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Lucca
Comics e altro altro
Il numero tre del nostro #Buttiamocigiù
comincia dalle parti di porta S.Anna, poco dopo la piccola stazione di una
delle città più affascinanti d’Italia.
Sto parlando di Lucca, che da più di un
decennio ospita il Lucca Comics & Games, la più importante
convention italiana (nonché seconda d'Europa e terza del mondo, dopo il
giapponese Comiket
e il francese Festival
international de la bande dessinée d'Angoulême) dedicata al mondo dei
fumetti, dell'animazione, giochi e videogiochi.
Il servizio, questa volta, è della nostra
inviata speciale VallyCas e del suo gatto Nello.
Posteremo poi un racconto a tema del buon Rub
e salteremo a piedi pari in “altro altro”, suggerendo mostre, eventi e quanto
sia saltato in mente ai ragazzi della redazione.
Prima di lasciare la pagina a VallyCas e al
suo servizio, sappiate che ella ha deciso di mimetizzarsi tra la folla dei
cosplayers indossando i panni della celeberrima Candy Candy, l’eroina del
vivere quotidiano e delle cause perse, colei che mai disfò i biondi codini e
rinunciò persino al suo più grande amore (quel gran maschione di Terence) per
far sì che egli rimanesse accanto alla sventurata Annie, privata dell’uso delle
gambe dal crollo di un paio di riflettori male in arnese. Per chi non
conoscesse il personaggio, è importante ricordare il suo fedele compagno di
avventure, un procione di nome Klin, impersonato naturalmente dal buon Nello,
che VallyCas ha pitturato a strisce nere e ha dotato, con suo grande
disappunto, dell’immancabile mascherina procionesca …

#LoveLuccaLove
di VallyCas e Nello
La piazza poco fuori la stazione è un camerino a cielo aperto: un
giovane fiorentino s’infila nella tuta gialla che è il corpo di Picaciu,
una donna dalla fluente capigliatura corvina fatica a stare in piedi su un paio
di stivali rosso fuoco dal tacco quindici.
Un mantello di centouno cuccioli di dalmata le cinge le spalle nude.
Questa antesignana Crudelia mette in fallo il piede e lei,
d’istinto, si appoggia alla spalla di un Gandalf la cui barba posticcia viene spostata
inavvertitamente di lato, tradendo il volto glabro di un giovane ventenne.
Nello ed io decidiamo di passare da un pertugio
che si apre poco dopo la buca di Sant’Anna, porta costruita nel 1910 e così
soprannominata perché, “perforando” la struttura massiccia del muro di cinta,
l’amministrazione intendeva migliorare la viabilità dell’area urbana. La folla
di questo ultimo giorno di kermesse è all’altezza delle aspettative: nei tre
giorni, il Lucca Comics registrerà più di duecentomila visitatori.
L’amore e la dedizione con cui migliaia di
persone hanno scelto ed elaborato il proprio travestimento, ricorda a me e al gatto
procionesco quante passioni possa maturare l’essere umano e quanto poliedriche
siano le vie per la personale soddisfazione. Qui ci sono addetti ai lavori,
cosplayers e semplici passeggiatori della domenica, che mai si perderebbero la
sgargiante sfilata di riproduzioni e personaggi che spaziano dal fumetto al
cinema e alle serie tivvù. Facciamo la fila accanto a Frozen. Davanti a noi
quattro vampiri chiacchierano amabilmente e un piccolo hobbit chiede con
insistenza che gli venga comprata una spada.
Guai a domandare ‹‹Ma tu chi sei?››, il
personaggio si offenderebbe. Batman ci sfiora e Nello mi fa presente che in una
delle piazze, proprio nel cuore della città, c’è esposta una batmobile a
grandezza naturale. So dell’anteprima dell’ultimo film di Tarantino, e dei
nuovi episodi di Walking Dead, ma per vedere tutto e toccare tutto con mano non
basterebbe la pazienza del più certosino dei visitatori: l’esposizione si
sviluppa in un area superiore a trentamila metri quadri, un carnevale di idee,
colori e mondi che rischia di ubriacarci.
Camminiamo nel flusso lungo la cinta muraria,
qualcuno ci chiede una foto.
