’editore è anche
quello di favorire la scoperta degli autori e dei titoli facilitando la
conversazione intorno ai libri".
MILANO - Un nuovo approccio, all’insegna dell’apertura e
della condivisione, per parlare di libri e autori e per promuovere la lettura. RCSLibri.it,
il nuovo portale delle case editrici Rizzoli, Bompiani, Fabbri Editori, Bur,
Marsilio e Adelphi.
I CONTENUTI - Dalla home page, dove sono presentate le
novità e le anteprime di RCS Libri, la navigazione prosegue suggerendo diversi
percorsi: il più classico è quello che conduce alle aree dedicate alle singole
case editrici del gruppo, dove le schede-libro sono arricchite di contenuti
multimediali esclusivi, come le video-interviste agli autori e le fotografie,
gli estratti delle prime pagine dei libri, i filmati degli eventi più
significativi. Un motore di ricerca
consente di accedere a oltre 11mila schede-libro, a 5mila schede bibliografiche
sugli autori e a un database di oltre mezzo milione di libri di tutti gli
editori italiani: un patrimonio importante, che comprende l’offerta libraria
italiana degli ultimi 10 anni, per la prima volta consultabile in un contesto
editoriale e non in uno store online.
Vincenzo Cardarelli
Corneto Tarquinia, 1º maggio 1887 – Roma, 18 giugno 1959
Viviamo d'un fremito d'aria, d'un filo di
luce, dei più vaghi e fuggevoli moti del tempo, di albe furtive, di amori
nascenti, di sguardi inattesi. E per esprimere quel che sentiamo c'è una parola
sola: disperazione.
La vita io l’ho castigata vivendola.
Fin dove il
cuore mi resse
arditamente
mi spinsi.
Ora la mia
giornata non è più
che uno
sterile avvicendarsi
di rovinose
abitudini
e vorrei
evadere dal nero cerchio.
Quando
all’alba mi riduco,
un estro mi
piglia, una smania
di non
dormire.
E sogno
partenze assurde,
liberazioni
impossibili.
Oimè. Tutto
il mio chiuso
e cocente
rimorso
altro sfogo
non ha
fuor che il
sonno, se viene.
Invano,
invano lotto
per
possedere i giorni
che mi
travolgono rumorosi.
Io annego
nel tempo.
Vincenzo
Cardarelli, il cui vero nome era Nazareno Caldarelli, nacque a Corneto
Tarquinia (Viterbo), attuale Tarquinia, dove suo padre (Antonio Romagnoli),
marchigiano d’origine, gestiva il buffet della stazione ferroviaria e qui
trascorse la sua infanzia e la sua adolescenza. Figlio illegittimo compì studi
irregolari, formò la propria cultura da autodidatta. All’età di diciassette
anni fuggì di casa e approdò a Roma dove, per vivere, fece i più svariati
mestieri, fra i quali il correttore di bozze presso il quotidiano Avanti!.
Sull’ Avanti!, del quale divenne redattore, ebbe inizio, nel 1906, la sua
carriera giornalistica.
Fu un
conversatore brillante ed un letterato polemico e severo, avendo vissuto una
vita vagabonda, solitaria e di austera e scontrosa dignità. Suoi maestri sono
stati Baudelaire, Nietzsche, Leopardi, Pascal, che lo hanno portato ad
esprimere le proprie passioni con un senso razionale, senza troppe esaltazioni
spirituali. La sua è una poesia descrittiva lineare, legata a ricordi passati
di qualunque tipo, siano paesaggi animali persone e stati d’animo, che vengono
espressi con un uso di un linguaggio discorsivo e nello stesso tempo impetuoso
e profondo. Vincenzo Cardarelli è stato un uomo solo, ha vissuto nella solitudine
quasi tutta la vita ed è morto a Roma il 18 Giugno 1959 nell’Ospedale
Policlinico solo e povero.
Font: varie sul web
18/06/2014Gli scacchi sono una delle prove più impegnative per il cervello umano, tanto da essere reputati vera e propria disciplina sportiva.
La letteratura si è spesso occupata di scacchi e quello che segue è un elenco parziale delle varie opere letterarie, di diverso livello e genere, che se ne sono occupate. http://storiascacchi.altervista.org/storiascacchi/vari/letteratura.htm
Da notare che in molte di esse, e non solo quelle fantastiche, il gioco degli scacchi viene de - simbolizzato e la posta in gioco è, letteralmente, la vita del giocatore, o di altri, o addirittura il destino del mondo.
Inevitabile rammentare l'immagine che allego
(rubrus)
EL PAYS
Il libro come feticcio per sedurre di nuovo
Arricchire l'oggetto di carta con un accurato editing, per contrastare l'avanzata del eBook
Gli scrittori di fantascienza hanno avuto il coraggio di
immaginare il futuro - Isaac Asimov, J. G. Ballard, Philip K. Dick, H. G. Wells
– e il tempo ha dato loro ragione
Forse perché lui è uno di loro, o semplicemente per la sua
buona conoscenza di Internet, molto spesso chiedono a Neil Gaiman, di fare previsioni per il futuro. (Per chi non
lo conoscesse N.G, è un giornalista, fumettista, sceneggiatore televisivo
britannico.)
