Invidie di un operaio
Nicola lavora in fabbrica ormai dal 2015. Da dieci noiosi anni
è una delle mani veloci di una lunga catena di montaggio. Con un centinaio di
persone, a lui estranee, costruisce minichiese da tavolo. Nicola si occupa solo
di mettere la croce sulla facciata. Accanto alla sua mano destra c’è un enorme
barattolo stracolmo di croci di plastica in miniatura. Lui ne prende una e,
appena sul nastro passa la chiesetta, la piazza sul granello di colla attaccato
alla porta.
Per un periodo si è anche occupato di stampare il Padre
Nostro sulle magliette. Era un incarico più creativo. Poteva scegliere i
colori, la grafica e le foto da usare come sfondo. Ma si è giocato il posto
facendo lo spiritoso con una fanciulla. Anna, la sua vicina di banco, era
addetta agli occhiali da sole. Li lucidava e li riponeva nella scatola. Era bellissima
e Nicola, pur di avere le sue dolci attenzioni, le aveva permesso di sbirciare
il suo lavoro. Distratto dalle cosce lunghe, dai capelli profumati di lavanda,
dal sorriso malizioso e dai seni strizzati nel grembiule, aveva piazzato come
sfondo alla preghiera una mucca da latte con le poppe grosse. Neanche lui sa
come sia riuscito a tirar fuori una mucca da un file pieno di facce di Gesù.
Comunque era successo, e per ciò era stato mandato a casa fino a quando il
nuovo capo l’aveva riassunto per pietà.
Adesso, seduto per nove ore al giorno, si annoia a morte.
Invidia quelli che nell’altra ala del capannone dipingono le corone delle
Madonne da vendere a Carnevale. Si accontenterebbe anche di appiccicare le
etichette sulle bottiglie di grappa Lazzaro o sul vino di Cana. Anche quelli
sono impieghi divertenti. Ogni tanto un goccetto se lo fanno, i fortunati che
operano in quel reparto…
Ma poi Nicola pensa che non si deve lamentare. Il lavoro è
un bene prezioso, ed essere stati assunti dalla ditta “Oggetti sacri” è un vero
miracolo.
Mi aspettavo un commento da parte di Sid... però, anche se non gli ha dettato un commento credo che questo racconto l'abbia ispirato nel pensiero :-)
RispondiEliminaNon so quando sia stato scritto, però un tempo si sarebbe potuto classificare come uno scritto futurista, ora non saprei. Lieve, gradevole e anche originale direi.
Non so perchè pensi ad un mio commento necessitato dal contenuto religioso in narrativa...
RispondiEliminaPersonalmente non ho nulla contro i credo, anzi mi coinvolgono, in quanto del tutto agnostico.
In genere ne parlo non per irriderli, ma per mettere in luce l'illogicità tra il dire e il fare, accompagnata dalla acriticità dei fedeli ( e non potrebbe essere altrimenti...).
Sul raccontino in sè, sono un ammiratore letterario dell'Aisha Cerami, scrittrice parascientifica dell'oggi e del domani.
Dalla penna pulita, scorrevole, essenziale, coinvolgente.
La invidio sinceramente, di un sentimento sincero d'apprezzamento.
Sid
Ne ho scaricati molti di questi racconti di Aisha Cerami, tutti quelli che ho trovato sul web. La scelta è stata casuale, mi sembrano tutti degni di essere letti. In un commento tu avevi già detto di essere un lettore di questa scrittrice, credo che Serenella si riferisse a questo.
RispondiEliminaIn ogni caso mi aspettavo che qualcuno mi spiegasse dove si vendono le corone della Madonna per carnevale. Forse da qualche parte c'è questa usanza, non so che dire, a me sembra piuttosto stravagante e alquanto poco credibile.
Un'altra caratteristica di questi racconti sono molto brevi, 300/400 parole al massimo. Diffcile annoiare su queste distanze.
In effetti mi aspettavo un commento per tutti e due gli aspetti; comunque non vedo derisione nel racconto di Aisha Cerami, caso mai una sottolineatura di certi atteggiamenti rigoristi.
Elimina.Derisione? Perchè mai...
EliminaNoto che spesso si teme di essere fraintesi.
Cosa possibile, ma irrilevante.
Sid
Non mi riferivo a te, Sid, ma al racconto in sé, che potrebbe essere visto sotto questo punto di vista. Il tuo pensiero lo hai espresso molto chiaramente nel commento.
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