La peculiarità del Lucca Comics sta anche
nell’essere per i cosplayer un palcoscenico a cielo aperto. Per chi non lo
sapesse, il fenomeno è attestato, in Italia, sin dall'inizio degli anni novanta, benché già alla fine degli anni
ottanta fossero stati registrati eventi, principalmente legati al mondo di Star Trek in cui i fan si vestivano come i personaggi
dell'opera. Tuttavia, la nascita "ufficiale" del cosplay in Italia
viene generalmente fatta risalire al 1997, anno in cui è stata organizzata la
prima gara cosplay presso il Lucca Comics & Games.
Ci piacerebbe molto intervistare Mauro Ridolfi, uno dei più famosi
cosplayers italiani e anche il più titolato. Ha infatti vinto nel 2006 nei panni di Actarus, nel 2007 nei panni
di Tekkaman, nel 2008 nei panni di Jeeg Robot d’acciaio, nel 2009 nei panni di
Batman, nel 2010 nei panni de il Grande Mazinga, nel 2011 sia nei panni di Iron
Man che di Kyashian e nel 2012 nei panni
di Haran Banjo, il pilota di Daitarn
III.
Ci piacerebbe pure fare due chiacchiere con Giuseppe Palumbo, il
creatore di Ramarro e disegnatore poi entrato nelle file di Martin Mistère.
Il programma di questa edizione è così vasto che, a forza di ‘ci
piacerebbe’, diamo soltanto e inconsciamente retta allo slogan di quest’anno, sì
viaggiare : così ecco una bouquinerie di figure variopinte, alcune
delle quali abbiamo facilmente riconosciuto, e altre, invece, finto di
riconoscere, ricredendoci sulla nostra cultura che pensavamo fortemente
ferrata. E invece io e Nello altro non siamo che principianti…. Per capire
quanto ne sanno i veri appassionati, basta che diate un’occhiata alla pagina
faccia libro
qui.
Quanto a noi due, ecco la carrellata dove potrete aiutarci, giocando a Riconosci
il personaggio. Chi di Voi lettori sapesse dirci di chi si tratta realmente,
non esiti a scriverlo alla Redazione.
1)Capitanessa America?
8)Questaaa?
13) Gran finale
Fine
della carrellata (anche se potrei continuare all’infinito, vista la quantità di
personaggi e saghe ecc). Voglio solo farvi presente che ho volontariamente
omesso le foto riguardanti la saga del Signore
degli Anelli, Star Trek e Lara Croft, perché il riconoscerle sarebbe stato
per tutti un gioco da ragazzi.
Nello
sostiene che avrei dovuto proporvi anche un Doraimon
di quasi due metri e l’autobus scalcagnato a Racoon City, di fronte
all’ingresso della Umbrella Corporation, lo stand interamente dedicato alla
serie di Resident Evil, ma io ho
preferito solleticarvi con quello che vedete qui sopra.
Dopo
aver fatto incetta di soggetti e spettacoli, Nello ed io siamo andati ad
assistere in diretta alla premiazione dei premi Granguinigi, i premi che il
Lucca Comics riserva ai migliori autori e le migliori opere a fumetti
pubblicate ogni anno in Italia, indipendentemente da nazionalità, formato e
modalità di distribuzione.
Il dettaglio dei risultati potete trovarlo qui.
Infine, a notte calata e dopo aver mangiato
un’ottima crescente farcita, abbiamo ripreso la via delle Mura, e, raggiunta la
stazione, abbiamo abbandonato la città toscana insieme a una decina di Sailor
Moon, una cinquantina di elfi e una discreta quantità di troll.
Torneremo l’anno prossimo, perché è uno spettacolo
che consigliamo a tutti, grandi e piccini, in una cornice da favola (sempre che
sia bel tempo) e a un modico prezzo (sempre che ci si accomodi a prendere
l’interregionale all’alba).
Quanto ai cos player prendono sempre più piede, e
c’è chi, come il buon Rubrus, ne ha già fatto oggetto di letteratura.
Per chi volesse leggere il suo racconto, Piss-Stop, (che fa riflettere anche su certi rovesci di
questa eccentrica medaglia), può farlo qui.
Ora vi saluto
E Vi dico à la prochaine.