L’hanno scorso, alla conferenza per Minds Digital
Publishing, una delle attività della London Book Fair, gli è stato chiesto di
fare una previsione sul futuro dell'editoria.
Tra le altre cose l’inglese ha detto: Ho il sospetto che
dovremo fare libri sempre migliori e sempre più belli. Se vogliamo vendere
libri, al di là dei contenuti, dobbiamo trasformare questi oggetti in feticci,
e dare alla gente un motivo in più per comprarli"
Quello stesso anno, lo stesso spettacolo, passeggiando per
gli stand che occupano l'Olympia Exhibition Centre, Javier Celaya, socio
fondatore del publishing consulenza Dosdoce, ha sbirciato nel futuro che Gaiman aveva appena
finito di schizzare:
"Ho visto un ritorno alle origini del libro,” ha detto
Javier Celaya, il massimo rispetto per
l'edizione, il valore del libro come oggetto, che era qualcosa che avevamo
perso perché erano troppo industrializzati: gli autori, i margini così stretti
che avevano impoverito l'oggetto, e così l'esperienza. La trasformazione
digitale li porterà di nuovo a prendere sul serio l'edizione cartacea. "
font: El Pays
Sei uno scrittore?
Scrittori famosi o semplici scribacchini, ecco come
rispondere a chi ti chiede che "genere" di romanzo hai scritto, di
cosa parla, se gliene regali una copia, dove prendi l'ispirazione eccetera
Massimiliano Parente su il Giornale.it di Dom, 08/06/2014
nel suo articolo si riferiva naturalmente a scrittori famosi, ma chiunque
scribacchi per diletto o in attesa di diventare celebre, può trovarsi nelle
stesse condizioni di dover rispondere alle seguenti domande.
CHE GENERE?
È la domanda di rito appena sanno che sei uno scrittore. È un effetto della cattiva scolarizzazione, perché si finiscono le scuole dell'obbligo con l'idea che ogni romanzo appartenga un genere, mentre quando c'è un genere (giallo, rosa, thriller, ecc..) non è letteratura ma appunto un romanzo di genere (un tempo si chiamava «paraletteratura»). Non siete convinti? Esempio pratico: a che genere appartengono le opere di Flaubert, Proust, Joyce, Kafka, Dostoevskij?
È la domanda di rito appena sanno che sei uno scrittore. È un effetto della cattiva scolarizzazione, perché si finiscono le scuole dell'obbligo con l'idea che ogni romanzo appartenga un genere, mentre quando c'è un genere (giallo, rosa, thriller, ecc..) non è letteratura ma appunto un romanzo di genere (un tempo si chiamava «paraletteratura»). Non siete convinti? Esempio pratico: a che genere appartengono le opere di Flaubert, Proust, Joyce, Kafka, Dostoevskij?
DI CHE PARLA?
Un romanzo (o un racconto è lo stesso) non parla, ma vaglielo a spiegare. Si potrebbe rispondere come Alberto Burri quando gli chiedevano di spiegare i suoi quadri: «Se avessi potuto spiegarli, non li avrei fatti». Ineccepibile, ma lascerete l'interlocutore insoddisfatto, oltre a apparire terribilmente snob. […] Incontrate Gadda e gli chiedete: «Di che parla questo Pasticciaccio?». «Viene uccisa una donna a Via Merulana, c'è un investigatore napoletano che indaga, alla fine non scopre il colpevole perché la realtà è tutta un casino». A Manzoni peggio ancora: «Due contadinotti cercano di sposarsi ma si mette in mezzo un signorotto prepotente. Alla fine si sposano. Lei è pure racchia».
Un romanzo (o un racconto è lo stesso) non parla, ma vaglielo a spiegare. Si potrebbe rispondere come Alberto Burri quando gli chiedevano di spiegare i suoi quadri: «Se avessi potuto spiegarli, non li avrei fatti». Ineccepibile, ma lascerete l'interlocutore insoddisfatto, oltre a apparire terribilmente snob. […] Incontrate Gadda e gli chiedete: «Di che parla questo Pasticciaccio?». «Viene uccisa una donna a Via Merulana, c'è un investigatore napoletano che indaga, alla fine non scopre il colpevole perché la realtà è tutta un casino». A Manzoni peggio ancora: «Due contadinotti cercano di sposarsi ma si mette in mezzo un signorotto prepotente. Alla fine si sposano. Lei è pure racchia».
L'ISPIRAZIONE
È un mito romantico, e in genere è rimasta ai poeti, cioè a nessuno, mentre gli scrittori scrivono e basta. Comunque sia: «Dove la trovi l'ispirazione?». Siccome è come chiedere a un pornoattore dove la trova l'erezione, alla fine ho trovato una risposta giusta: «Su Youporn». ( Be’… insomma, questa la passiamo ma solo per amore della battuta :-)
È un mito romantico, e in genere è rimasta ai poeti, cioè a nessuno, mentre gli scrittori scrivono e basta. Comunque sia: «Dove la trovi l'ispirazione?». Siccome è come chiedere a un pornoattore dove la trova l'erezione, alla fine ho trovato una risposta giusta: «Su Youporn». ( Be’… insomma, questa la passiamo ma solo per amore della battuta :-)
LA VITA DA ROMANZO
«Ah, sapessi, se ti raccontassi la mia vita altro che romanzo!». Sappiate che della vita vissuta letterariamente non frega niente a nessuno, tantomeno a uno scrittore che le vite se le crea. Le vite da romanzo sono scritte da chi non le ha mai avute, e sono solo nei romanzi. Infatti i peggiori scrittori sono quelli che vivono troppo. Se foste stati Edmond Dantès, non avreste mai scritto Il conte di Montecristo, né sareste andati in giro a dire di aver vissuto una vita da romanzo.
