Erika Burkart
Erika
Burkart è una poetessa svizzera, nata nel 1922. «Al centro del mondo poetico
burkartiano c’è il grande tema della natura.Naturlyric dunque, che pur
richiamandosi alla tradizione del Romanticismo tedesco, si sviluppa a livelli
diversi. Primo livello è la capacità di cogliere la bellezza della natura:
l’incanto della neve che cade, il volo degli uccelli, il silenzio delle notti
invernali. […]
Ma l’uomo ha reciso il legame con la natura e le si è rivoltato contro,
trasformando il progresso in uno strumento di devastazione. Parlare di alberi
oggi non significa più una colpevole evasione, ma atto d’accusa. La poesia
della natura diventa così lirica “politica”, acquista lo statuto di una
“potente Dichiarazione dei diritti della Creazione” (Ernst Halter)».
Nevica.
Trascinata fuori,
nella neve,
saprò trovarti;
all’incrocio
dei venti si perdono
la strada
del ritorno e la casa.
Sei dove la
neve cade più fitta,
esci dai
cespugli, scompari nei tronchi,
ti avvicini,
ti allontani. Tra i fiocchi che cadono
vedo le tue
sopracciglia, gli aghi di pino.
Nell’aria il
fruscio
della neve.
Il cielo aspira,
schiude i
rami, rinserra squarci di nebbia,
ogni fiocco
l’impronta di una stella.
La neve mi
arriva alla bocca,
ci unisce,
ci separa,
non ha
sapore, soffoca ogni grido;
Bianco. Il
colore più antico. Brucia.
La mattina quando comincia a nevicare
Riesco a capire questo rapporto con la natura, niente a volte riesce a dare sollievo come il contemplarla, anche nei momenti più tristi.
RispondiEliminaLa contemplazione della natura può far bene allo spirito, ma un cielo a pecorelle, un tramonto rosso, la pioggia a catinelle e la neve che fiocca lieve, da soli o tutti insieme non fanno poesia. La natura è come la farina per i biscotti, la devi impastare, gli devi aggiungere altri elementi, la devi far lievitare e poi cuocere a dovere. Insomma gli devi mettere qualcosa di tuo, altrimenti fatti una bella collezione di cartoline che fai prima. In queste poesie, piacciano o meno questo è sempre soggettivo, mi pare che la neve e la natura sono usati a dovere come metafora. Insomma la neve come pretesto per dire altro, altrimenti che gusto c’è?
RispondiEliminaCerto che l'accostamento alla natura è usato come metafora, però, si capisce come possa fare da calmiere la sua contemplazione (che ispira, fra l'altro, la poesia).
RispondiEliminaQui mi pare che la descrizione della malinconia e l'immedesimazione che nasce nell'osservare i campi innevati sia ben fatta.
Poesie molto suggestive e malinconiche, scelta indovinata, sembra di vivere in un tempo che non esiste più...
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