Scusate la fretta, ma devo smacchiare Nello J
# Altro Altro
Non finisce qui, perché la redazione di
#Buttiamocigiù, questa settimana si sposta a Milano, e più precisamente in
Piazza Duomo 12, dove, a cura di Massimiliano Gioni, la fondazione Nicola
Trussardi e il Comune, presentano la mostra “La grande Madre” (26 agosto-15
novembre).
80 artisti internazionali analizzano l'iconografia
e la rappresentazione della maternità nell'arte del Novecento, dalle avanguardie
fino ai nostri giorni. La grande madre è una mostra sul potere della donna:
partendo dalla rappresentazione della maternità, l’esposizione passa in
rassegna un secolo di scontri e lotte tra emancipazione e tradizione,
raccontando le trasformazioni della sessualità, dei generi e della percezione
del corpo e dei suoi desideri.
Come vedrete dalla home page, Massimiliano Gioni,
curatore della manifestazione, ha suggerito un’interazione con il pubblico che
noi condividiamo appieno e che si è concretizzata nell’iniziativa Teaching to
walk, dove si esorta l’utenza a raccontare “i tuoi primi passi (o quelli di chi
ami o hai amato). Un istante imprevedibile, il primo gesto di indipendenza.
Condividi le tue immagini con l'hashtag
#TeachingToWalk .
#TeachingToWalk .
Andate a vederla, ne vale la pena!!
E aderite al progetto inviando immagini di voi
pargoletti in braccio a mammà con nastri e nappine.
Bene, bene, bene.
Per chi di Voi non ne avesse ancora abbastanza,
linkiamo http://www.abbiamoleprove.com/2015/01/05/grey-gardens/
racconto di Brianne Hogan, scrittrice e attrice canadese, che si intitola,
appunto, A casa di mia madre.
E ora un piccolo memento su alcuni film in uscita,
non prima di ricollegarmi ad uno degli argomenti del nro 2 di #Buttiamocigiù,
ovvero la Street art, e linkarvi un simpatico aggiornamento qui.
Per gli aficionados del vecchio Bond, ricordiamo
che a novembre è prevista l’uscita di Spectre, nuovo capitolo della saga
dell’agente segreto più gettonato al Mondo e diretta da Sam Mendes su e giù (per
una buona fetta di film) per le strade a potere vacante (attualmente) della
Grande Bellezza.
Cioè Roma.
Sempre in novembre, il 18, un altro grande
detective della storia la farà da padrone, stiamo parlando di S. Holmes e del
suo ritorno nella pellicola, Mr. Holmes, il mistero del caso irrisolto.
Ricordiamo infine che a quarant’anni dalla morte di Pasolini, il cinema
italiano ripropone “Salò o le 120
giornate di Sodoma”, film uscito in 48 sale a partire dal 2 novembre 2015.
Detto ciò anche Altro
Altro ha avuto il suo corso.
Il numero #3 finisce qui.
Non abbandonateci così
presto. Dovete amarci come non mai, ne abbiamo assoluto bisogno.
Besitos a todos
#La Redazione-Redenzione
Ne ho riconosciuti la maggior parte - anche se non tutti e anche se giustamente c'è qualche contaminazione come il coiglio di Donnie Darko in veste steampunk.... ma adesso che avete usato il termine dovete spiegare di cosa si tratta.. eheheh
RispondiEliminaOddio... io invece proprio pochini. Si contano su una mano i personaggi che ho individuato. Però ci sarei venuto volentieri a questo raduno , anche perchè ogni occasione è valida per andare a Lucca.
RispondiEliminaClaudia e la sua amica Sallycas hanno fatto proprio un bel lavoro, e diciamolo che anche le foto del servizio, (tranne l'ultima che è di repertorio), sono originali. Bravizzzzzime.
Poi mi concentrerò anche su Altro Altro che dall'incipit sembra una cosa interessante.
Inoltre vi consiglio di leggere il racconto di Rubrus: Piss Stop perchè ne vale la pena. Come sempre del resto.
Mamma mia, anche il numero tre una puntatona. Molto, molto bene, mi piace questa rubrica onnivora, ci voleva.