E' vero, è vero... quasi tutti quelli che conosco sono convinti che la loro vita e quella dei parenti stretti sia speciale e valga la pena di essere raccontata. Anzi, non fanno altro che raccontare gli affaracci loro. Ma chissenefrega non glielo dice mai nessuno?
«Ah, sapessi, se ti raccontassi la mia vita altro che romanzo!». Sappiate che della vita vissuta letterariamente non frega niente a nessuno, tantomeno a uno scrittore che le vite se le crea. Le vite da romanzo sono scritte da chi non le ha mai avute, e sono solo nei romanzi. Infatti i peggiori scrittori sono quelli che vivono troppo. Se foste stati Edmond Dantès, non avreste mai scritto Il conte di Montecristo, né sareste andati in giro a dire di aver vissuto una vita da romanzo.
E' vero, è vero... quasi tutti quelli che conosco sono convinti che la loro vita e quella dei parenti stretti sia speciale e valga la pena di essere raccontata. Anzi, non fanno altro che raccontare gli affaracci loro. Ma chissenefrega non glielo dice mai nessuno?
Per l’intero articolo (clicca qui)
Che cos’è
TinEye è il primo motore di ricerca d’immagini nel web che
utilizza una tecnologia d’identificazione dell’immagine. È possibile sottoporre
un’immagine a TinEye per scoprire dove e come l’immagine appare nel web, oppure
per trovare versioni modificate o elaborate della stessa.
Come funziona
Gli spider di TinEye eseguono la scansione del Web con
regolarità alla ricerca d’immagini. Utilizzando sofisticati algoritmi per il
riconoscimento delle caratteristiche dell’immagine, TinEye riesce a creare una
firma digitale unica e compatta, o ‘impronta digitale’, per ogni immagine che
viene aggiunta al suo indice.
Quando viene eseguita una ricerca d’immagine in TinEye, le
"impronte digitali" dell’immagine vengono analizzate on-the-fly
comparandole con quelle di ogni altra singola immagine indicizzata da TinEye.
Il risultato della ricerca è una lista dettagliata di siti web che utilizzano
l’immagine originale, oppure versioni modificate/elaborate della stessa.
Cosa serve?
Serve a scoprire la provenienza di un’immagine sul web. Anche se
modificata riconosce l’originale e segnala il suo percorso nella rete. Al
momento la ricerca è limitata a circa 1 miliardo d’immagini, ma i risultati
sono già veramente sorprendenti.
È semplice da usare, provate qui.
È semplice da usare, provate qui.
APPUNTI SULLO ZIBALDONE DI GIACOMO LEOPARDI – 1 “Poesia e non poesia”.
Nelle prime 40 pp. dello Zibaldone, Giacomo Leopardi discorre, tra le altre cose, dell’essenza della poesia. Egli sostiene che se il poeta non imita la natura, se non si fa guidare da una sorta di istinto e dalla “bella negligenza”, riduce la poesia ad arte, rendendola fredda. È questo l’errore principale compiuto da molti poeti moderni, i quali riducono la poesia ad arte rarefatta, tradizionale; per queste ragioni la poesia è stata autentica solo al tempo degli antichi poeti greci e romani, mentre solo rari autori “moderni”, tra i quali Dante, Petrarca e Ariosto, sono stati capaci di offrire poesia genuina. Tali affermazioni rispecchiano l’idea secondo cui “la ragione facendo naturalmente amici dell’utile proprio togliendo le illusioni che ci legano gli uni agli altri, scioglie assolutamente la società, e inferocisce le persone” (p. 24); poiché la Natura è superiore alla ragione, un’esistenza guidata dalla natura vale di più di un freddo e razionale modus vivendi...
Continua07/06/2014
DIRITTO ALL'OBLIO

Google - il più grande motore di ricerca del mondo, che elabora il 90 per cento
di tutte le richieste sul web in Europa - ha messo a disposizione on line un
modulo che consente agli europei di chiedere l'eliminazione dei risultati di
una ricerca. "Questo implica per Google arbitraggi difficili tra il
diritto all'oblio dei singoli e il diritto all'informazione del pubblico"
Chi sia interessato alla cancellazione di qualche dato deve
identificarsi, indicare quale link vuole sia rimosso in relazione a quale
ricerca e perché; per identificarsi dovranno essere forniti le copie digitali
di un documento di identificazione (la carta d'identità o anche la patente) e
occorrerà la firma elettronica della richiesta. I moduli saranno analizzati
individualmente da qualcuno di Google (e non analizzati da un software). Big G
non chiarisce però quali saranno i tempi necessari perché i link vengano
cancellati né i criteri applicati.