Vero Rub... Lo steampunk è un filone della narrativa fantastica-fantascientifica che prevede l'introduzione di tecnologie e oggetti anacronistici all'interno di una storia narrata nel passato. Di base quindi richiede un sistema ucronico e c'è una predilizione per l'utilizzo dell''800, in particolar modo il periodo vittoriano.
RispondiEliminaA suo modo, anche la versione cinematografica di S.Holmes interpretata da R. D. Junior è, per certi versi, "steampunk".
Io a Lucca ci sono andato più volte per delle convention professionali.
RispondiEliminaDi essa città ricordo le belle mura e di notte la caccia inutile alle lucciole locali: in giro non ce n'era nemmeno mezza...
Sul n° 3.
Non ci ho capito un cacchio di niente, ma non venitemi a dire che è un mio limite!
Siddharta
il biondino nazista della foto n° 2 che ricorda l'emofiliaco Derossi del libro Cuore dovrebbe essere un personaggio di Fullmetal Alchemist, un manga di Arakawa.
RispondiEliminaDi Candy candy non dico niente, a parte che fa scopa con un altro paio di tristi storie di bambini costretti su sedie a rotelle o orfane brutalizzate da tate ussare. bu, odiavo Candy Candy.
Io ero incuriosito dalla 3, soprattutto. Comunque è notorio che uno dei comandamenti dei fumetti e cartoni giapponesi è "se sei orfano, avrai successo nella vita".
RispondiElimina@Heep
RispondiEliminaMiseria, ne sai.
Quanto alla vecchia Candy funziona, ha sempre funzionato.. è un po' come la storia degli ultimi che saranno i primi.. Se agli ultimi venisse sempre confermato che rimarranno ultimi e punto, sai che casino? E indubbiamente sia il marxismo sia il capitalismo avrebbero perso le loro basi. Adesso invece entrambi possono concedersi il revisionismo storico :)
@Rub
Come sopra idem. Nella cultura giappica il concetto di "sacrificio" è condicio per qualsiasi risultato di carattere pratico, etico e sociale. Lo "sforzo" di Guerre Stellari trova il suo perfetto corrispondente nelle caratteristiche di tutti i personaggi giapponesi che hanno abitato i cartoni animati degli anni 70-80-90 e pure oltre. E maggiore era lo svantaggio della condizione iniziale di partenza (=orfano) maggiore era il valore che avevano gli sforzi perpetrati per raggiungere questo o quel risultato. E comunque andassero le cose, questi "ultimi" riuscivano a conseguire una vittoria in almeno uno dei campi. Non vorrei dire, ma anche qui, dal punto di vista antropo-ideologico, c'è sottesa la volontà di coltivare una generazione di muli produttori :)
Huria Heep! Scommtto che li segui ancora. Non crescerai mai
RispondiEliminaCiao a tutti. Lucca è un mito, beati voi che ci potete andare come e quando vi fa piacere e io v'invidio...Notte
La mia impressione per i cartoni animati giapponesi degli anni 70-80-90 era che fossero un'istigazione alla disobbedienza rivolta ai bambini.
RispondiEliminaDel resto la loro educazione forse esigeva l'infrazione delle regole vigenti al momento, troppo rigide in ambito familiare, ma ciò non era adattabile alla nostra società, già di per sé troppo permissiva.
Curioso. Io negli anni '70 e per parte degli '80 ero un bambino o un ragazzino e, specie da quelli giapponesi, ricavavo un'impressione opposta. Cioè che, di fronte allo scomposto, generale e generalizzante ribellismo post sessantottino e del '77, i cartoni giapponesi, con la loro etica del sacrificio, di cui parla Claudia, di senso del dovere, fossero - al di là dell'estetica - portatori di senso della norma e di punti fermi cui adeguarsi. Il bello è che anni dopo, sentendo parlare Romano Malaspina, uno dei doppiatori storici, la voce di Actarus (Goldrake) ho appreso che anche lui li vedeva nello stesso modo.
RispondiEliminaMah! Ho detto che era una mia impressione... I miei figli li guardavano negli anni '90.
RispondiEliminaPer ora due contro uno :-)
ahahaha.... eh sì Elisa, hai proprio ragione, qualche manga me lo succhio ancora! :)
RispondiEliminaciauuuuuuuuuuuuuuuu :*