06/06/2014
SUL LUOGO DEL DELITTO
Italiani popolo di santi, poeti, navigatori. E anche un po'
di investigatori, scrive Alexis Papero sul Giornale.it
Più immaginari che reali certo, nati dalla fantasia di scrittori e autori
televisivi, ma non per questo meno amati dal pubblico. Una schiera di avvocati,
ispettori e poliziotti che non smettono di piacere perché magnificano il vizio
italico, che è anche un po' virtù, d'interessarsi ai fatti altrui. Mette
insieme baracca e burattini il canale Premium Crime con il programma Sul Luogo
del Delitto.
”Partito da Padova con Massimo Carlotto (14 Maggio) il
viaggio proseguirà lungo tutto lo Stivale: dopo Gianni Biondillo (Quarto
Oggiaro, Milano), e Gianrico Carofiglio (Bari); il 4 Giugno a Marilù Oliva
(Bologna); l’11 Giugno a Marco Malvaldi (provincia di Pisa); il 18 Giugno a
Paolo Roversi (Bassa padana, tra Reggio Emilia e Mantova) ed il 25 Giugno a
Maurizio De Giovanni (Napoli).
Le puntate (della durata di circa 10 minuti l’una),
caratterizzate da un taglio quasi cinematografico, mostrano il legame degli
scrittori con le proprie terre, zone che nessuno meglio di loro conosce,
attraverso i vicoli e le strade spesso anonime che attraverso i romanzi
assumono una luce diversa, ambigua, ora tetra ora senza uscita. Come spiega
Biondillo: “Non so raccontare nulla di quello che non conosco, racconto solo
quello che so, che ho visto con i miei occhi”.
04/06/2014

SPAM di ogni tipo e provenienza, per lo più Asia e Stati uniti, arrivava
giornalmente ad alterare il normale flusso di visualizzazioni. Il record di
afflusso è del 11 Maggio, quando il blog registrò la bellezza di 4084
visualizzazioni.
L’accesso iniziale, chiamiamolo aggancio, era stato il post
del Dominio che risaliva all’agosto del 2013, ma ben presto il virus si era
ramificato, sino a prendere di mira tutti i post del gadget a lato della home
page, I POST PIU LETTI.
Alcuni messaggi, quasi sempre in inglese, apparivano fugacemente
sul blog sotto forma di commenti, prima che Google, di persona personalmente,
provvedesse ad eliminarli. Ma la totalità di queste email piombava nella mia
casella di posta elettronica. Niente di pericoloso o di scandaloso, tutta
mercanzia innocua ma fastidiosa, che mi costringeva ad intervenire
costantemente, più volte al giorno, per la cancellazione degli stessi. Nel
tentativo di eliminare il problema sono stato costretto momentaneamente ad
oscurare il gadget dei Post più letti.
Per il momento pare che funzioni. Tutto è tornato alla normalità, anche
il contagiri ha smesso di girare all’impazzata, anzi, adesso mi pare quasi
fermo. Ma no, “eppur si muove”, anche se è evidente uno scollamento nelle
presenze sul blog. Niente di allarmante, pare si tratti del normale deflusso di
primavera che si verifica annualmente su tutti i siti della rete. Il periodo di
chiusura estivo, inevitabile e meritato, invece, sarà comunicato quanto prima.
03/06/2014
03/06/2014
“GLI INDISPENSABILI”
20 saggi fondamentali dei maestri del pensiero: da Seneca a Nietzsche, da Platone a Goethe e poi Schopenhauer e Sant'Agostino
Il Sole 24 Ore, martedì 3 giugno (0,50 € + la copia), una nuova iniziativa letteraria che offre il piacere della lettura attraverso il genere del saggio. Venti classici che hanno fatto la storia della saggistica mondiale, da sempre considerati strumenti fondamentali di interpretazione della realtà e dell'animo umano, ma presentati in una chiave di lettura moderna. Primo numero Il Principe, di Niccolò Machiavelli.
02/06/2014
RO RO RO IL LIBRO ROTATIVO
Tre sillabe uguali, a volte con un punto per ciascuna. E’
questo il nome di un libro che si presenta sotto forma di un giornale. Una
trovata geniale che risale al 1950 e alle menti illuminate di padre e figlio
Ernst e Heinrich Rowohlt. La Germania è piegata dal disastro del nazismo e del
post nazismo, dal rogo dei libri a Berlino e da una crisi che mangia anche la
cultura. Ernst Rowohlt, uno dei protagonisti dell’editoria germanica, decide di
stampare romanzi in rotativa su carta di giornale e di venderli ad un marco, un
prezzo per tutte le tasche che potrà aiutare la ripresa della lettura. Ecco che
ricominciano a girare Madame Bovary, i Demoni, Morte a Venezia e tanti altri
titoli famosi.
Oggi, nell’Italia della crisi economica, la casa editrice
fiorentina Clichy riproduce il formato concepito da Heinrich Rowohlt, e propone
i primi quattro titoli al costo di un euro: Lo strano caso del dr. Jeckyll e
Mr. Hyde di Stevenson, Le notti bianche di Dostoevskij, Cuore di tenebra di
Joseph Conrad e La leggenda del santo bevitore di Joseph Roth, del tutto fedeli
alla forma originale. Romanzi brevi, ma in versione integrale e curatissimi
nella traduzione, che con un po’ di fortuna verranno distribuiti attraverso più
canali, non soltanto nelle librerie ma anche in bar e locali selezionati.
Bella iniziativa. Speriamo porti tanti frutti.
RispondiEliminaSu < gli indispensabili >.
RispondiEliminaLi ho già tutti, era impossibile non averli.
Comunque i fondamentali del pensiero, da non perdere.
Siddharta
Su < RO RO RO ... >:
RispondiEliminaEccezionale, mi attivo per l'acquisto.
Siddharta
mah... a rischio di fare un po' il bastian contrario, ma l'iniziativa, ancorchè lodevole, mi pare fuori tempo massimo.
RispondiEliminaNegli anni '20 del secolo scorso e con il diffondersi della narrativa di massa gli editori americani iniziarono a stampare libri su carta fatta con polpa di legno, che costava meno. Ovviamente predilessero generi di largo consumo.
Nacque così la narrativa "pulp".
Da noi, negli anni '90, la Newton Compton fece la stessa cosa con narrativa un po' più letteraria. Gli autori avevano il non trascurabile pregio di essere morti da un pezzo e quindi di non poter pretendere il pagamento dei diritti di autore. Penso che molti di noi abbiano i tascabili a lire mille di cui sto parlando.
Adesso mi pare che si replichi ma:
1. chi ha già i classici di solito non li ricompra
2. non è detto che chi compra un libro perchè a basso costo sia disposto a comprare qualunque libro - magari è già orientato su un genere e non si schioda
3. a mio parere chi è interessato a un classico potrebbe essere interssato a un "di più" fatto di note prefazioni e postfazioni
4. - e soprattutto - oggi c'è internet dove i classici sono di solito disponibili gratuitamente
5 - ci sono gli e book che non hanno costi di magazzino e trasporto . Difficile, per me, che si possa battere un e book sul suo stesso terreno - il costo basso.
Che poi, culturalmente, io continui a pensare che il libro sia quella roba fatta di carta è un altro paio di maniche...
I RO RO RO non li ho mai visti.
EliminaSono curioso di sfogliarli...
Sid
ma non sono e - book.... non eri tu quello che diceva che il cartaceo dovrebbe sparire, che il suo destino è segnato ecc ecc?
EliminaAl di là delle battute (e del fatto che io non credo che il destino del cartaceo sia segnato), reputo che questa iniziativa, al di là del successo che può avere (io non credo grande) dimostri che il cartaceo sia vivo e vegeto. Ne approfitto per citare la collana "Subway". Sono libriccini scritti su carta povera distribuiti gratuitamente in metrò e collocati in appositi box. Una peculiarità è che viene indicato il numero di fermate occorrenti per leggere il libro (che è di poesia o narrativa, di solito). A dirla tutta, tra il rileggere un libro che ho già in altre edizioni e questi, che sono esordienti, obbiettivamente trovo i secondi più interessanti. Certo, l'autore non ci guadagna nulla tranne la popolarità, ma posto che è riservato ai giovani, non è poco. E comunque alcuni di quei libriccini mi sono piaciuti alquanto.
E' la novità del formato che m'intriga. Poi anche i RO RO RO spariranno, come tutto il cartaceo.
EliminaAl pari della corrispondenza postale, ormai al tramonto.
Anche i libriccini di cui parli non reggeranno il confronto coi lettori digitali.
In casa mia la carta a perdere è diminuita, in compenso è aumentata la plastica da riciclare!
Tu sei fortunato perchè assisterai alla rivoluzione di cui trattasi, mentre lo scrivente...
Sid
Dei < Mille lire > credo di avere la serie completa.
EliminaVi sono ancora affezionato...
Sid
Certe scelte editoriali sono Davvero incomprensibili.
RispondiEliminaIeri sera, meglio sarebbe dire questa notte, ho finito di leggere “Il grande Gatsby”. Il libricino, una versione minuscola molto economica, 099 €, della Newton Compton, giaceva dalle parti del comodino da alcuni mesi, ma il carattere minuscolo e la grafica pessima non erano proprio un invito alla lettura. L’avevo acquistato durante un viaggio e il fatto che fosse piccolo e leggero, oltre che a un prezzo stracciato, mi sembravano ottimi motivi per l’acquisto. Tuttavia dopo essermi rovinato la vista per due nottate, e aver trovato almeno una decina di refusi nel testo, mi sono accorto che il suddetto stava bel bello sul web e con un click poteva essere scaricato perfino sul Kobo, in quanto versione in PDF.
Ecco l’indirizzo, se qualcuno volesse approfittare : http://www.edizioniesa.com/ebook/classici/9788895430768/gatsby.pdf
Ho perso il filo, perché ho fatto sto discorso? Ah sì, per dar ragione a Rubrus che certe scelte editoriali risultano discutibili e infelici. Però sinceramente, quando il prezzo è così contenuto, il danno è irrilevante.
Anche sugli ebook, io consiglio di non spendere non più di un paio di euro. A questa cifra si trova di tutto sul mercato e a me non va di spendere tra i sette e i dieci euro, per ritrovarmi in mano niente, solo un link. Senza contare che a casa mia lo stesso libro viene letto da più persone.
Su < Motori di ricerca e Spam >.
RispondiEliminaNon me ne parlare: ne sono talmente bombardato da dover passare un terzo del mio tempo web a cancellare...
Sid
Sul diritto all'oblio (se poi il WM vuole rimuovo il commento e metto il racconto...)
RispondiEliminahttp://www.neteditor.it/content/166435/gino
Il wm ritiene che come commento sia sprecato e non facile da leggere nella sezione commenti. Ti suggerisce di postarlo e buonanotte.
EliminaSALVA la Bozza, poi ci penso io.
Su < Giacomo Leopardi > di G. Barreca.
RispondiEliminaE' quanto vado predicando da sempre.
La cosa non è una novità già dai tempi.
Ma detta dal Leopardi fa un certo effetto.
Non se ne può più delle astruserie semantiche e concettuali di tanti avanguardisti da strapazzo che imperversano in ogni dove...
Siddharta
E daje...la lingua batte dove il dente duole...ma...mi fa piacere quando qualcosa di tuo...si muove!!!!
RispondiEliminaSu < Sei uno scrittore? >.
RispondiEliminaTutta una serie di rimandi ovvi dal tono sussiegoso che forse non meritavano ripetizioni inutili.
Luoghi comuni sui luoghi comuni, tanto per riempire la pagina di giornale.
Non se ne sentiva la necessità...
Siddharta
Forse è il caldo che rende tutti così polemici e insofferenti :-)
EliminaFrancamente non ci sarebbe bisogno di nulla, infognati come siamo in un vortice di notizie non essenziali per il nostro spirito e men che meno per la nostra esistenza. Ma quale sussiego, ma per favore, io non ho rilevato niente di tutto questo. A me sembrava una paginetta senza pretese, con un po' di sarcasmo e po' di ironia tanto per sorridere e per non prendersi troppo sul serio. Vabbe', ma se lo dici tu io ti credo.
Chi scrive per raccontarsi lo fa per una forma egoistica.
RispondiEliminaE' un testamento, solitamente letto da famigliari e affini.
Ha ragione Siddharta, luoghi comuni.
Tranne forse sulla prima e sull'ultima sono abbastanza in disaccordo su tutte.
RispondiElimina1) i generi esistono, che piaccia o no. Dire che non esistano è supponenza al contrario. Il genere non è altro che l'argomento, esclusivo o principale, di cui narra uno scritto, trattato in modo da raggiungere un certo scopo. E' verissimo, però, che non esistono generi di serie A o B o Z. Un romanzo rosa racconta una storia d'amore in modo da provocare, in chi legge, intenerimento e/o eccitazione. Un giallo racconta una storia di delitti in modo da generare ansia e inquietudine. E così via. Molti romanzi trattano più argomenti in modo da produrre più effetti. Tutto lì. In fin dei conti, quel che conta è sempre e comunque la storia.
2) Gli audiobook parlano. A parte le battute, dire che non si sa di che cosa parli (o cosa racconti) il proprio romanzo, quasi lo stesso fosse stato scritto in stato di trance, è un (più che comprensibile) espediente per evitare domande sceme oppure una tecnica di marketing ("compralo e lo saprai"). Un romanzo racconta sempre qualcosa e chi lo scrive sa cosa. Altrimenti avremmo un romanzo che non racconta niente ed è una contraddizione in termini. Persino le poesie, a modo loro, spesso "raccontano".
3) l'ispirazione arriva quando vuole lei, questo è vero. Però la si può in qualche modo "sollecitare". A me il caldo mette di pessimo umore e quindi scrivo più noir del solito ( :-) ). Al di là delle battute. Uno vive in una realtà e, a meno che non sia schizofrenico o autistico o soffra della sindrome di Asperger o abbia altre patologie, ne è sempre in qualche modo influenzato, ergo ispirato. Spesso senza accorgersene.
4) vero fino a un certo punto. Potrei citare parecchi scrittori che prima hanno fatto vita da romanzo e poi si sono dedicati a carta e penna. Ne cito solo due: Melville e London. Il primo fu marinaio su una baleniera, il secondo partecipò alla corsa all'oro.
Sì, sono luoghi comuni, è fuffa giornalettistisca e i primi a saperlo sono quelli che scrivono queste cose, tuttavia servono a sollevare il problema e come vedete, inducono alla discussione.
RispondiEliminaSul primo punto anch'io non trovo nulla di male se qualcuno mi domando che genere di racconti scrivo. Insomma mi sembra una domanda lecita.
La vita da romanzo?
Non si dovrebbe generalizzare, ci sono vite, testimonianze, che valgono la pena di essere trasmesse ai posteri, tuttavia una certa tendenza, soprattutto nello scrittore dilettante, a scrivere della propria vita, ebbene non lo possiamo negare che esiste. E anche in questi casi, tutto dipende da come si scrive. Ogni soggetto è buono per scrivere e per dipingere, il risultato dipende da come tieni in mano il pennello e nel nostro caso la penna. Per quelli baciati dalla dea dell'arte, entrambi :-)
La richiesta "Di che parla" trovo che sia quanto mai superficiale, e ben fa il giornalista a farne un'iperbole. E' nelle pieghe del racconto che puoi trovare il capolavoro o la fesseria noiosa, non nella trama (molto efficaci gli esempi riportati, rendono bene l'idea).
RispondiEliminaAnche per l'ispirazione: se una mente è fervida basta un soffiar di vento. Come nasce? bò!
La vita è una romanzo: per carità! E chi ha voglia di sentire le fantasie arricchite di particolari di un pinco pallino qualsiasi... a meno che non siano scritte più che bene e in maniera interessante. Salgari non si era mai mosso da Torino, eppure quante avventure ci ha fatto vivere.
Insomma, vedo che mi trovo molto d'accordo con Franco su questo argomento, anche perché pure io ho trovato divertente e pertinente l'articolo riportato. Troppo sussiego da parte di scrittori dilettanti può dar fastidio.
Ma dicendola tutta, chi in pectore si ritenga scrittore può sentirsi ferito da talune argomentazioni.
Freud diceva: "Nessun uomo nel suo inconscio non ritiene di essere immortale".
Interessanti gli APPUNTI SULLO ZIBALDONE DI GIACOMO LEOPARDI – 1 “POESIA E NON POESIA”.
RispondiElimina"... e l'istinto si vien perdendo a proporzione che la natura è alterata dall'arte onde è grande nelle bestie e nei fanciulli, piccolo negli uomini fatti, ma ciò non prova che l'uomo sia fatto per l'arte ec. "
Credo che questo concetto di Leopardi si possa applicare anche alla poesia che discostandosi dal dettato dell'istinto (mancando, cioè, di quella forza interiore capace di dettare le parole) possa diventare astrusa e complicata nella necessità di esprimersi.
Su "il libro come feticcio" sono perfettamente d'accordo con Neil Gaiman e Javier Celaya circa il futuro del libro come genere prezioso, l'avevo già espresso in un mio commento pur essendo all'oscuro del pensiero di questi due esperti. Mi piacerebbe che si tornasse alle origini con quelle belle miniature, ecc. ecc.
RispondiEliminaSu < Il libro come feticcio >.
RispondiEliminaGli sciamani dell'editoria s'affannano al suo letto di morte, ma l'e-book sta suonando da tempo la marcia funebre per il cartaceo...
Siddharta
"Il settimo sigillo", bellissimo film. Con questa immagine, caro Rubrus, mi hai fatto ricordare che è tantissimo che non lo rivedo. Grazie per avermelo riportato alla mente.
RispondiEliminaSempre triste, pessimista e incazzato con il mondo intero, questo Cardarelli. A dire il vero io preferisco le sue poesie sul tempo, le stagioni, l'autunno il declino della vita, paradigma del destino dell'uomo.
RispondiEliminaCardarelli è anche molto attento ad interpretare le figure umane, penso alle sue belle poesie "Adolescente" e "Incontro notturno", di un'espressività molto prosastica.
Elimina(Stanlio e Ollio) sarò puerile, ma non mi stanco mai di vederli. Il film è forse "fra' Diavolo?"
RispondiEliminaSi, era "Fra diavolo": la scena di Stanlio ubriaco perché si era bevuto tutti i boccali che Ollio gli passava. Uno spasso quel film.
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaLa semplicità è nelle cose, l'educazione si esprime attraverso i modi e
RispondiEliminail saper vivere si estrinseca attraverso queste due essenze.
L'avviso l'ho ricevuto anche a casa e mi ha divertito. E' come se avessero detto: visto che non potete fare a meno di scornarvi, di insultarvi, perlomeno fatelo in privato. .-:)))
RispondiEliminaEh, si, c'è maretta a quanto pare sul Cp.
EliminaA mio ristretto parere, il CdP stava lentamente scivolando nella maldicenza e negli improperi, non più palestra poetica ma luogo di attaccabrighe.
EliminaBene ha fatto l'Admin a tirare le orecchie agli scalmanati.
La funzione dell'amministratore è appunto anche quella di sorvegliare a che non si verifichino derive nella convivenza letteraria.
Sid
(RCS) be', sì... il ruolo dell’editore è "anche" (;-)) quello di favorire la scoperta degli autori e dei titoli facilitando la conversazione intorno ai libri.
RispondiEliminaNoto il raggrupparsi degli editori sotto un'unica sigla - digitale. Fatto non nuovo o non nuovissimo (esiste la Tascabili Editori Associati, per esempio, ora parte di un altro gruppo) oggi ripresentatosi e ammodernato con le modalità del web. Fare gruppo per sopravvivere in tempi bui. Ed evolvere.
<< Raduno dei poeti >> del 5.7.2014.
RispondiEliminaCara Sara Pellegrino, lodevolissimi la tua iniziativa e l'impegno profuso.
La mia età cronologica mi impedisce di presenziare, ma vi faccio i migliori auguri di partecipazione e successo.
A margine vorrei però esporre una mia valutazione.
Potrebb'essere che questi raduni siano gratificanti per certi aspetti, meno per altri.
Parlando esclusivamenbte per me, penso che essi tendano ad instaurare lodevoli rapporti di conoscenza ma limitativi successivamente dell'obiettività di giudizio.
Come sarebbe mai possibile esprimersi oggettivamente su una proposta poetica del nuovo/vecchio Amico dopo che si è stretto con lui un piacevole rapporto di intesa letteraria e personale?
Personalmente mi sentirei imbarazzato a dover rimarcare eventuali deficienze in testi da lui pubblicati.
Vengo or ora dall'aver incassato l'epiteto di pig da un Autore insoddisfatto del mio commento.
Comunque preferisco l'insulto al rimprovero morale di non aver avuto il coraggio di dire la verità.
Siddharta
Della opportunità o meno dei raduni di questo genere, molto si è detto e poco ci sarebbe da aggiungere.
EliminaHo conosciuto personalmente in varie occasioni alcuni personaggi della variegata cerchia del CdP e non me sono mai pentito. Anzi!
Il commento dopo diventa ancora più difficile. Per questo io consiglio di non fossilizzarsi su un sito, meglio non affezionarsi troppo, preferibile cambiare aria dopo un po’ di tempo. Si fanno nuovi incontri e i giudizi che si ricevono all’inizio, quando ancora sei uno sconosciuto, anche se pochi, sono i più sinceri e i più validi. Poi con le amicizie tutto si guasta e allora meglio cambiare aria. Ma in questo ambiente le amicizie si fanno e si rompono nello spazio di un frame. Basta una parola sbagliata e finisci sull’elenco dei cattivi e se c’era amicizia e conoscenza diretta ancora peggio, sei cattivo e stronzo due volte.
Per carità, meglio soprassedere, è un argomento troppo scottante. Talvolta mi viene da pensare che le poesie e i racconti siano soltanto un pretesto, mentre il vero gioco, la vera goduria stia nel rivestire i panni del censore e del critico.
Persone di indubbia cultura, ma prive della sensibilità necessaria per mettere insieme due versi decenti, pare che ci godano un modo a far girare le palle agli sprovveduti aspiranti poeti, che invece di fare spallucce, prendono la faccenda troppo sul serio.
In ogni caso ti regalo una chicca, i più pericolosi sono quelli che dicono: “le critiche sono utili e indispensabili per crescere” Ebbene questi soggetti sono i più pericolosi, da tenere alla larga. L’ho potuto constare in questi due anni da WM. Un giorno affronteremo la differenza sottile, ma sostanziale, che c’è tra un blog come questo e un sito classico di letteratura.
Reo di un commento semplice semplice, un paio di giorni fa mi son preso del maiale da un socio del Club dei Poeti.
EliminaFa parte del gioco della vita e non ci faccio caso più di tanto.
Sid
Il raduno si è tenuto, le poesie presentate erano tutte apprezzabili e l'incontro fra di noi è risultato, come sempre, ambientato a quel clima di allegro ritrovamento fra amici che pare si siano lasciati il giorno prima.
RispondiEliminaCerto, quando ci si conosce personalmente poi chi commenta lo fa con delicatezza, senza giudizi urticanti, ma non è detto che uno debba astenersi dalla critica, si va certo alla ricerca delle sottigliezze che possano far risaltare quello che di positivo l'opera presenta... ma non è così che deve rivelarsi una critica costruttiva? o bisogna affossare sempre e comunque solo: per partito preso; perché si hanno altri gusti; per far vedere quanto si è superiori; tanto per prevalere come persona del "no"?
E' inutile insistere: quando si è stretta un'amicizia, tanto più se non sono solo virtuale, è quasi impossibile essere imparziali.
RispondiEliminaLo dico a ragion veduta.
Talora sono costretto ad evitare di commentare per non dire la verità.
E questo non depone a favore del successo letterario.
Mi fanno pena certi < mi piace > per evitare il conflitto.
Quando poi mi avvalgo dei messaggi privati per tentare di raddrizzare certe proposte impossibili, sento tutta l'acidità o la resistenza degli Autori.
No, l'amicizia danneggia l'obiettività di giudizio.
Siddharta
Ho visto amicizie consolidate nel tempo andare in frantumi per un commento storto.
RispondiEliminaA mio avviso facebook non è la sede ideale per giudicare e criticare una poesia. Un mi piace o il silenzio è già molto. Sembra di essere alla fiera dei obei obei e una critica severa viene amplificata e presa come una dichiarazione di guerra, un’offesa personale.
Non vedo in giro nessuno capace di accettare critiche serenamente. Nessuno vuol far tesoro delle critiche per crescere, tutti si sentono già arrivati. E chi dice il contrario mente sapendo di mentire oppure è un bischero.
Cari amici di Casa Frame...non sono un grande commentatore come voi tutti e specialmente come Il SIDDHARTA ma sento che l'argomento è interessante e vorrei dire il mio modesto parere. Dovete sapere che dirigo un Gruppo chiamato "Gli Amanti del Vernacolo" ed ho il dovere di intervenire di prima persona quando gli amici postano dei lavori non conformi alle regole che possono ledere la dignità degli altri iscritti. Ebbene, ultimamente un socio ha postato uno strafalcione volgare con doppi sensi a volontà che urtavano il buon senso di chi li leggeva. Non solo, pretendeva di volerli far passare per arte, ma voleva anche i commenti. Al che, gli ho risposto che non solo i suoi versi non erano ARTE ma l'intera lirica non mi era piaciuta per niente. E' appena il caso di dire che per la stessa opera non ci sono stati nessun "mi piace" né commenti e che in privato mi hanno molto apprezzato. Lui, l'autore, ha fatto l'unica cosa buona che poteva fare: far finta di niente, sperando che la sua OPERA D'ARTE passasse inosservata. Con questo voglio dire che mentre gli altri possono far finta di niente, non può esimersi dal richiamo chi ne ha il dovere di farlo. Rispettosamente Pietro.
RispondiEliminaHai fatto benissimo ad intervenire Pietro, ognuno ha il diritto-dovere di curare il proprio orticello. :-)
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